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4. Gli interventiprotettivi e il supporto alla famiglia hanno molti diversificati aspetti

La sintomatologia dellaDa conseguentemente alla grave compromissione di funzioni centrali superiori,ha come fondamento caratteristico la progressività della disabilitàper cui si viene a determinare una sindrome in cui la gestione clinicae assistenziale risulta estremamente complessa.

 

Storicamente, in particolarenel nostro Paese, la gestione del paziente demente viene affrontatain due momenti distinti e cioè quello diagnostico e quello assistenzialee/o riabilitativo. Il momento diagnostico, che è certamente quellopiù delicato e rilevante - non dimentichiamo che circa il 10-15%di tulle le demenze è potenzialmente reversibile - è quasisempre di pertinenza dei reparti di neurologia, o di geriatria, o anchedi psichiatria, o infine di medicina generale. Il momento cosiddetto assistenziale-riabilitativoancor oggi grava quasi sempre sulle famiglie e, in maniera ancora moltocontenuta nel nostro Paese, in istituzioni di tipo sociale quali, a esempio,le cosiddette 'Residenze sanitarie assistenziali.

 

Va comunque tenuto costantementepresente che la condizione clinica del paziente demente è caratterizzatadal fenomeno della polipatologia che necessariamente comporta vari gradidi disabilità solo parzialmente spiegati dalle deficienze cognifive.Tale polipatologia è un fenomeno in continua evoluzione e ovviamenteabbisogna di interventi diagnostico-terapeutici specifici; nel pazientedemente sono presenti problemi somatici, psichiatrici, sociali, etici,medico-legali, ed è quindi necessario un approccio multidisciplinaree ovviamente anche una continuità nella gestione di tale approccio.

I principali compitiche lo specialista si trova a dover affrontare, nella fase post-diagnosticadella demenza di Alzheimer, si possono ricondurre fondamentalmente a 4grandi problemi:


 

1) l'approccioterapeutico specifico che, come si è detto, è attualmentesolo sintomatico e parziale nelle fasi iniziali della malattia;

2) un approccio chemiri a contenere l'eccesso di disabilità del paziente medesimo;

3) un approccio propriamenteriabilitativo tenuto conto della globalità della patologia delpaziente;

4) un approccio tendentea migliorare la qualità della vita del paziente e ovviamentedell'ambiente che lo circonda.

Trascurando il primo punto,il controllo dell'eccesso di disabilità è un elemento fondamentaleproprio poichè la comorbilità è una caratteristicapraticamente sempre presente nel paziente demente; la cura delle malattieconcomitanti consente sempre di ottenere anche un miglioramento delle prestazionicognitive. Gli ambiti dell'intervento sulla disabilità sono diversi,da quelli motori, somatici a quelli più propriamente psichici; sipotrebbe ricordare, a esempio, la rilevanza delle cadute del paziente edel problema della incontinenza; le cadute del paziente sono mediamentedel  40-50% superiori rispetto a quelle di anziani con situazionicognitive normali e comportano ovviamente una percentuale di istituzionalizzazionee un rischio di mortalità decisamente superiori a quelli dei pazienticognitivamente normali. La causa di tali cadute è, multifattoriale(alterazioni del sistema autonomo, disturbi cardiovascolari, alterazionidell'equilibrio, etc.) e la prevenzione delle stesse necessita un approcciomultidisciplinare. Altrettanto importante è il problema della continenzae anche in questo senso si sotto dimostrati efficaci interventi di rieducazione.

Gli interventi ditipo riabilitativo si prefiggono come obiettivo quello di limitarel'impatto che hanno le condizioni disabilitanti attraverso degli .interventiche permettano di conservare il massimo livello di autonomia compatibilecon quella determinata condizione clinica e quindi con un approccio multidisciplinareche coinvolga diversi tipi di figure professionali con lo scopo,di migliorarela qualità della vita del paziente disabile. Nel caso della demenzal'approccio riabilitativo ha come scopo quello di rallentare la progressionedi malattia piuttosto che quello di ripristinare la funzione irrimediabilmentelesa e quindi una strategia finalizzata a ridurre l'handicap del paziente.

L'approccio riabilitativodel paziente dernente può aver luogo in famiglia, come nelle istituzioni,con diversi tipi di bersaglio, avendo come dato primario quello di migliorarela qualità della vita potenziandone le risorse residue e quindidi conseguenza migliorando le prestazioni cognitive. Tale approccio; chefino a una decini di anni or sono era sostanzialmente inesistente, si èvia via più intensifi-cato, definendo una serie di ambiti di, interventoche si possono così schematizzare: la cognitività; l'affettività,il linguaggio, il sonno, l'alimentazione, le funzioni motorie, le funzionineurosensoriali, l'autonomia personale, le relazioni interpersonali. Perognuno di questi obiettivi sono state e vengono di continuo.proposte metodologiespecifiche con interventi mirati e altresì con àpprocci metodologicidiversificati. Dei vari interventi sopra elencati hanno ricevuto particolareattenzione dal mondo scientifico soprattutto quelli mirati alla compromissionedeUa memoria e alle tecniche di stimolazione della memoria medesima inmodo da determinare un rallentamento nellà sua compromissione.

 

Terzo e ultimo elementodi intervento è rappresentato dalla cura della qualitàdella vita del paziente, intervento che ovviamente deve essere finalizzatonon solo al pa-ziente stesso, ma altresì a colui o coloro che loaccudiscono, sia che si tratti di personale assistenziale delle istituzioni,sia che si tratti della famiglia. Come si è detto tali tipi di interventisono oggi possibili attraverso programmi che stanno definendosi e che stann6maturando anche nel nostro Paese, soprattutto attraverso la formula delleResidenze sanitarie assistite. Nell'ambito di tali Residenze si vanno definendoprogetti di ricerca, ma altresì di supporto tra le famiglie e teunità medesime con un approccio multidisciplinare, a livello medicoe a livello socio-assistenziale, allo scopo da un lato di controllare ilpiù possibile l'evoltizione della malattia e dall'altro lato dicontenere il tipo di handicap e di disagio che la malattia medesima comportasia per il paziente che per le famiglie. Vanno altresì definendosidelle unità di riabilitazione delle demenze nell'ambito delle Residenzesanitarie assistite, unità che si prefiggono lo scopo di formulareprogrammi riabilitativi, con sperimentazione di nuove modalità,e di ricerca clinica e documentazione, nonché di formazione delpersonale ai vari livelli.



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