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"Il rapporto uomo-animale come fonte di benessere psicologico"

Attività e Terapie Assistite dall'Animale: definizioni, sviluppi,

applicazioni e potenzialità

Arcore (MI), Sala del Centro Sant'Apollinare.

27 Maggio 2004

"IL RAPPORTO UOMO ANIMALE"

COME FONTE DI BENESSERE PSICOLOGICO

- Arcore, 27 maggio 2004 -

PAOLA RIBOLDI

SOCIO FONDATORE E VICE PRESIDENTE ASSOCIAZIONE KOINE’

(tel.339 4689299 – e-mail: assokoine@virgilio.it)

L’ASSOCIAZIONE KOINE’

Attraverso l’aiuto degli animali domestici, ci poniamo l’obiettivo di migliorare la vita dei portatori di handicap, degli anziani e di tutti coloro che vivono il disagio sociale.

Koinè è la lingua comune che gli antichi greci portavano nelle terre lontane, allo scopo di migliorare la qualità di vita delle colonie; il termine ha assunto in seguito il significato di comunità, aggregazione; ciò che la nostra associazione vuole essere: un gruppo di persone che si pone al servizio di altre per permettere il miglioramento della loro condizione di vita.

Il nostro impegno si sviluppa attualmente con l’aiuto di cani e cavalli, e si svolge in due ambiti:

- la riabilitazione equestre (comunemente definita ippoterapia)

- e la pet therapy, o – più correttamente – attività e terapie assistite con gli animali

 

KOINE’: LA RIABILITAZIONE EQUESTRE

Per quanto riguarda la riabilitazione equestre rimandiamo gli approfondimenti ad una serata dedicata, che avremmo in animo di organizzare – speriamo a breve - sempre con il patrocinio dell’Assessorato ai Servizi Sociali, invitando il Centro Studi ANIRE (l’associazione nazionale italiana di riabilitazione equestre) diretto dalla dottoressa Danièle Nicolas Citterio, che in Italia ha sviluppato e studiato la RE negli ultimi trent’anni.

Poniamo l’accento solo sul fatto che Koinè è un CRE ANIRE: ciò è molto importante perché significa che è affiliata all’Associazione Nazionale di Riabilitazione Equestre e ne segue il metodo di lavoro.

Di riabilitazione equestre si sente parlare da qualche anno e gli interessati sanno che il cavallo è uno "strumento" potente e positivo che porta miglioramento non solo sotto vari aspetti psicologici (per cui cognitivi, relazionali, di rappresentazione di sé, di autostima, etc.), ma anche e profondamente sotto l’aspetto neuromotorio, in quanto il movimento del cavallo è fisioterapico perchè rispecchia il cammino umano.

 Koinè, per svolgere l’attività di riabilitazione equestre, ha trovato ospitalità presso il Club Ippico Misurato di Arcore, - che i concittadini conoscono bene in quanto è sul territorio

da qualche decina d’anni - che mette a disposizione la struttura – formata da un

maneggio coperto di recentissima ultimazione (praticamente indispensabile per il nostro lavoro), un maneggio all’aperto - e un cavallo (che è stato addestrato al nostro tipo di lavoro). Al momento l’associazione non si può permettere il mantenimento di un cavallo di proprietà, anche se questa soluzione è evidentemente auspicabile.

Parliamo di riabilitazione equestre – e non di ippoterapia - perché operiamo nel settore ludico-sportivo (siamo in un maneggio e non in un ospedale), vale a dire in un ambito demedicalizzato (non vi sono camici bianchi), in cui l’utente segue un programma

riabilitativo impostato da un medico specialistico, facendo dello sport e divertendosi in mezzo alla natura (noi infatti spieghiamo alle famiglie che è indispensabile una visita medica presso il centro studi ANIRE, per stilare il programma personalizzato).

