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PIANO SOCIO SANITARIO 2007-2009 - REGIONE LOMBARDIA

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato nella seduta del 26 ottobre scorso il testo definitivo del Piano Socio Sanitario per gli anni 2007-2009.

Riportiamo di seguito le parti che riguardano la salute mentale.

Il testo integrale del PSS è scaricabile in formato word cliccando quì

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4. LA SALUTE MENTALE: PSICHIATRIA, DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE, NEUROPSICHIATRIA INFANTILE E DELL' ADOLESCENZA E DISABILITA' CORRELATE, PSICOLOGIA.

4.1 Psichiatria

Punti di priorità del Piano regionale salute mentale

Le problematiche della salute mentale devono trovare un tavolo unico di coordinamento delle strategie che tenga conto sia della necessità di forte correlazione tra strutture specialistiche e territorio, sia dell'esigenza di offrire una nuova assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale alle famiglie, favorendo i processi di rete.

Il Piano Regionale per la salute mentale (PRSM), approvato dalla Giunta Regionale lombarda  con DGR 17513 del 17.05.2004, ha indicato i modelli organizzativi e gli strumenti per sviluppare una nuova policy per la salute mentale. I punti di priorità del PRSM sono i seguenti:

·  istituzione degli Organismi di Coordinamento per la salute mentale nell'ambito delle ASL  in collaborazione con AO, erogatori privati accreditati a contratto, MMG e PLS, Enti locali, agenzie del privato sociale e della 'rete naturale', associazioni, volontariato ed altre realtà del territorio, con funzione di integrazione e collegamento tra i diversi soggetti istituzionali e non istituzionali coinvolti a diverso titolo nella tutela della salute mentale. Inserimento nel Dipartimento di Salute mentale di un rappresentate delle Associazioni di Volontariato e/o di Associazioni dei parenti dei pazienti psichiatrici;

·  introduzione della metodologia dei 'percorsi clinici' per garantire agli utenti una valutazione approfondita delle loro esigenze e percorsi di cura personalizzati per i soggetti affetti da disturbi psichiatrici gravi, per i malati con maggiori bisogni e a maggior rischio di abbandono. Per questi pazienti è previsto un trattamento centrato sull'elaborazione del Piano di Trattamento Individuale (PTI), l'istituzione della figura del 'case manager' e la ricerca e il recupero del rapporto con gli utenti 'persi di vista';

·  riqualificazione delle strutture residenziali psichiatriche attraverso la differenziazione delle strutture residenziali sulla base dei livelli di intervento terapeutico riabilitativo e del grado di assistenza; potenziamento delle strutture residenziali a bassa intensità e attivazione dei percorsi differenziati e personalizzati di accompagnamento alle dimissioni dei pazienti stabilizzati in integrazione con l'offerta dei servizi territoriali;

·  incentivazione di modelli organizzativi e gestionali che favoriscano la flessibilità nei percorsi di assistenza, anche attraverso forme di collaborazione pubblico-privato e con soggetti non istituzionali in modo da offrire opzioni di scelta agli utenti;

·  valorizzazione dei soggetti del Terzo settore, in un'ottica di sussidiarietà orizzontale, con grande attenzione ai criteri di accreditamento;

·  ampliamento dell'offerta assistenziale attraverso l'istituzione di un coordinamento tra le strutture non residenziali del territorio (CPS) per garantire almeno un punto di servizio per i pazienti e di consulto per le famiglie sull'intero arco delle 24 ore.

 

4.2 I disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono malattie mentali in costante aumento.

Si prevede l'evoluzione della rete di intervento sia per  l'assistenza delle fasi acute, sia per i progetti riabilitativi multidisciplinari integrati in regime di ricovero ordinario o di day-hospital, sia infine per i progetti di inserimento assistito nell'ambito relazionale e lavorativo dopo la fase riabilitativa.

Il fulcro di una siffatta 'rete' è rappresentato dalle strutture riabilitative dedicate all'intervento intensivo sui DCA. 

