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Il progetto
di "Psicoterapia e scienze umane" ha origine nelle finalità e nel
metodo di lavoro del "Gruppo milanese per lo sviluppo della psicoterapia",
organizzazione che opera in Italia dal 1960 e che dopo il 1970 proseguirà
líattività con la denominazione della testata della rivista.
Líintenzione
esplicita, che permane a tuttíoggi, era quella di fornire un servizio ai
colleghi del settore specifico e dei possibili ambiti affini, lungo tre
direttive fondamentali. Innanzi tutto, collegamento in tempo reale con
il dibattito internazionale, per attenuare il ritardo, allíepoca particolarmente
evidente, della situazione italiana.
Líabitudine
alla cultura storico-critica ha fatto da filtro rispetto al rischio di
una piatta importazione culturale, e questo è stato e continua e
essere un filone culturale specifico. Líattenzione
ai processi formativi, nel loro legame concreto tra pratica clinica e costruzione
della teoria, è líulteriore caratterizzazione delle scelte
operate dalla rivista, che si può riassumere nelle parole dellíeditoriale
del n. 1/67:
Interdisciplinare,
nella storia recente delle Scienze Umane, è momento di riflessione
al di là di schemi funzionali immediati. Líattuale periodo segue
ad una fase tecnicistica in cui ricerca empirica e messa a punto metodologica
hanno offerto líalibi per sfuggire i problemi di fondo.
Il
credo nellíoggettività, residuo del mondo positivo, è rappresentato
da tecnici per cui líinterdisciplinarietà, lungi dalla convergenza
antropologica, è sterile confrontazione di metodi.
La
ricerca di un linguaggio comune diventa abbandono ad innocue esercitazioni
in cui le barriere semantiche segnano i limiti della falsa coscienza epistemologica.
Líideologia
del metodo sancisce sicurezze pseudoconoscitive, nel progressivo abdicare
alle premesse di una antropologia.
Tecnici
della guarigione psichica, aritmetici della conoscenza sociale, sintesi
di risultati operativi il cui prezzo è la riduzione a dimensione
euristica del pensare.
Collezionisti
di dati si raggruppano nella ricerca e talvolta la tecnica, additata responsabile
di scissione dellíumano, lascia posto ad un indifferenziato bisogno di
sintesi dove líirrazionale emerge come ideologia di una prassi in cui esperienza
è stereotipa ripetizione. Rifiuto a trarre conoscenze dal dato di
conoscenza, mondo di tecnici dellíinterdisciplinare come luogo díincontro
istituzionale, rinuncia al pensare pubblico, pensiero privato attutito
nel dato e nellíoggettività, mitico criterio di cittadinanza scientifica.
Interdisciplinare
burocratico, ufficiale, punteggiato da regolari carriere scientifiche al
servizio della conservazione. I tecnici hanno troppo spesso accettato la
rinuncia alla presenza sociale.
Lo
psicoterapeuta, come tecnico delle Scienze Umane, si trova nellíalternativa
di essere strumento della società nel ruolo di curatore di devianze,
ovvero di adoperare le conseguenze conoscitive del proprio metodo díindagine
per intervenire nella dinamica dei processi di trasformazione sociale.
Nel quadro di una presa di coscienza degli psicoterapeuti come categoria
professionale, si trascende líesperienza individuale o il porsi privato
come operatore sociale o politico. La conoscenza psicoterapeutica impone
la partecipazione attiva alla realtà da costruire e non ha spazio
per la fuga nel tecnicismo.
Il
tentativo di conoscersi e di portare, da un canto, allíinterno del nostro
settore professionale, presentato con gli aspetti concreti che lo caratterizzano,
temi e problematiche di settori affini, e dallíaltro di offrire a questi
il contributo della ricerca psicoterapeutica, rappresenta il filo conduttore
di questo periodico. Le premesse di un discorso antropologico, nei limiti
della nostra storia e della cultura in cui operiamo, è innanzi tutto,
in questa fase, problema di conoscenza reciproca. Impegno di ricerca in
cui la nostra solitudine tecnica trovi risposta risposta in altre solitudini
tecniche.
Líinsicurezza,
ritrovato quotidiano dellíesperienza terapeutica, diventa assunzione responsabile
dei poli di conflitto nel campo delle Scienze Umane, per una chiarezza
al di là delle false coscienze empiriche.
In linea con
tali premesse la rivista ospita contributi di matrice psicoanalitica accanto
a quelli di rappresentanti di discipline come psicologia, psichiatria,
sociologia, antropologia, filosofia, scienze dellíeducazione, storia.
Il materiale
proposto on line in queste pagine, farà invece riferimento a specifici
PERCORSI di lettura per stimolare
il lettore ad avere un orientamento dello sviluppo della rivista nel corso
degli anni.
Pier Francesco
Galli
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