Allo stato attuale la riabilitazione equestre trova le sue adesioni principalmente fra i portatori di handicap e meno (se non nessuna) fra le fasce anziane, e soprattutto la quarta età. Studi, che si sono svolti recentemente grazie anche al Centro Ricerche ANIRE, hanno verificato che la RE giova a molte patologie legate all’avanzamento dell’età (un esempio su tutti è l’alzheimer). Per non parlare poi del miglioramento delle funzioni motorie, circolatorie e respiratorie, il controllo degli sfinteri, la coordinazione dei gesti e delle azioni, è anche un ottimo antidepressivo naturale, facilita la reintegrazione sociale e la relazione.

Aiuta pertanto l’anziano a sentirsi nuovamente partecipe e attivo e, per i soggetti disponibili, può essere occasione d’interscambio delle attività in campo con i soggetti disabili.

A noi piacerebbe molto far comprendere che il cavallo potrebbe essere utilizzato non solo per i portatori di handicap, ma in maniera più allargata, e l’esempio sugli anziani non è isolato, in quanto potremmo soffermarci sul recupero e il reinserimento sociale.

Inoltre, per chi non se la sente (fino a che non se la sente) non è obbligatorio salire in sella al cavallo, a terra si possono fare innumerevoli attività….. Quello del cavallo è un "mondo" tutto da scoprire.

 

KOINE’: ATTIVITA’ E TERAPIE ASSISTITE CON L’AIUTO DI ANIMALI

Rispetto al cavallo, che è un animale imponente che può incutere timore, per qualcuno può essere più facile l’approccio con i piccoli animali, meno impegnativi da avvicinare.

Koinè, oltre alla riabilitazione equestre, opera nell’ambito delle attività e terapie assistite dagli animali, che sono comunemente definiti pet therapy.

Anche in quest’area abbiamo deciso di seguire un modello di riferimento preciso, positivo e testato con anni di attività e di cui ci parleranno in modo approfondito Debra e Marcello, che lo hanno portato in Italia.

Il team di lavoro delle AAA/AAT è formato dalla coppia uomo animale, registrata Delta Society® Pet Partner®, composta dalla sottoscritta e da una bellissima cagnolina di cinque anni di nome Ambra (un segugio italiano a pelo ruvido).L’Associazione si avvale inoltre della collaborazione della dottoressa Anna Fata, relativamente alle problematiche legate agli aspetti psicologici prima, durante e dopo le interazioni.

Vi sono ulteriori progetti in fase di attuazione per allargare l’equipe con altre figure professionali e specialistiche.

In progetto vi è l’acquisto, la crescita, l’addestramento e la registrazione di un secondo cane. Ciò non sarà realizzabile a brevissimo poiché implica dei finanziamenti di cui al momento non disponiamo, ma che speriamo presto di ottenere.

 DIFFERENZE E SINERGIE FRA RE E AAA/AAT

E’ difficile trovare delle nette linee di demarcazione fra RE e PT – è complicato, infatti, dire dove termina una e comincia l’altra –, è più facile trovarne invece le interazioni e i punti in comune, che poi sono i benefici psichici e fisici portati dagli animali, con la differenza che la riabilitazione equestre utilizza esclusivamente il cavallo, mentre la pet therapy lavora ad ampio spettro, "sfruttando" gli aspetti positivi della relazione fra uomo e animale.

La prima cosa da sottolineare è che gli animali che sono utilizzati per questo tipo di attività non sentono mai le interazioni come delle costrizioni, ma si fa leva sul piacere che essi provano nell’interagire con le persone.

Il benessere dell’animale viene infatti al primo posto. Ma questo lo spiegheranno meglio Debra e Marcello.

Anche nella RE, potremmo dire che il cavallo subisce il lavoro svolto. In realtà gli animali utilizzati sono coccolati e straviziati dai ragazzi, che li riempiono di zuccherini e carote……. E il tipo di lavoro che svolgono non è assolutamente traumatico e coercitivo, come quello ad esempio di saltare ostacoli, ma anche per loro rilassante. Un cavallo stressato fa in fretta a farlo capire e non è certo consigliabile rischiare di far del male ai ragazzi, con un cavallo che non accetta volentieri il lavoro.

