1 - Principi ispiratoridelle attività assistenzialiLa riorganizzazione dei servizi del settore non può avveniresenza che siano riconfermati alcuni principi fondamentali, dai quali nonsi può prescindere se si vuole permettere il proseguimento delleattività e garantire un miglioramento degli interventi.
È fortemente raccomandato che i servizi si occupino di tuttele sostanze d'abuso, incluse quelle legali; è inopportuno che essisiano centrati esclusivamente sull'eroina, e nemmeno sulle problematiche specifiche della "dipendenza", ma devono poterrispondere anche ai più generali aspetti connessi all'abuso di sostanze.Proprio per sviluppare e consolidare gli interventi sulle nuove tematicheposte dall'uso/abuso di sostanze, cui i servizi debbono rispondere, siincludono in questo documento linee di orientamento inerenti le nuovedroghe e l'alcolismo.
Al centro dell' interesse dei servizi deve esserci la "persona", qualesoggetto portatore di un bisogno, indipendentemente da una effettiva richiestadi "intervento terapeutico" - ancor meno dalla possibilità di effettuareun trattamento "drug free" e dalla disponibilità a recarsi pressola sede del servizio. L'obiettivo generale è quello di tutelarela salute del soggetto (globalmente intesa), un compito che comprende unalista di possibili obiettivi specifici, da quello -più ambiziosoe non sempre immediatamente conseguibile - di una completa riabilitazionea quello più limitato, ma non per questo da trascurare, della induzionedi uno "stile di vita" meno rischioso.
In questa ottica, è inopportuna, all'intemo del servizio pubblico,una metodologia di lavoro viziata da giudizi "morali" sulla tossicodipendenza,ma deve prevalere una strategia di "aiuto globale" agli utenti basata,ovviamente, non su una generica volontà di assistere, ma sull'offertadi prestazioni classificabili come "professionali".
Nell'ambito dei servizi è importante che si affermi sempre piùil carattere "interdisciplinare" degli interventi, così definitoper la capacità delle differenti realtà e qualifiche professionalidi interagire positivamente a livello della singola persona assistita.Ugualmente non è adeguata la persistenza del concetto di "irrecuperabilità";qualunque utente deve ricevere, ovviamente sotto divérse forme,tutto l'aiuto possibile con un serio lavoro che gli consenta di raggiungereuna condizione di personale benessere (si pensi ad esempio anche ai pazienticon patologia psichiatrica associata, per i quali molto spesso non puòesservi equilibrio senza una continua terapia farmacologica).
Non esiste una risposta elettiva per risolvere il problema delle dipendenze,ma una serie di strumenti i quali concorrono al raggiungimento di un risultatopositivo solo se opportunamente integrati. In un campo particolare qualequello delle dipendenze, l'applicazione di modelli terapeutici, speciese compiuta seguendo meccanicamente schemi teorici di riferimento e inassenza di processi di verifica dei bisogni della persona, può risultarenon solo inefficace ma addirittura dannosa; il momento della valutazionediagnostica, pertanto, è di importanza fondamentale e deve costituire,insieme con una definizione della "prognosi", il punto di partenza di qualsiasiintervento.
La riorganizzazione di un settore così complesso, infine, vabasata non su una concezione dell' uso/abuso/dipendenza di sostanze come"patologia unica", ma, piuttosto, su una visione più ampia e problematica,dalla quale consegue una risposta assistenziale altrettanto articolata,estesa a prestazioni estranee alla specifica competenza del Ssn - malattieinfettive (Hiv/Aids, Mst, tubercolosi, epatiti, etc.), disturbi psichiatrici,assistenza alle donne e all'infanzia - o, addirittura all'ambito dell'azienda sanitaria - disagio giovanile, prevenzione primaria, etc.