LA MENTE IRRIDUCIBILE Monismo e dualismo Sull'argomento mente/cervello esiste una vastissima letteratura e le ipotesi avanzate dall'Antichità ai nostri giorni si possono definire sostanzialmente come dualiste o moniste. Nel primo gruppo vi è un ventaglio di posizioni che vanno da estremi di spiritualismo ad atteggiamenti più materialisti riconoscibili anche al momento attuale. Le ipotesi moniste sono prevalentemente di tipo materialista e si possono esprimere con l'affermazione che la mente è semplicemente la manifestazione della funzione cerebrale, mentre quelle dualiste impongono una netta separazione tra l'organo e un'entità extra-materiale definita spirito, anima, mente ecc. Evidenti sono le aberrazioni che possono conseguire ad entrambe le posizioni, capaci di giustificare con il monismo l'appiattimento di un io che desidera, crede, spera, e con il dualismo il ricorso ad ipotesi di trascendenza del tutto arbitrarie, anche se necessarie e vitali per molti. Plotino, nelle Enneadi, identifica l'uomo con l'anima razionale e l'intelletto che ad essa corrisponde come realtà derivata da qualcosa che sta oltre e sopra all'io; egli sviluppa infatti la concezione platonica per la quale l'anima, essenza individuale indivisibile proviene dall'alto, ma risiede nel cervello. Questa concezione spiritualista, ereditata dal mondo antico, è viva ancor oggi e si contrappone all'idea secondo la quale il cervello, sistema complesso, esprime come funzione altrettanto se non più complessa la mente. Secondo le due concezioni contrapposte l'alternativa quindi è che il mondo platonico emerga dal mondo fisico o che il mondo fisico (cervello compreso) sia del tutto indipendente da quello platonico. Il mondo detto platonico contiene, tra l'altro, i numeri e le idee matematiche e la relazione esistente tra queste e la biologia è stata da me analizzata in altra sede (1). Secondo un saggio (2) relativamente recente è possibile sostenere contemporaneamente un'ipotesi monista dal lato biologico ed un dualismo conoscitivo, dal momento che occorrono sistemi concettuali diversi per definire rispettivamente cervello e mente. Questo è possibile alla luce della scelta di considerare la mente come qualcosa che dipende dal cervello e al tempo stesso "collabora attivamente con esso": un'indicazione in questo senso viene dal fatto che il sogno ha contenuti mentali che sembrano talvolta indipendenti dalla realtà neurofisiologica (esempio: il cieco che sogna di vedere), anche se questo discorso trascura il ruolo dei programmi geneticamente determinati, le funzioni della memoria e l'esistenza dell'ideazione fantastica. Monismo e dualismo vengono peraltro analizzati in un'altra opera (3) che propone la metafora della difesa ad oltranza, da parte dei dualisti, della roccaforte-mente, descritta come un buco nero, quando pensiero e conoscenza sono soltanto, secondo il suo Autore, il prodotto complesso, anche se non ancora compreso, delle attività neuronali. Vai alla sezione precedente |