 

RIFLESSIONI SUL RAPPORTO FRA UOMO E ANIMALE

Si tratta di una considerazione sul cambiamento che si è verificato negli ultimi 20 anni in Italia nel rapporto fra uomini e animali. Gli animali - soprattutto cani e gatti - vivono ormai in famiglia, condividono la vita in appartamento e raramente vediamo cani legati alla catena e quando ci capita proviamo sicuramente dispiacere.

Si cura molto la loro salute, la loro alimentazione, il loro aspetto.

Si vedono, poi, sempre più spesso casi di animali "meno" domestici tenuti in cattività (rettili, felini, e così via), e forse non è un bene per loro….

E’ successo che si è venuto a creare negli esseri umani un forte bisogno di recuperare il rapporto con gli animali, "portandoli a vivere in città", in quanto non è possibile per tutti trasferirsi in campagna.

Per cui i cani non sono più considerati solo per il lavoro che svolgono (la caccia o la guardia), ma per compagnia o per condividere con loro alcune passioni e il tempo libero (agility, riporto, ecc.).

Si è pertanto venuto a creare un legame affettivo con i nostri pet molto più forte e personalizzato, tant’è che gli animali domestici vengono ormai considerati compagni di vita.

Inoltre, nelle case, troviamo sempre più spesso anche animali da cortile quali conigli, maialini….. Gli avi contadini inorridirebbero a saperlo……

Per questi motivi il compagno fedele, vale a dire il cane, ha vissuto e sta vivendo non solo la modificazione e il miglioramento delle razze, ma si è cominciato a lavorare sul suo comportamento.

Si è pertanto cercato di "cambiare" (perché se dicessimo "migliorare" forse non useremmo il termine corretto…) comportamenti e atteggiamenti "da branco", innati e stampati nel loro dna ed essenziali allo stato selvaggio per la sopravvivenza dei singoli e della specie, in caratteri più "consoni" alla vita domestica a fianco dell’uomo, chiedendogli di restare un "eterno cucciolone".

Poi qualcuno si è accorto che queste modificazioni caratteriali potevano dare un contributo positivo per il miglioramento della vita di chi è meno fortunato, e questo ci sarà spiegato meglio dalla dottoressa Fata.

Per le attività e le terapie assistite sono pertanto utilizzate tutte le valenze positive che l’animale ha sviluppato nei confronti degli esseri umani.

Chi ha un animale in casa, soprattutto un cane, è perfettamente consapevole di quello che riceve, perché gli animali danno molto e chiedono relativamente poco, solo di essere amati.

Sulla base di questo principio per le AAA/AAT non vengono utilizzati e registrati solo cani, ma anche gatti, conigli e altri animali le cui peculiarità siano soprattutto l’ottimo rapporto con gli esseri umani.

 

DOTTORESSA ANNA FATA

ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA

Introduzione storica

I primi tentativi di addomesticare gli animali da parte dell’uomo risalgono a 12.000 anni fa, del cane, nello specifico, a 9.500 anni fa, in Inghilterra.

Inizialmente l’animale veniva utilizzato a scopo pragmatico, per l’alimentazione, la guardia, l’uso delle sue pelli.

Pare che l’addomesticamento degli animali sia stato favorito dal mutamento delle condizioni climatiche, che passando da climi caldi a più freddi, indusse un maggiore e più ravvicinato contatto interspecifico.

In alcune tribù, inoltre, alcuni animali avevano e hanno tuttora un carattere di sacralità. Si tratta di animali totemici le cui funzioni erano quelle di veicolare coraggio agli appartenenti alla tribù e di incutere timore ai nemici.

Questo è uno dei primi esempi d’uso dell’animale come veicolo di meta-messaggi.

L’uso dell’animale per trasmettere meta-messaggi e comunicazioni simboliche ha raggiunto il suo apice nell’epoca contemporanea.

Il primo tentativo di attività assistita dall’animale venne effettuato a Gheel, in Belgio, nel IX secolo, quando vennero utilizzati animali in affiancamento alle terapie mediche di un gruppo di disabili.

