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CYBER COMMUNISM: come gli Americani stanno sostituendo il capitalismo nel cyberspazio

Richard Barbrook (Londra)

Traduzione dall'originale inglese di Anna Fata su gentile concessione dell'Autore.

‘… è l'impatto della rivoluzione dell'informazione sul capitalismo non l'ultima esemplificazione della … tesi di Marxs che: "in una certa fase dello sviluppo, le forze produttive materiali entrano in conflitto con le relazioni esistenti della produzione …"? … la prospettiva del "villaggio globale" non segna la fine delle relazioni di mercato .. almeno nella sfera dell'informazione digitalizzata?'

 

 

FANTASMI NELLA MACCHINA

Un fantasma sta infestando la Rete: lo spettro del comunismo. Riflettendo la stravaganza dei nuovi media, questo spettro assume due forme distinte: l'appropriazione teorica del comunismo stalinista e la pratica quotidiana del cyber-comunismo. Qualsiasi loro convinzioni politiche professate, tutti gli utilizzatori della Rete partecipano con entusiasmo a questa rinascita dell'ala sinistra. O in teoria o in pratica, ognuno di loro desidera la trascendenza digitale del capitalismo. Tuttavia, allo stesso tempo, persino il membro più zelante della sinistra non più credere veramente nel comunismo. Dopo la caduta del muro di Berlino e l'implosione dell'Unione Sovietica, questa ideologia è completamente screditata. Le promesse dell'emancipazione sociale si è trasformata negli orrori del totalitarismo. I sogni della modernità industriale sono culminati nella stagnazione economica. Lungi dal rappresentare il futuro, il comunismo sembra un resto del passato.

Soprattutto, l'Unione Sovietica è stata incapace di condurre la rivoluzione dell'informazione. Le strutture economiche e politiche del comunismo stalinista erano troppo inflessibili e segrete per l'emergere del nuovo paradigma tecnologico. Come potrebbe il partito totalitario consentire a tutti di produrre media senza la sua supervisione? Come potrebbe l'agenzia di pianificazione centrale permettere ai produttori di costituire delle reti di collaborazione senza la sua autorizzazione? Era necessaria una società molto più aperta e spontanea per sviluppare la Rete. Eccitati dal potenziale libertario dell'ulteriore convergenza digitale, i proponenti di quasi tutta l'ideologia radicale hanno recentemente aggiornato le loro posizioni. Tuttavia, tra le cyber-femministe, i guerriglieri della comunicazione, i tecno-nomadi e gli anarchici digitali, non c'è alcuna nuova versione della corrente una volta dominante del comunismo stalinista. Persino i suoi seguaci precedenti ammettono che l'Unione Sovietica ha esemplificato i fallimenti peggiori del Fordismo: l'autoritarianismo, il conformismo e il degrado ambientale (Hall e Jacques, 1989).

Gli ideologi del neo-liberalismo americano si sono impadroniti di questa opportunità per rivendicare il futuro. Per quasi trenta anni essi hanno predetto che le nuove tecnologie stavano per creare una civilizzazione utopistica: la società dell'informazione. Per esempio, i Tofflers sono stati convinti per lungo tempo che la convergenza del computer, delle telecomunicazioni e dei media avrebbero reso gli individui liberi dalle grinfie sia dei grandi affari, sia del grande governo (Toffler, 1980). Similmente, Ithiel de Sola Pool profetizzò che la televisione interattiva avrebbe consentito a tutti di creare i loro propri media e di partecipare al processo decisionale politico (de Sola Pool, 1983). Nonostante la loro retorica radicale, questi esperti radicali erano interessati principalmente a dimostrare che le tecnologie dell'informazione avrebbero forzato la privatizzazione e la deregolamentazione di tutta l'attività economica. Il loro futuro post-Fordista era il ritorno al passato liberale. Quando la Rete divenne popolare, questo fondamentalismo del libero mercato è stato adattato rapidamente per adeguarsi alla nuova situazione. Wired dimostra a meraviglia che il ‘Nuovo Paradigma' della competizione non regolata tra i cyber-imprenditori sta ampliando la libertà individuale e sta incoraggiando l'innovazione tecnologica negli USA (Barbrook e Cameron, 1996). Quando la Rete di diffonderà nel mondo, i valori materiali e spirituali del neo-liberalismo americano si imporranno alla fine sull'umanità intera. Come Louis Rossetto — l'editore fondatore di Wired - spiega:

‘Questo mondo nuovo [della Rete] è caratterizzato da una nuova economia globale che è in sé anti-gerarchica e decentralizzata e che la mancanza di rispetto nei confronti dei legami nazionali o il controllo dei politici e dei burocrati … e da parte di una consapevolezza globale, diffusa … che sta facendo fallire le politiche elettorali in una fine completa' (Hudson, 1996, 30).

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