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dal sito della Cooperativa Itaca https://www.itaca.coopsoc.it/

180: "Non sono accettabili processi regressivi"
mercoledì 28 dicembre 2005.
 

La legge 180 venne approvata nel 1978 e, fin da quel momento, suscitò resistenze ed opposizioni. Forse perché, come lo stesso Basaglia affermava, poteva essere applicata solo se il suo cammino fosse stato condiviso con quello della società civile, una società attenta a bisogni e richieste da poter soddisfare solo con un’adeguata ripartizione dei fondi pubblici.
Negli anni 2002 e 2003 in particolare c’è stata, da parte del Governo, una decisa accelerazione nella volontà di riforma della legge 180, seppur in senso ’antiorario’. Volontà di riforma che tuttavia ha trovato di parere contrario vastissimi ambiti della società civile e politica, anche all’interno della stessa maggioranza di Governo. Le svariate versioni del decreto legge di riforma della 180 portate avanti nel corso di questi anni in particolar modo dall’on. Maria Burani Procaccini (Fi), hanno infatti trovato numerose resistenze anche tra i banchi degli stessi suoi colleghi di Governo.
Le varie ddl (Burani Procaccini, Cé, Cento, Moroni, Lucchese, Lucchese bis, etc.) non sono infatti mai riuscite ad arrivare e a fondersi in un testo unificato di legge, suscitando inoltre l’opposizione dell’universo delle associazioni (da quelle dei familiari a quelle degli stessi psichiatri), partiti politici, cooperative, finendo per essere così congelate.

Come si ricorderà, nella seduta del 20 aprile 2004 della Commissione parlamentare XII il sottosegretario Antonio Guidi aveva preannunciato, in accordo con l’allora Ministro Girolamo Sirchia e con la Conferenza Stato-Regioni, la predisposizione di linee guida sulla psichiatria, rilevando che lo stesso Basaglia riteneva modificabile la 180/78, ma che "non sono accettabili processi regressivi". Ciò in attesa di una presa di posizione ufficiale da parte del Governo, ma il ministro Sirchia non è mai intervenuto in sede referente.
In seguito in data 19 maggio 2004, la Presidenza del Consiglio dei Ministri (segreteria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni e le Province Autonome) aveva inviato uno schema di accordo, pervenutole dal Ministero della salute, relativo alle "Linee guida sull’applicazione di accertamenti e di trattamenti sanitari obbligatori per la malattia mentale ai sensi degli art 34 e 35 della legge del 23.12.78, n.833". Neppure in queste linee guida si faceva riferimento a finanziamenti o a fonti di finanziamento. Un documento, quest’ultimo, con numerosi punti in comune con i diversi ddl presentati a partire dal 2001 per riformare la psichiatria in Italia.
Tornando alla legge 180 e alle parole del ministro per la Salute, Francesco Storace, che oggi ha dichiarato la volontà di "non mettere in discussione l’impalcatura della legge", ricordiamo che lo stesso Basaglia la riteneva modificabile, ma che "non sono accettabili processi regressivi". La Cooperativa Itaca intende ribadirlo.

Desideriamo inoltre ricordare le parole che l’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia aveva pronunciato da Trieste, culla della psichiatria basagliana, il 13 marzo 2004, difendendo a spada tratta la legge ’Basaglia’. La legge 180, come allora riportato dall’Ansa, "ha dato globalmente buoni risultati - aveva affermato il ministro Sirchia-. Non si tratta tanto di cambiarla, quanto di dar seguito a quel dettato". "La legge 180 - aveva aggiunto - è stata in parte inattuata. Se ha un difetto, non è tanto nell’impianto, quanto nella sua realizzazione". Nessun cambiamento dunque perché -aveva concluso il ministro Sirchia- "mi sembra possa andar bene ancora oggi". Concetti che la Cooperativa Itaca intende ribadire ulteriormente.

Fioccano intanto le prime reazioni alle dichiarazioni del ministro Storace. La contrarietà dei Verdi e le perplessità degli psichiatri fonte Corriere della Sera
«Per fortuna il Governo ha i giorni contati ed i propositi di Storace di rivedere la 180 non possono essere realizzati, ma quello che preoccupa è il nuovo tentativo di speculare sul dolore di migliaia di persone che si confrontano con il disagio mentale con l’obiettivo di rimettere in discussione la legge 180, conquista basilare della moderna psichiatria, secondo gli insegnamenti di Basaglia», ha affermato il coordinatore della segreteria dei Verdi, Paolo Cento, che ha aggiunto: «Il problema non è tornare al manicheo scontro tra basagliani e tobiniani, ma andare avanti ed estendere il sostegno alle famiglie che soffrono questo disagio, potenziare le strutture residenziali pubbliche e private e la loro integrazione nel territorio come peraltro prevede una proposta di legge avanzata proprio dai Verdi».
E’ «fondamentale mettere mano alle attuali disfunzioni del sistema, attraverso progetti-obiettivo mirati, piuttosto che pensare ad un intervento sulla legge 180». È questa l’opinione del presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) Carmine Munizza che, commentando l’annuncio del ministro della Salute Francesco Storace circa l’intenzione di «mettere mano alla 180», ha rilevato come «non sarà certamente una nuova legge a garantire che i servizi nel settore della psichiatria funzionino». La legge Basaglia sulle malattie mentali, ha affermato Munizza, «è una legge di civiltà e di principio». Quanto alla volontà di rivederla espressa dal ministro Storace, il presidente Sip avanza delle riserve: «Il punto - ha spiegato - è sicuramente quello di migliorare la qualità dei servizi; questo, però, non lo si fa toccando la legge, bensì stabilendo un nuovo progetto-obiettivo. L’ultimo - ha precisato - è scaduto nel 2000 e per questo riteniamo urgente l’emanazione di un nuovo progetto per dare risposta alle esigenze dei tempi». Insomma, una nuova legge, secondo Munizza, «sarebbe inutile, mentre più sensato sarebbe realizzare progetti mirati e prevedere magari dei commissari per le Regioni che non dovessero applicarli». Così come totale, ha ricordato il presidente Sip, è l’opposizione alla proposta di legge Burani che mirava appunto ad una riforma della 180: «In questo caso - ha concluso Munizza - non si faceva altro che riproporre sotto altre vesti il vecchio modello manicomiale».

La rubrica realizzata in collaborazione con
Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA

http://www.psichiatriabrescia.it


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Carlo Gozio, psichiatra e psicoterapeuta, lavora a Brescia ed è responsabile del Centro Residenziale Terapeutico e del Centro Diurno degli Spedali Civili di Brescia.
Cura per conto dell'Associazione Laura Saiani Consolati il sito www.psichiatriabrescia.it. e le News Territorio di Pol.it

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