Il primo studio scientifico relativo all’utilizzo degli animali a scopo terapeutico a lungo termine risale al 1792 quando William Tuke, presso lo York Retreat Hospital, in Inghilterra, ha cominciato ad incoraggiare i pazienti ricoverati, per disturbi o ritardo mentale, a svolgere alcune attività come il giardinaggio e la cura degli animali, per favorire il recupero, in parte o in toto, delle loro facoltà.

Da allora, numerose esperienze d’impiego di animali per attività o terapia, si sono succedute, ma tali pratiche sono state sistematizzate solo dallo psichiatra Boris Levinson nel 1961 nella sua opera "Il cane come co-terapeuta" in cui introduce per la prima volta l’espressione "pet therapy" e dagli psichiatri americani Samuel ed Elisabeth Corson nel 1975 che portano avanti le teorie di Levinson ed elaborano la Pet Facilited Therapy ( Terapia Facilitata dagli Animali).

 

Nel 1977 è stata fondata la Delta Society, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro, che favorisce l’impiego degli animali per il miglioramento dello stato di salute, l’indipendenza e la qualità della vita dell’uomo.

I suoi obiettivi sono:

¬ aumentare la consapevolezza da parte del pubblico circa gli effetti positivi degli animali sulla salute familiare e lo sviluppo umano;

¬ ridurre le barriere che impediscono il coinvolgimento degli animali nella vita di ogni giorno;

¬ applicare le Terapie Assistite dagli Animali a più persone;

¬ incrementare il numero di cani di servizio ben addestrati per le persone con disabilità.

Negli anni ’80 si è proceduto ad una definizione più precisa di tali pratiche, al punto da sostituire l’espressione "Pet Therapy" con Attività Assistite dall’Animale (AAA) e Terapie Assistite dall’Animale (TAA).

Le prime sono un insieme di attività svolte con l’ausilio di animali non programmate e non terapeutiche, dimostrative o con l’obiettivo del divertimento.

Le seconde sono un insieme di attività terapeutiche con uno scopo prefissato, un obiettivo chiaro e dichiarato. Sono organizzate e realizzate da un’equipe di professionisti, medico e/o psicologo, conduttore del cane, veterinario, etologo, oppure biologo.

I risultati, nel caso delle AAA sono, per lo più, soggettivi, nel caso delle TAA possono essere osservati e misurati empiricamente.

Si tratta di forme di terapia non applicabili a tutti gli individui né a ogni forma di patologia, ma che, in alcuni casi, possono costituire una valida forma di co-terapia.

Il 3 Aprile 2003 è stata presentata in Italia una proposta legislativa, da parte di Alleanza Nazionale e sottoscritta anche da Forza Italia e UDC, in base alla quale le AAA e le TAA dovrebbero essere riconosciute come strumento terapeutico di supporto in una pluralità di patologie, attraverso un approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento di diverse professionalità: medico veterinario, psicologo, medico clinico, biologo, geriatra, pediatra.

Inoltre, le AAA e TAA possono essere praticate presso ospedali, centri di riabilitazione, case di riposo, asili nido, scuole di ogni ordine e grado, istituti di detenzione, comunità per il recupero dei tossicodipendenti e in altre strutture ritenute idonee.

Da tale proposta, unitamente a quella di Zanella del 12 Maggio 2003 e del Decreto del Presidente del Consiglio del 28 Febbraio 2003, che sancisce l’accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome in materia di benessere degli animali da compagnia e "Pet Therapy", nasce il "Testo unificato" di Mancuso finalizzato alla disciplina delle Attività e Terapie Assiste dagli Animali. I punti più salienti sono:

¬ l’utilità sociale della "Pet Therapy" e la sua validità come possibile metodo di cura in sinergia con le terapie tradizionali;

¬ le peculiarità e le differenze relative alle Attività e Terapie con gli animali;

¬ le cure, i controlli, le selezioni a cui devono essere sottoposti gli animali impiegati in AAA e TAA, il divieto d’utilizzo di animali selvatici, esotici e dei cuccioli;

¬ l’istituzione della Commissione Nazionale per le AAA e TAA, composta da diverse figure professionali;

¬ la definizione delle norme attuative per la progettazione, la valutazione, lo svolgimento delle AAA e TAA, i programmi di ricerca e le modalità di divulgazione dei risultati, i corsi di formazione per gli operatori e per gli animali da impiegare;

Questa presa di posizione da parte dello Stato Italiano rappresenta il conferimento della dignità scientifica e procedurale delle AAA e TAA, le svincola da un’erogazione autonoma, improvvisata, pur lasciando dei margini di libertà al fiorire di quelle Associazioni da anni impegnate su questi fronti.

