quando, come e quanto labitare può essere terapeutico.
Queste giornate di studio si propongono come occasione di riflessione sulla presa in carico istituzionale della malattia mentale, ponendo a confronto esperienze italiane e straniere di riabilitazione residenziale nellambito dei servizi psichiatrici.
La prospettiva di pensiero entro cui si sviluppano gli interventi mira ad integrare gli aspetti clinici e psico-sociali della riabilitazione con il contesto socio-economico e legislativo che definisce i confini, i parametri di valutazione e di finanziamento dei possibili progetti di cura.
Il focus del lavoro della prima giornata, ispirato anche dallattuale dibattito sulla riforma della legge 180/78, si articola intorno al concetto di Comunità Terapeutica intesa come spazio abitativo ma anche e soprattutto come progetto e percorso di cura. Oltre che indicare uno spazio fisico infatti, il termine "Comunità Terapeutica" definisce un fondamento culturale e scientifico di "pensiero" che sottende ad un agire comunitario volto a superare la contrapposizione tra istituzione e territorio, ed a proporre come alternativa la dimensione progettuale che comprende necessariamente anche il coinvolgimento delle famiglie nei percorsi di cura.
Il programma della seconda giornata verte sugli elementi che dovrebbero definire, secondo la normativa attuale, la "qualità" degli interventi terapeutico-riabilitativi, sia nella valutazione della loro efficienza/efficacia/appropriatezza, sia nella prospettiva della necessaria ottimizzazione delle risorse economiche.
Al termine degli interventi preordinati è prevista una sezione workshop in cui gli operatori possano confrontarsi sulle proprie "esperienze sul campo" in Comunità.