Caritas e Cei, rafforzare la 180
10 ottobre 2002: documento congiunto della Caritas e della Cei in occasione della giornata mondiale della salute mentale
L'annuale Giornata mondiale ci offre ancora una volta l'occasione per approfondire condividere attenzioni e preoccupazioni su un problema sempre più delicato e sempre più diffuso, in Italia e nel mondo, qual è quello della malattia mentale.
Nella vita di ogni persona esistono momenti difficili, eventi traumatici, situazioni che mettono a rischio la salute, anche la salute mentale. Il riuscire a far fronte a simili situazioni è determinato da molteplici fattori. Dalle energie e risorse della persona, dalla consapevolezza che la stessa ha delle proprie potenzialità, dalla capacità di attivarle ed utilizzarle, dal contesto in cui la persona vive (disposto ad accorgersi della sofferenza e a farsi solidale), dal sistema sociale, che tutela i più deboli o delega la loro cura agli organismi di volontariato ecclesiale e non, o si occupa di nasconderli agli occhi di chi sta bene, magari rinchiudendoli contro la loro volontà. Infine, dai servizi di sanità pubblica, in grado di accogliere le richieste di salute dei cittadini, di attuare la presa in carico della persona, e non del sintomo, per un progetto globale di cura.
La Caritas Italiana e l'Ufficio nazionale CEI per la Pastorale della sanità in questa Giornata mondiale vogliono contribuire a rilanciare l'attenzione ad ogni persona, ad ogni cittadino, ad ogni fratello.
Invitiamo le comunità ecclesiali, che sempre più risultano attente ed impegnate nei confronti di quanti vivono situazioni di sofferenza mentale, a farsi prossimo a questi fratelli per condividere tempo, calore, amicizia, fatica, dolore. Ma anche piccole gioie e conquiste quotidiane che le esperienze diffuse nel territorio nazionale e all'estero ci permettono di dire che esistono, sono possibili.
Nel mondo ricordiamo in particolare l'impegno della Caritas Italiana sul tema della malattia mentale in Serbia e Montenegro e l'impegno di prevenzione e cura dei disturbi post-traumatici da stress, in Sierra Leone (recupero bambini-soldati) e in tutte le emergenze collegate alla guerra o a calamità.
In Italia in questo momento assistiamo ad un processo di revisione della legislazione in materia, e c'è chi sottolinea molto la presenza di cronicità tra i malati di mente, quasi dimenticando che la malattia ha fasi e livelli differenti e quasi negando ogni possibilità di guarigione.
Occorre invece, a nostro avviso, agevolare la condivisione del dolore in una comunità che sa essere accogliente, se ben motivata ed indirizzata, e bisogna mettere sempre più i servizi pubblici in grado di far fronte a situazioni di sofferenza con una presa in carico efficace e con risposta adeguata ai bisogni.
Torniamo inoltre a sottolineare la necessità di servizi territoriali e la terapeuticità del contesto, della comunità che ha il diritto e il dovere di accogliere chi soffre.
In questa Giornata sembra, pertanto, importante ribadire che:
- sono possibili, accessibili ed attuabili percorsi di cura differenziati e creativi per la sofferenza mentale, in un quadro di interazione con l'intero sistema sanitario e in presenza di coordinate verificabili;
- è necessario che la salute mentale diventi una priorità e che si dedichino le risorse necessarie, sia nella cura che nella prevenzione;
- è indispensabile impegnarsi a lavorare insieme per sradicare i pregiudizi collegati alle malattie mentali e assicurare che, coloro che ne soffrono, ricevano attenzioni, cure e la comprensione di cui hanno disperatamente bisogno;
- occorre promuovere processi di deistituzionalizzazione a tutti i livelli del sistema di cura
- in Italia è utile un dibattito sulla legge 180 per andare oltre, senza disperdere i valori e gli obiettivi che l'hanno promossa e animata, ma semmai rafforzandone gli strumenti di attuazione, nell'interesse della persona malata e aiutando le famiglie nella solidarietà a sostenere queste situazioni»
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COLLABORAZIONI
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