 

Meccanismi e piani d’azione

Le AAA e TAA trovano la loro applicazione in tutte quelle forme psicologiche, patologiche e di disabilità che non consentono un’espressione immediata ed una verbalizzazione come accade nelle psicoterapie tradizionali.

Le Terapie Assistite dall’Animale agiscono sul piano psico-emozionale e sono finalizzate al recupero e al mantenimento della salute umana, per mezzo del rapporto tra l’uomo e l’animale.

Secondo Mario Abis, un animale domestico è in grado di rispondere ai quattro bisogni fondamentali dell’uomo, in base alla "teoria delle 4 S": sicurezza, sensibilità, silenzio e stabilità. Più specificamente, un animale da compagnia ha funzioni (Veevers):

 proiettiva;

 di lubrificante sociale;

 di surrogato, in senso antropomorfo;

 di capro espiatorio, su cui scaricare ansie e frustrazioni.

 

Benefici generali

¬ Empatia: capacità di identificarsi con l’altro

¬ Focalizzare l’attenzione all’esterno: conoscere l’ambiente esterno, ascolto dell’altro e delle sue esigenze e richieste, distrazione dai propri pensieri, diminuzione del proprio egocentrismo

¬ Prendersi cura della crescita e dello sviluppo di un altro essere vivente: per apprendere come accudire gli altri e per diventare consapevoli del proprio bisogno d’essere accudito

¬ Aumento del senso di responsabilità, di autonomia e autostima

¬ Educativo: è l’uomo che deve adattarsi alla natura e non viceversa (implica: adattabilità, flessibilità, unicità, irriducibilità)

¬ Relazione basata sulla fiducia reciproca: senso di unione, di sicurezza emotiva

¬ Accettazione incondizionata, priva di pregiudizi, stereotipi, finalità secondarie da parte dell’animale e poi, di riflesso, anche di se stessi

¬ Divertimento: approccio ludico alla vita

¬ Socializzazione: l’animale catalizza l’attenzione, gli scambi verbali in sua presenza, prima e dopo un’interazione programmata

¬ Stimolazione mentale: grazie all’aumento della comunicazione con gli altri, la rievocazione dell’animale e di elementi che lo riguardano

¬ Contatto fisico: soprattutto in contesti in cui viene vissuto come doloroso (ad es. ospedali) o invasivo (ad es. ricordo di abusi fisici) il contatto fisico con l’animale viene accettato, in alcuni casi ricercato, è fonte di sicurezza

¬ Riabilitazione motoria e psichica: le attività con l’Animale costituiscono un’occasione divertente e gradevole di svolgere attività fisica

¬ Benefici fisiologici: - diminuzione ansia

- aumento del senso di rilassamento, grazie alla produzione delle endorfine, neurotrasmettitori prodotti dal sistema nervoso che inducono rilassamento, piacere e stimolano le difese immunitarie

 

 

 

- riduzione dello stress

- aumento della produzione di colecistochinina, una sostanza che induce un miglioramento delle funzioni intestinali e rende più liscia e vellutata la pelle

- riduzione dei sintomi depressivi

- diminuzione del livello della pressione arteriosa

- rallentamento dei battiti cardiaci

- innalzamento della soglia del dolore

 

Per chi?