Verranno perseguiti i seguenti obiettivi:

-             promuovere capillari campagne di informazione e sensibilizzazione a partire dalle scuole primarie;

-                rafforzare il sistema di intervento e tendere verso una maggiore appropriatezza degli interventi;

-                ridurre le liste d'attesa;

-                creare le premesse, anche con misure di ordine informativo, per interventi precoci;

-                offrire supporto medico e psicologico alle famiglie che abbiano un familiare affetto da disturbi del comportamento alimentare;

-                prevedere attività di formazione specifica del personale medico e del corpo insegnanti;

-                garantire la disponibilità di interventi diagnostici, di counselling e terapeutici (individuali, di gruppo, familiari), sia ambulatoriali, sia in regime di day-hospital, sia in quello di ricovero ordinario (a valenza riabilitativa, o di cura delle fasi acute);

-                sviluppare interventi di prevenzione specifica.

4.3 La neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza

            ll tema della valutazione dei bisogni, della personalizzazione e della programmazione degli interventi in relazione alla disponibilità delle risorse, sono gli elementi di fondo che hanno da sempre qualificato la presa in carico e il supporto dei minori e delle loro famiglie. La Regione, in questi anni, ha assicurato una organizzazione dei servizi di tutela e cura della salute mentale dell'età evolutiva articolata in Unità Operative di neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, afferenti alle Aziende Ospedaliere di tutto il territorio e dotate di un tariffario specifico che ne valorizzasse le prestazioni.

            Per raggiungere un livello di eccellenza anche nei servizi sanitari di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza e nel lavoro  di integrazione con gli altri interlocutori istituzionali e non, impegnati nel settore, e quindi mantenere il bambino e la sua famiglia al centro delle  iniziative di prevenzione, cura, tutela, assistenza, occorre promuovere una rivisitazione  e una riqualificazione delle attività dei servizi di NPIA.

            Le Unità Operative di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (UONPIA) effettuano attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione in ambito neurologico, psichiatrico e neuropsicologico nella fascia d'età da 0 a 18 anni. Affrontano un ampio range di patologie molto differenziate tra loro, acute, subacute, croniche, rare, progressive ecc, spesso ad elevata comorbilità, una quota significativa delle quali ha bisogni multipli e complessi che perdureranno per tutta la vita, ad elevato impatto sociale.

            E' necessario predisporre un 'Piano regionale per la Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza' che preveda:

·               il consolidamento di un Sistema Integrato di Servizi di Neuropsichiatria Infantile su tutto il territorio regionale, sia in termini di professionalità (neuropsichiatri, psicologi, terapisti della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, logopedisti, educatori ecc) sia in termini di strutture;

·               l'attivazione di un Organismo di Coordinamento per la salute mentale dell'Età Evolutiva all'interno di ogni ASL;

·               lo sviluppo di modalità innovative nell'area dell'emergenza–urgenza NPIA, con particolare attenzione al fenomeno dei suicidi e tentati suicidi in adolescenza e preadolescenza;

·               l'Osservatorio epidemiologico per la NPIA e relativo sistema informativo;

·               la revisione dei criteri per l'accreditamento istituzionale e gestionale con verifica dei costi connessi;

·               la definizione di percorsi di cura e modelli operativi d'intervento per le patologie ad alto impatto sociale e alta complessità clinico organizzativa e la definizione di protocolli operativi tra la UONPIA e le altre UO Aziendali e dipartimentali nella direzione di 'percorsi di cura' diagnostici e terapeutici condivisi;

·               la sperimentazione di modelli di collegamento con pediatri ospedalieri, pediatri di libera scelta e medici di medicina generale;

·               la collaborazione con le strutture private accreditate, attraverso la stipula di protocolli operativi e la valutazione dei percorsi riabilitativi;

·               le linee guida per la strutturazione di specifici accordi di programma per l'integrazione delle attività con le altre istituzioni (scuola, tribunale ecc);

·               la definizione di protocolli operativi con i Servizi per l'età adulta ai fini del 'passaggio in cura' in previsione del compimento della maggiore età.

4.4 Psicologia

La Psicologia ha consolidato da tempo il proprio intervento in ambito preventivo, terapeutico, riabilitativo, per la promozione e tutela della salute.

Al fine di delinearne l' azione, spesso lasciata implicita, occorre distinguere tra:

·      operatività connessa ai disagi ed ai disturbi mentali (psichiatria, neuropsichiatria infantile, dipendenze);

·               interventi relativi alle problematiche psicologiche connesse ad eventi organici patologici (gravi, acuti e cronici invalidanti o con prognosi infausta).

