LA MENTE IRRIDUCIBILE Premessa Questo contributo cercherà di illustrare alcuni aspetti del problema mente/cervello, identificando un punto focale che riguarda i limiti della mente. I commenti emersi nelle discussioni con Mario Galzigna sono stati importanti per la definizione di alcuni quesiti a cui si è cercato di dare risposta. L'obiettivo che mi sono prefisso è stato quello di proporre una sorta di provocazione, una base di dibattito su un tema che ha un'importanza centrale per il nostro tempo. Oggi infatti, se è una realtà la chirurgia "computer assisted" e quindi la macchina-calcolatore ha dimostrato l'utilità del programma meccanicista nella riparazione della macchina-uomo - per non parlare della nuova tecnologia dei sistemi di comunicazione cervello-computer e dell'impianto di microchips - comincia anche ad emergere la possibilità di usare il computer come interlocutore del paziente psichiatrico. Questo solleva numerosi problemi epistemologici, a partire dall'identificazione dell'atto medico come esercizio di potere o, quanto meno, dalla possibile definizione di tale atto come machtgeschutze, ovvero protetto dal potere: aggettivo che Thomas Mann usava per descrivere la condizione dell'intellettuale. Un altro problema è quello dell'empatia che dovrebbe essere complemento indispensabile di ogni atto medico e in particolare di quelli psichiatrici. Nell'interazione paziente psichiatrico-computer dove sta il potere? Quale empatia può essere generata da un computer? Che tipo di mente può offrire il computer come surrogato della mente dello psichiatra? L'ultimo quesito, in particolare, si ricollega al problema dei rapporti tra mente e cervello. |