Coloro a cui le TAA possono arrecare dei benefici, in affiancamento ad altre forme di terapia, sono:

 persone con difficoltà relazionali

 persone in stato confusionale, ad esempio, affette da morbo di Alzheimer, sclerosi multipla, demenza, schizofrenia, ictus;

 persone con disordini dello sviluppo quali: sindrome di Down, sindrome fetale da alcool, paralisi cerebrale, autismo, iperattività, deficit da attenzione;

 persone con disabilità fisiche quali: morbo di Parkinson, paralisi cerebrale, sclerosi multipla, distrofia muscolare, ictus, spina bifida;

 persone con difficoltà di parola legate, ad esempio a: sclerosi multipla, disordini dello sviluppo, ictus, problemi di udito, depressione, paralisi cerebrale;

 persone con problemi di udito, che può indurre un forte senso di isolamento;

 persone con problemi di vista, nelle quali alcune modalità sensoriali, quali udito e tatto, risultano maggiormente sviluppati, per compensazione;

 persone con disturbi psichiatrici, quali: depressione reattiva e/o endogena, schizofrenia, disordini alimentari, disturbi di personalità;

 individui che hanno subito deprivazioni sensoriali;

malati terminali;

bambini;

anziani.

 

… Ma non per…

Le TAA non sono consigliabili:

 nel caso di persone che non sono in grado di prendersi cura di altri esseri viventi, a causa delle loro condizioni psicofisiche;

 quando la presenza di un animale induce la competizione all’interno di un gruppo;

 

 quando gli utenti tendono a comportarsi in modo molto possessivo nei confronti dell’animale;

 per persone con ferite aperte o con deficit del sistema immunitario;

 per persone con disturbi psichiatrici, che li porta ad essere violenti;

 nel caso di fobie specifiche nei confronti degli animali;

 in caso di ipocondria;

 in caso di allergie.

 

 

Ad ogni modo, tuttavia, è necessario valutare la personalità sia dell’animale, sia del potenziale utente, e la patologia di quest’ultimo, in modo da favorire un adattamento reciproco.

 

Ambiti d’impiego

Potenzialmente le AAA e TAA possono essere svolte in qualsiasi struttura, pubblica o privata, purchè in possesso di determinati requisiti, che devono essere valutati attentamente in visite precedenti, senza l’animale.

Le strutture con i relativi benefici per gli utenti possono essere:

ϖ case di riposo:

diminuzione solitudine, ansia, depressione

aumento interazioni sociali

maggiore motilità fisica

miglioramento funzioni cognitive

ϖ ospedali: tra cui un esempio d’eccellenza è rappresentato dall’ospedale Meyer di Firenze;

innalzamento soglia del dolore,

minore depressione, ansia,

diminuzione della pressione arteriosa,

rallentamento del battito cardiaco;

applicazioni del caso di pazienti affetti da angina pectoris, diabete, ipoglicemia con maggiore sopravvivenza tra i possessori di cani colpiti da infarto o perché questo induce a svolgere più attività fisica, o per il buon rapporto che alcuni avevano con lui che determinava minori livelli di pressione sanguigna e minore frequenza cardiaca;

ϖ centri residenziali terapeutici/comunità protette:

diminuzione livelli d’ansia, depressione, aggressività

costruzione di una relazione (maggiore facilità con un animale, che non con una persona, che può essere percepita come minacciosa e giudicante)

possibilità di essere spontanei

possibilità di dare e ricevere affetto gratuito

diminuzione del senso di isolamento e di abbandono (continuità della relazione, facilitata dall'animale che, per primo, ricerca il pz)

presa di consapevolezza dell'esistenza di un corpo, prima, dell'animale, poi, di riflesso, del proprio, da curare, gestire, ecc.

sviluppo autonomia, intesa come imparare a soddisfare le esigenze, in un primo momento, dell'animale (spazzolare, cibare, ecc.), poi, di riflesso, le proprie

animale come elemento ludico con potere evolutivo (Winnicott)

animale come elemento concreto che favorisce la distrazione da sé e dai propri pensieri

animale come soggetto che favorisce l'apprendimento e il rispetto delle regole (orari, quantità, qualità dei pasti, abitudini di vita, igieniche, ecc.): la regolarità, a sua volta, è un elemento che fornisce sicurezza

animale favorisce l'adattamento alla realtà esterna

 

