| FrankSulloway Fratellimaggiori, fratelli minori, trad. a cura di Bruno Osimo, Milano,Mondadori, 1998, pp.540, £ 36.000 Gli psichiatrie gli psicologi hanno spesso messo in rilievo la enorme influenza formativache hanno i genitori sui figli. L'osservazione quotidiana ci mostra chei figli passano molto più tempo con i fratelli e le sorelle chenon con i genitori, giocando e scambiandosi amore, odio e gelosia. Questovoluminoso testo di Sulloway studia gli effetti dei rapporti tra fratelli,affrontando da diversi punti di vista alcuni quesiti. L'autoreinizia l'ampia trattazione chiedendosi perché alcuni scienziati- ad esempio Darwin - abbiano fatto scoperte creative e rivoluzionarie,mentre altri con intelligenze e opportunità superiori non ci riescano.Poi allarga il campo e analizza gli effetti dell'ambiente familiare - specialmentedell'ordine di nascita, ma considerando anche di altre variabili familiarie gli aspetti della personalità di ciascuno. Passa poi in rassegnaanche il campo politico e sociale, da Robespierre a Fidel Castro e si chiedecosa ne determini le inclinazioni. C'èinoltre un quarto tema trasversale che lega queste indagini, ovverol'analisi del piano metodologico, e di come si possano affrontare questicampi complessi come la psicologia, la biografia e la storia, in cui gliesiti dipendono da molte variabili difficili da quantificare e dalle lorointerazioni. Data la mole di quesiti posti, il libro potrebbe risultarepoco leggibile e noioso, ma per fortuna Sulloway rende interessante lasua trattazione proponendo alcune risposte possibili. Ènoto che il rapporto tra fratelli è dominato da rivalitàe competizione, lasciando tracce che sono destinate a durare tutta la vita:questa situazione relazionale trova la sua origine in una vera lotta perla sopravvivenza soprattutto quando accadeva di nascere in famiglie numerose,in cui non erano a disposizione risorse materiali ed economiche sufficientiper ciascun figlio. Ogni bambino deve infatti sviluppare la sua strategiaper accaparrarsi risorse parentali, e ciò che va bene peruno non funziona necessariamente per l'altro. Inoltre la possibilitàdi assicurarsi la dote e l'eredità spesso determinavano la differenzafra la vita e la morte, o quantomeno una sostanziale differenza tra gliagi e la povertà. Secondo l'autorequindi i bambini, già geneticamente diversi alla nascita, ma postinello stesso ambiente familiare, tendono ad accentuare, piuttosto che aridurre, le differenze tra loro. Questa diversità originaria puòessere paragonata nel modello dell'evoluzione divergente, alla 'radiazionedi adattamento' studiata da Darwin. Ma mentre specie correlate di animalipossono divergere solo lentamente, accumulando cambiamenti genetici nelcorso di molte generazioni, i piccoli dell'uomo devono farlo in pochi anni,sviluppando personalità e comportamenti diversi, soprattutto inmaniera inconscia. Uno dei fattoripiù forti che spinge i fratelli e le sorelle a perseguire strategiedifferenti è l'ordine di nascita: in tutte le società umanetradizionali il primogenito è di solito il 'preferito' dei genitori,quello che gode all'interno della una famiglia di una posizione privilegiata,naturalmente destinato a rappresentare la famiglia. Per sviluppare lo svantaggiodi essere partiti in ritardo, i fratelli minori devono sviluppare qualchestrategia alternativa, che eviti il conflitto diretto con il primogenito.Sempre secondo l'interpretazione darwiniana: se le possibilità disopravvivenza sono poche, bisogna rischiare di più. Interpretandoquindi casistiche in parte note Sulloway verifica e quasi sempre dimostrauna serie di ipotesi plausibili: rispetto ai fratelli piccoli i primogenititendono ad essere più preoccupati del successo, più ambiziosi,arrabbiati, competitivi, ansiosi, decisi, conformisti, rispettosi dell'autorità,dominatori, tendono a identificarsi di più con i genitori e a esserepiù gelosi e sicuri di sé. Allo stesso tempo sono meno solidali,meno disposti ad identificarsi con i perdenti, meno innovativi e prontiad imparare dall'esperienza, meno ribelli e meno disposti a correre rischi.Di conseguenza i primogeniti sono ampiamente rappresentati fra i presidentiamericani, i primi ministri britannici: secondo questa ipotesi tenderebberoad essere nella vita sociale dei 'conservatori'. Ma appare evidente chela personalità di base è influenzata anche da altri elementie altri aspetti, e molte sono le eccezioni. Quindi come non tutti i primogeniticorrispondono allo stereotipo di tiranni gelosi che seguono l'esempio deigenitori, così non tutti fratelli minori sono piloti di formulauno, altruisti e ribelli. In sintesiquesta corposa opera di Sulloway è formata in realtà da quattograndi capitoli: tre di questi trattano delle influenze della famigliasulla personalità, la creatività scientifica e le tendenzepolitiche rivoluzionarie. L'ultimo affronta un tema molto vasto: ovverocome è possibile impostare metodologicamente uno studio sul comportamentoumano in modo scientifico. In genere la forma tradizionale con cui vengonoaffrontati questi temi è lo studio 'analitico': lo studio psicoanaliticodi una persona, la biografia di uno scienziato, la storia di una rivoluzione.Ma il metodo dello studio analitico, come sappiamo, non è ritenutoun vero 'metodo scientifico', dove per ciò si intenda l'osservazionedi ogni problema particolare entro un contesto più vasto di problemicorrelati, analizzando contestualmente tutte le variabili indipendentiad esso connesso. Quando si affrontano questioni complesse come lo studiodella personalità umana bisogna essero preparati ad affrontare ungran numero di variabili e di loro interazioni: lo sforzo di Sulloway èproprio quello di cercare di estrapolare le variabili fondamentali dallebiografie e dalle storie dei singoli. Difficiledire quali saranno gli sviluppi di queste ricerche: ci si può semprechiedere se si dimostrino importanti altre variabili fra le molte considerateda Sulloway, oltre all'ordine di nascita. Nonostante lo sforzo e la documentazionedi questa ipotesi suggestiva molti interrogativi rimangono ancora aperti.
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