Tali ambiti operativi prevedono attività dirette alla persona e al suo contesto relazionale naturale (primariamente la famiglia) sia in fase di ricovero sia di intervento ambulatoriale.

Parallelamente altre azioni, seppur indirette, riguardano il "contesto di cura", quali:

·      supporto psicologico agli operatori che operano in aree particolarmente critiche;

·      formazione e aggiornamento degli operatori alla relazione con il paziente e, più in generale, formazione alla comunicazione interpersonale del personale che opera a contatto con il pubblico;

·      umanizzazione dell'assistenza e dell'accoglienza nelle varie articolazioni del sistema sanitario e, più in generale, rilevazione della soddisfazione e miglioramento della qualità.

Va infine confermato il ruolo di rilievo della Psicologia negli ambiti organizzativi e di programmazione degli interventi in ambito  sociale e sanitario.

 

 

4.5 Livelli di cura ad elevate intensività ed integrazione assistenziale

 

            Il crescente bisogno di cura ed assistenza per le persone in situazione di fragilità e non autosufficienza pone con evidenza la necessità di progettare nuovi modelli organizzativi e soluzioni operative sia sul versante professionale che sia quello della programmazione e della gestione dei servizi. 

            Le nuove risposte assistenziali richiedono un forte incremento della flessibilità organizzativa e la ricerca di nuovi strumenti gestionali che assicurino l'appropriatezza e l'efficacia degli interventi, la sostenibilità dei modelli, il gradimento dei cittadini, la qualità professionale degli operatori impegnati, una stretta integrazione fra pubblico, privato no profit e for profit accreditato.

            In questo contesto, il concetto di continuità di cura deve essere interpretato non solo quale strumento di garanzia di un percorso assistenziale bidirezionale (in sussidiarietà verticale per tipologia di complessità di cura, senza soluzione di continuità fra rete ospedaliera e rete territoriale), ma anche quale reale possibilità da parte del malato e della sua famiglia di poter accedere alle prestazioni necessarie nelle 24 ore, 7 giorni su 7, da parte dell'equipe curante domiciliare (e quindi ad attività svolte in sussidiarietà orizzontale).

Questo in particolare per le situazioni ad elevata intensità di cura; nei casi a minore complessità deve essere ricercata un' integrazione funzionale con il servizio di continuità assistenziale.

Nel periodo di vigenza del Piano si verificheranno in tal senso le ipotesi di sviluppo organizzativo.

            L'obiettivo è quello di garantire la permanenza al domicilio di malati 'fragili' affetti da patologie e da multipatologie il cui trattamento, ancorché complesso, può essere attuato e sostenuto a casa, a condizione che il malato e la famiglia siano supportati da un 'sistema a rete' caratterizzato da:

·      elevata duttilità nell'adeguarsi ai bisogni dei malati, per definizione instabili o ad alto potenziale di instabilità (concetto di intensività variabile);

·      continuità assistenziale e attività in equipe;

·      attività in équipe;

·      formazione ed esperienza professionale sanitaria specifica da parte degli operatori della équipe nei settori di intervento;

·      regia centralizzata;

·      stretta integrazione funzionale, definita secondo protocolli operativi con medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, rete 118 dell'emergenza urgenza territoriale, medici di continuità assistenziale, sistema socio-sanitario (sistema del voucher-pattanti) e socio-assistenziale, privato no profit e for profit accreditato.

 

La rubrica realizzata in collaborazione con
Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA

http://www.psichiatriabrescia.it


COLLABORAZIONI

Poche sezioni della rivista più del NOTIZIARIO possono trarre vantaggio dalla collaborazione attiva dei lettori di POL.it.  Vi invitiamo caldamente a farci pervenire notizie ed informazioni che riteneste utile diffondereo farconoscere agli altri lettori. Carlo Gozio che cura questa rubrica sarà lieto di inserire le notizie che gli farete pervenire via email.

     
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Carlo Gozio, psichiatra e psicoterapeuta, lavora a Brescia ed è responsabile del Centro Residenziale Terapeutico e del Centro Diurno degli Spedali Civili di Brescia.
Cura per conto dell'Associazione Laura Saiani Consolati il sito www.psichiatriabrescia.it. e le News Territorio di Pol.it

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