è un elemento affettivo, in aggiunta agli operatori della Comunità, in grado di fornire calore e riconoscimento: rappresenta un altro essere, diverso da sé, con cui relazionarsi senza fondersi, tramite il quale conoscersi e ri-conoscersi

la cadenza e la regolarità degli incontri favorisce l'acquisizione della costanza dell'oggetto

l'animale può trasmettere la sua pulsione vitale (in qs senso, potrà essere utile iniziare le prime visite con cani più tranquilli)

l'animale favorisce la socializzazione tra i pz

l'animale può contribuire alla diminuzione del senso di rabbia di fronte al confronto con la realtà, in quanto meno peggio del previsto

l'animale permette di allenarsi all'ascolto dell'altro e, di riflesso, anche di se stessi

l'animale consente di esercitare le proprie capacità comunicative verbali e non

l'animale può favorire la ri-scoperta del piacere connesso alla sensorialità (accarezzare, farsi leccare, ecc.)

camminare insieme al cane può rappresentare un modo piacevole di uscire dalla Comunità, di conoscere il mondo esterno, di muoversi fisicamente

 

 

ϖ istituti di detenzione:

minori livelli d’ansia, di depressione, di solitudine, d’inutilità

diminuzione aggressività, numero di suicidi e di medicinali assunti

maggiore senso di responsabilità, cooperazione tra detenuti e personale di custodia

 

Un esempio concreto:

Le scuole: possono essere di ogni ordine e grado, pubbliche o private.

In questi casi l’animale funge da mediatore simbolico, cioè mezzo che colma la distanza tra educatore ed educando. È un terzo elemento che catalizza, accelera i processi relazionali.

In tali casi, è più appropriato parlare non di Attività, né di Terapie Assistite dall’Animale, ma di "progetti educativi".

L’animale è in grado di relazionarsi con gli individui a livello pre-simbolico, cogliendo, in particolare, il non detto, il non verbalizzato. Per certi versi, pare che la comunicazione avvenga in prevalenza sul piano affettivo ed emotivo.

Il rapporto uomo-animale, nel caso specifico del bambino, può dare adito a manifestazioni massicce di proiezione, in cui l’animale viene investito di uno o più significati, secondo i suoi personali vissuti ed esigenze, e di identificazione. Queste consentono di instaurare una relazione basata sullo scambio reciproco, nel rispetto delle rispettive aspettative, esigenze e bisogni.

I benefici specifici che possono apportare ai bambini:

ϖ favoriscono l’espressività fisica e psichica

ϖ promuovono le abilità socio-relazionali

ϖ stimolano l’elaborazione linguistica (comandi)

ϖ stimolano le funzioni d’apprendimento e di memoria

ϖ aiutano a conoscere se stessi

ϖ stimolano il superamento del proprio egocentrismo

ϖ favoriscono il senso di cura, di fiducia e di responsabilità, sia nei confronti dell’animale, sia di se stessi

 

 

ϖ permettono lo sviluppo e il mantenimento di una relazione

ϖ permettono di compensare eventuali lacune affettive

ϖ consentono una conoscenza non-mediata della natura e dei suoi ritmi vitali

Per i bambini in età scolastica obbligatoria l’animale è fonte, in prevalenza, di amicizia, affetto, divertimento, conoscenza.

Per gli adolescenti è maggiormente un catalizzatore delle relazioni sociali, un mezzo per sviluppare sicurezza in se stessi, autostima ed una buona immagine di se stessi.

 

Conclusione

Al termine di questa mia presentazione delle Attività e Terapie Assistite dall’Animale, vorrei lasciarvi con uno spunto di riflessione che mi ha colpito molto e che spero potrà essere così anche per voi.

Si tratta di un’affermazione del Prof. Larocca dell’Università di Verona che ben riassume, a mio parere, quanto detto finora circa il ruolo degli animali nel rapporto con l’uomo:

"Gli animali possono aiutare gli uomini ad essere più uomini",

anche perché, come, a sua volta, afferma Giacomo Muccioli, direttore della Comunità di San Patrignano di Trento:

"Solo la vita insegna la vita".

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