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Psicoanalisidella colpa e colpe della psicoanalisi   
intervista*a Roberto Speziale-Bagliacca 
 

Colpae vergogna  

Anna Grazia:Un libro credo che abbia sempre una storia speciale, non scritta, fattadi vissuti, emozioni, esperienze dell'autore: c'è forse qualchemotivo particolare che l'ha spinta a scrivere questo interessante testo,complesso e pieno di riferimenti anche ad altri ambiti oltre a quello dellateoria e della clinica psicoanalitica?  

RobertoSpeziale-Bagliacca: Di motivi immagino che ve ne siano parecchi. Unoperò si impone sempre quando tento di rispondere a questa domanda.È ovviamente solo un motivo cosciente. Per ragioni che non sto araccontare, erano venuti meno i motivi di segretezza professionale relativial caso clinico che, nel terzo capitolo del libro, chiamo L.L. (si trattadel padre con il figlio che subiva continui scacchi negli studi); le seduteche riporto mi avevano colpito: mi avevano profondamente commosso. Avevoanche pensato che, se L.L. era arrivato a dire quelle parole che mi suonavanocosì importanti, era probabile che io avessi contribuito, anchese non ne avevo piena coscienza.  Proprio in quei giorni vidi a MadridLeón Grinberg, l'analista che più ha influito sulla mia formazione.Gliene parlai e lui mi suggerì di scriverne un commento, anche percercare di capire quale contributo la "mia" psicoanalisi poteva aver datoa quel risultato. Per ispirarmi, ripresi in mano proprio Colpa e depressione,forse il più famoso libro di Grinberg, dopo di che incominciai ascrivere. Lessi altre cose e continuai a scrivere, feci ricerche, gli orizzontisi dilatarono e si aprirono all'etica, al diritto, ma anche alla letteratura,al dramma...al melodramma. E continuai. Dedicai anche una particolare attenzioneproprio al fatto che del mio contributo a quella che desidero chiamarela guarigione di L.L., non avevo avuta piena coscienza. Ne è natoil capitolo sul preconscio, che chiamo la mente del poeta. Il saggio sigonfiò a dismisura. Quando arrivai a iniziare la parte che dovevariguardare la vergogna, feci il calcolo delle pagine: superavanole trecento. Mi fermai e rinunciai, sia pure a malincuore, ad occuparmidi questo argomento per molti versi sorprendente. Lo riprenderòun giorno. 

A. G.:Sorprendente?  

R.S.-B.-Il tema della vergogna è vasto e intricato, e già questomi intrigava. Per di più, credo di aver individuato (non so ancorase altri hanno già detto la stessa cosa; non l'hanno detta gli autoriche ho finora consultato), credo d'aver individuato due fenomeni psichiciche vengono citati con il nome vergogna, creando confusione: ilprimo corrisponde a una emozione primitiva, una reazione di natura narcisistica,che sorge in determinate circostanze ed è accompagnata da risposteanche somatiche (rossore, abbassamento del capo, il senso di sprofondare,ecc.), risposte che intrattengono rapporti con il senso di colpa, pur differenziandosene.Credo che ognuno di noi sa bene a cosa alludo. Il secondo fenomeno èuna reazione assai più "adulta" che sfrutta ideologicamente la reazioneprimitiva che ho appena descritto. Vergogna diventa allora una parolavuota nella quale far confluire una quantità di fenomeni psichici. 
L'ideologiacui mi sto riferendo è quella dell' "onore", tema sul quale ho trovatodecine di articoli e saggi di grande interesse, anche clinico. Per capirea cosa alludo, basterà pensare alle limitazioni cui per secoli èstata sottoposta la sessualità femminile; una donna che avesse avutorapporti sessuali prima del matrimonio veniva chiamata "svergognata" eaccusata di infangare l'onore della famiglia (il fenomeno è ancoravivo in molte culture, come sappiamo).  
Si pensi- tanto per fare un altro esempio conturbante - che vergogna e onore sonolegati strettamente al duello. Oggi nessuno ne parla più - ne sappiamoqualcosa solo perché il cinema spesso ce lo ripropone -, ma il duelloè stato un fenomeno di proporzioni incredibili presso l'aristocraziae la borghesia, per secoli; era diventata una vera ossessione! Siamo difronte a uno dei pochi esempi di paranoia codificata, e largamente condivisa,di cui si hanno resoconti minuti, una paranoia ancora attiva pochi decennior sono.  
Si conosconoduelli di tutti i tipi, anche tra donne, persino tra sorelle. Il codicepenale italiano, che pure ha eliminato le norme sul delitto d'onore, continuaa recepire i codici che sull'onore si basano. Se un duello dovesse ancoroggi seguire le regole del combattimento tra gentiluomini (padrini, sceltadel terreno, delle armi, ecc.), ebbene: chi vi partecipa commetterebbesì un reato, un delitto, ma nel momento dell'assegnazione dellapena, potrebbe giovarsi di una attenuante! Quindi il nostro codice penaleconsidera ancora il vecchio concetto dell'onore. Per fortuna il modernosenso del ridicolo ha seppellito queste pratiche. Per chi come me èinteressato alla psicoanalisi dell'ideologia era una fonte inesauribile...Madovetti rinunciarvi: un saggio di cinquecento pagine oggi è assaidifficile da pubblicare. Torniamo alla colpa. 
 

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