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Psicoanalisidella colpa e colpe della psicoanalisi   
intervistaa Roberto Speziale-Bagliacca 
 

Colpapersecutoria e colpa depressiva  

A. G.Dal punto di vista clinico, quali sono gli aspetti, dei tanti descrittinel libro, che evidenzierebbe? Tra i punti centrali, se crede, potrebbedifferenziare il senso di colpa persecutoriodalla colpa depressiva. 

R.S.-B.-Per iniziare vorrei ricordare che, a mio parere, l'intero discorso clinicosulla colpa si fa assai più chiaro nel momento in cui si chiamain causa l'onnipotenza. Rifacciamoci agli atteggiamenti propiziatori deipopoli di epoche remote: cosa fa il contadino primitivo di fronte al vulcanoche gli ha distrutto casa e raccolto, e magari ucciso qualche familiare?Prende i quattro oggetti di valore, gli animali che gli sono rimasti e,non appena la lava glielo consente, li getta nel cratere per propiziarsiil nume che lo ha punito per le sue colpa. È un comportamento paradigmaticoche, attraverso espressioni e rituali più o meno arcaici...ha continuatoa ripresentarsi fino ai nostri giorni.  
I diversitipi di colpa - la cui descrizione è certamente uno dei maggioriapporti in assoluto della scienza di Freud - comprendono il senso di colpainconscio, quello cosciente, la colpa rivolta verso se stessi o verso glialtri. Tutti questi tipi di colpa hanno la proprietà di trasformaregli esseri umani colpevoli, la stessa razza degli uomini, in artefici,cui possono venire attribuiti eventi che in realtà non hanno maidesiderato e che hanno solo subìto. Per capire il senso di colpada un punto di vista psicoanalitico, questa considerazione, a mio parere,è centrale.  
 Quantoalla distinzione tra senso di colpa persecutorio e senso di colpa depressivo,di cui siamo debitori a Grinberg (e a Melanie Klein), la definizione andrebbeinquadrata in un contesto teorico che nel libro descrivo, mostro, almenocredo, di apprezzare, ma critico in aspetti importanti. Ad ogni buon conto,limitiamoci a una descrizione fenomenologica: potremmo dire, con grandeapprossimazione, che la colpa persecutoria è quella per la qualeun individuo si sente perseguito da forze ostili: lui è la vittima,i persecutori sono gli altri. È, per fare un esempio, la colpa deipadri che ricade sui figli, sentita dal punto di vista dai figli. FranzKafka, ma anche Dino Buzzati, l'hanno descritta molto bene. Nel senso dicolpa depressivo, invece, l'individuo sente (a torto o a ragione, ma questoè un altro problema) che è stato lui con le sue azioni adaver danneggiato se stesso o un altro. Questo tipo di colpa spinge a riparare.  
C'èun altro apporto di questo saggio cui tengo: il tentativo di mostrare lastrategia che, a mio avviso, l'analista, il terapeuta, dovrebbe seguireper arrivare progressivamente al cuore del senso di colpa e dopo di ciòvanificarne gli aspetti onnipotenti. Questa strategia cerco di descriverlaminutamente: desideravo aiutare il lettore interessato professionalmentea scoprire, tra l'altro, quei segni di progresso del paziente che a unorecchio distratto possono sfuggire. Per il clinico, ho l'impressione chequesto sia l'aspetto più utile del saggio. 

A. G.:Lei alla dicotomia di Grinberg aggiunge un terzo tipo di colpa...  

R.S.-B.-A rigore quest'ultimo tipo di colpa potrebbe venir incorporato in una delledue colpe prima descritte. Io ho ritenuto di doverne fare una terza modalitàd'operare perché - per una serie di motivi che non sto a ricordarequi - è utile per il clinico coglierne gli aspetti peculiari. Miriferisco alla colpa dai contenuti depressivi che però viene ingiuntaattraverso una modalità persecutoria. 

A. G.:È qui che tira in ballo Don Giovanni... 

R.S.-B.:Il contenuto del messaggio di questo  tipo di colpa è "depressivo":occupati del male che tu hai fatto e pentiti; ma la modalità dell'ingiunzioneè persecutoria perché non sembra avere le caratteristichenecessarie per facilitare l'accesso a un nuovo modo di vedere il propriosenso di colpa. Siamo allora di fronte a un compito assurdo e in una certamisura impossibile: manca il tempo per elaborare. È la situazionedel Don Giovanni di Mozart-Da Ponte, il "dissoluto punito", che non a casoresiste: 
  
Statuadel Commendatore:Pèntiti, cangia vita: È l'ultimo momento!  
DonGiovanni: No, no, ch'io non mi pento: Vanne lontan da me! Commendatore:Pèntiti scellerato!  
DonGiovanni: No, vecchio infatuato!  
..............  
Commendatore:Ah! Tempo più non v'è!  

Il tempo èun fattore indispensabile; senza il tempo giusto è impossibile accederea cambiamenti psichici duraturi. Il moralismo centrato sulla colpa ignoraingenuamente questa necessità elementare. Occorre ricordare cheDon Giovanni, benché pieno di fascino, è pure un uomo conmolti problemi: è un "abbandonico" - si potrebbe dire, mancandodi rispetto al simbolo che ha incarnato - è costretto ad avere tuttequelle donne, a non andare troppo per il sottile (che sia brutta che siabella, pur che porti la gonnella, voi sapete quel che fa...): corteggiae abbandona compulsivamente. Se smette impazzisce (lo grida in rispostaa Leporello che gli chiede di cambiare la sua vita da briccone). Altroche pentirsi! Ha angosce terribili da controllare inconsciamente. 
 

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