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DOCUMENTO DELLA CONSULTA DEL 30 GENNAIO 2002

Partendo dalla consapevolezza che in troppe zone del Paese non vengono date risposte adeguate ai bisogni di tutela della salute mentale di oltre 600.000 persone con disturbi psichici gravi, a milioni di familiari e ad oltre 30.000 operatori, la Consulta ritiene che vi sia la necessità di un maggiore impegno da parte di tutti, e in primo luogo delle Istituzioni.

La Consulta ritiene che la situazione attuale di inadeguatezza non vada affrontata con modifiche della legge 180 che, come le proposte in discussione alla Camera, rischiano di reintrodurre una logica di emarginazione della persona con gravi disturbi psichici, considerata, in modo scientificamente arbitrario, pericolosa per sé e per gli altri e da escludere dalla società.

Invece di investire ingenti risorse per aprire nuove strutture segreganti con depauperamento dell’assistenza territoriale la Consulta chiede di attuare con le stesse risorse i risultati della I Conferenza Nazionale sulla Salute Mentale, il Progetto Obbiettivo Tutela della Salute Mentale ed in particolare quanto previsto nel Documento della Conferenza dei Presidenti delle Regioni.

Peraltro le evidenze scientifiche e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sostengono la validità della psichiatria di comunità che si ispira ai principi della legge 180: territorio e ambiente di vita, oltre ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali della malattia mentale.

Se l’obbiettivo è una integrazione sociale e sanitaria, centrata sulla persona oltre che sulla malattia, offrendo anche opportunità di casa e di lavoro, c'è allora bisogno che le molteplici esperienze positive di attuazione del Progetto Obbiettivo diventino realtà su tutto il territorio nazionale.

Questo si realizza senza bisogno di nuove leggi, ma con un impegno di tutti gli attori interessati ed in primo luogo delle Istituzioni

La Consulta chiede pertanto:

·        L’attuazione del Progetto Obbiettivo Tutela della Salute Mentale e il monitoraggio della sua attuazione a livello Regionale

·        Il rinnovo dell’impegno già assunto per il 2001 da parte delle Regioni di destinare anche per il 2002 almeno il 5% dei Fondi sanitari regionali per le attività di promozione e tutela della salute mentale

·        L’attuazione delle Conferenze Regionali sulla Salute Mentale quale luogo di progettualità condivisa con ricadute operative e di integrazione tra gli aspetti sanitari e sociali

·        Il conferimento a tutti i direttori generali di Asl di obbiettivi attuativi del Pon con incentivazioni e verifiche

·        L’individuazione dell’Osservatorio sulla Tutela della Salute Mentale quale sede più qualificata per la definizione dei progetti per la tutela e la promozione della salute mentale, con rappresentanza equilibrata di tutte le componenti del mondo scientifico, sociale e delle famiglie

·        L’attivazione a livello nazionale di un coordinamento interministeriale e con le altre istituzioni interessate per l’elaborazione, il monitoraggio e l’attuazione dei complessi impegni riguardanti la salute mentale

·        L’immediata utilizzazione dei fondi già destinati dall’art. 98 della legge finanziaria 2001 per un programma nazionale di comunicazione e di informazione contro lo stigma e il pregiudizio sulla salute mentale (1 mld), e per la realizzazione in ciascuna Regione di progetti di prevenzione per la salute mentale, aventi ad oggetto, in particolare, interventi in ambiente scolastico e interventi di promozione per la collaborazione stabile tra medici di base e dipartimenti di salute mentale (3 mld)

·        L’adozione da parte della Conferenza Stato Regioni di strumenti sanzionatori nei confronti delle inadempienze ai vari livelli  nell’attuazione di quanto previsto dal Progetto Obbiettivo

Roma, 30 gennaio 2002

Rubrica realizzata in collaborazione con

Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA
http://www.psichiatriabrescia.it

COLLABORAZIONI

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