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I Disturbi del comportamento alimentare e la clinica delle dipendenze: l'esperienza di un servizio per le tossicodipendenze nel trattamento dei disturbi dell'alimentazione. L'esperienza del SerT di Fiorenzuola: metodologia dell'intervento e casistica clinica Sono stati considerati tutti i pazienti (N = 21) che sono afferiti al Servizio dall 1/1/94 all'1/1/ 96 riferendo sintomi ascrivibili a disturbi della condotta alimentare. La richiesta di intervento è stata: spontanea N10 su richiesta dei familiari N 4 su richiesta di un insegnante N 1 su richiesta del medico di famiglia N 2 su richiesta dello psicoterapeuta N 4 Procedure di ammissioneLa prima visita solitamente svolta dallo psichiatra dà inizio al programma di osservazione diagnostica. In questa fase vengono intervistati - se possibile- anche i famigliari e si raccolgono informazioni relative a :l'evoluzione del problema alimentare fin dal suo esordio;lo stato attuale del disturbo alimentare;gli atteggiamenti del paziente verso il problema alimentare e le sue modalità di gestione del problema;le caratteristiche psicosociali del paziente, la sua salute fisica e l'ambiente sociale in cui vive; il peso del paziente e un'anamnesi relativa al ciclo mestruale;le precedenti esperienze di trattamento.Al termine viene proposta l'effettuazione degli esami ematochimici perché si possa avere un feedback sulle attuali condizioni di salute, si concorda un'approfondita visita medica.Questa proposta non è mai stata rifiutata e talora con pazienti inizialmente indisponibili a qualsiasi forma di trattamento la ripetizione degli esami ematochimici ed il counseling medico divengono l'unico obbiettivo terapeutico concordemente raggiungibile.Viene in seguito realizzato un incontro con lo psicologo per la valutazione psicodiagnostica e psicopatologica effettuata attraverso l'uso di alcuni test di personalità (MMPI e PDQ-R).Al termine dell'assessment, l'équipe valuta la congruenza e la gravità del quadro clinico riscontrato definendo le indicazioni o al trattamento ambulatoriale oppure se sia necessario un ricovero in day hospital. I criteri distintivi utilizzati per questa decisione sono riportati nello schema in fig.1 (vedi anoressia.pub).La paziente - se possibile accompagnata dai familiari - viene infine convocata per la restituzione relativa ai risultati degli esami ematochimici e dell'assessment psicologico e psicopatologico, viene riportato il giudizio clinico in merito alla gravità del disurbo ed infine presentato e proposto un programma terapeutico.Molta enfasi viene posta sugli esami ematochimici e sulle condizioni internistiche che vengono dettagliatamente spiegate alla paziente. Questo intervento che viene fatto dal medico ha un chiaro valore motivazionale: permette di dare particolare attenzione sull'alterazione di alcuni parametri fondamentali che spesso sono in stretta relazione con la percezione della paziente di sentirsi stanca e incapace di concentrarsi e di allentare le resistenze al trattamento.Analogamente l'intervento motivazionale viene ripetuto con la restituzione dei risultati dei test psicologici.Infine lo psichiatra discute con la paziente la scelta compiuta dall'équipe; fornisce informazioni dettagliate sulla durata del trattamento, sulle procedure terapeutiche che saranno intraprese, sui risultati che si possono raggiungere e sull'impegno che le verrà richiesto.Conclude questa fase un incontro familiare nel quale, in presenza della figlia, viene illustrato ai genitori quanto è stato deciso. In questa seduta si effettua un intervento di carattere psicoeducazionale nel quale si cerca di comprendere le attribuzioni di significato relative al disturbo alimentare presenti a livello familiare e successivamente si dà una spiegazione del modello biopsicosociale.La gamma degli interventi possibili all'interno del programma terapeutico è la seguente:monitoraggio clinico-internistico con valenza motivazionaledegenza in Day Hospital terapia cognitivo-comportamentaleintervento psico-educazionaleterapia farmacologica invio a gruppo di auto-aiuto (Overeaters Anonymous, sede di Milano)invio a psicoterapia personale e/o familiare, preferibilmente nell'ambito delle risorse del Servizio Pubblico.
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