Bibliografia
***Questo testo è stato pubblicato nella "Rivista di psicoanalisi" (n.1. 1999). Lo pubblichiamo per gentile concessione dell'autore e della rivista.
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NOTE:
.1) L'esistenza di una censura psichica non era in realtà una novità. Nuovo era invece lo sviluppo che essa subì integrandosi con le altre scoperte psicoanalitiche. Procedimenti di autoinganno censorio inconsapevole erano stati messi in evidenza con mirabile chiarezza soprattutto dalla psicologia di Nietzsche. Una fonte dichiarata della "censura" freudiana è legata alla lettura giovanile di un autore come Ludwig Boerne, un polemista di idee liberali, censuratissimo dalla polizia tedesca. Questi scrisse nondimeno che "la censura dei governi è meno aggressiva della censura che l'opinione pubblica esercita sulle opere del nostro spirito" (vedi in S. Freud 1920, pag. 183). Freud cita questo passo di Boerne, ritenendolo una sorta di anticipazione della sua "censura".2) Per un'analisi più estesa del rapporto fra confusione e censura rimando a Petrella (1978 e 1992).3) Freud sviluppa implacabilmente l'analogia, scrivendo: "Prendete in mano un qualsiasi giornale politico e troverete che di tanto in tanto il testo è stato tralasciato e al suo posto spicca il candore della carta. Si tratta, come sapete, dell'opera della censura sulla stampa. In questi punti rimasti vuoti vi era qualcosa che era sgradito alle alte autorità censorie che perciò è stato eliminato. "Peccato pensate sarà stato certamente il punto più interessante, il pezzo migliore" (Freud, 1915-1917, pag. 311 e 312). 4) Si tratta del racconto di Musil "Sui libri di Robert Musil" (1913), ora in R. Musil, 1997.5) Nella letteratura psicoanalitica postfreudiana la censura viene nominata parecchio, ma spesso en passant e sempre in riferimento alla censura onirica. La censura onirica è insomma trattata quasi sempre come un elemento teorico acquisito, che non richiede ulteriori commenti. In realtà le cose non starebbero così, anche perché l'idea di censura psichica trascina con sé una vasta serie di implicazioni strutturali con estese ripercussioni, magari non esplicite, come ho cercato di dimostrare. Il solo articolo psicoanalitico che conosca e che affronti direttamente il tema della censura lo si deve a J. Sandler e A.-M. Sandler (1983). Si tratta di una chiarificazione metapsicologica e topica della censura, collocata come funzione dell'Io e del Super-io inconsci a due differenti livelli entro un apparato psichico classicamente tripartito. L'impostazione degli autori consente una serie di puntualizzazioni sia rispetto ai modelli freudiani delle due topiche, sia rispetto alla funzione di contenimento preconscio delle cosiddette interpretazioni profonde. Meltzer (1984, pag. 15), nel quadro della sua revisione radicale della Traumdeutung, riconosce l'interesse duraturo della nozione di censura e di lavoro onirico, salvo smentirne di continuo la portata nel corso della sua trattazione.