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UNA MODALITA' DI TRATTAMENTO DELLE PSICOPATOLOGIE DA INTERNET

Tratto da "Perversioni in rete. Le psicopatologie da internet e il loro trattamento", di Giorgio Nardone e Federica Cagnoni

A cura di Anna Fata

INTRODUZIONE

Attualmente, esistono diversi modelli di trattamento della cosiddetta ‘Internet Addiction', ognuno dei quali, però, privo di sufficienti risultati sperimentali.

Quello proposto da Kimberly Young (1999) si basa sul modello per il trattamento di altre forme di dipendenza. In esso, si suggerisce una riorganizzazione del tempo trascorso nella Rete in altre attività. Si forniscono suggerimenti pratici per tenere sotto controllo le ore di collegamento, per l'astinenza, all'interno di un programma settimanale ben definito.

Si tratta di tecniche cognitivo-comportamentali definite dalla Young "strategie di disintossicazione" e costituite da 20 itinerari progettati ad hoc per i singoli individui.

Il modello di intervento proposto da Richard Davis (2000) è di stampo comportamentale. Si compone di passi e strategie da mettere in atto nel corso delle 11 settimane di trattamento.

L'obiettivo finale consiste nel riavvicinamento del soggetto alla propria rete sociale cosa che era stata evitata fino a quel momento.

Nelle prime due settimane si valuta il disturbo e si illustra al paziente il modello del trattamento, nella terza si presentano le regole a cui il soggetto deve attenersi, nella quarta e nella quinta si definiscono le gerarchie, nella sesta e nella settima si passa all'utilizzo terapeutico del computer, nell'ottava e nella nona si procede al reinserimento del soggetto nel mondo off-line e nelle ultime due alla revisione dell'intero processo e alla stabilizzazione dei risultati conseguiti.

La tecnica dei ‘dodici passi', si ispira a quella utilizzata per il trattamento della dipendenza da alcool, con un orientamento di tipo spirituale. In essa si susseguono momenti in cui il soggetto chiede perdono a coloro a cui ha arrecato danno e cerca di porre rimedio, tramite il risveglio spirituale.

Esistono, inoltre, i gruppi di supporto, efficaci nel caso in cui la dipendenza da Internet sia stata favorita dalla mancanza di supporto all'interno della rete sociale di appartenenza.

Esistono anche i gruppi di auto-aiuto, online e/o offline, composti da persone che condividono il medesimo problema. Essi si prefiggono di stabilire ed osservare precise regole per l'utilizzo di Internet, in modo da riacquisire il controllo della propria vita.

Una delle proposte terapeutiche più recenti è stata formulata da Nardone, che ha presentato i risultati della sua applicazione su 71 casi trattati, nel corso di una ricerca empirica.

 

IL MODELLO TERAPEUTICO DI NARDONE

Secondo l'Autore, esistono due tipi di patologie legate all'utilizzo di Internet:

  1. basate sul meccanismo compulsivo ‘perverso'
  2. basate sul meccanismo ‘ossessivo-compulsivo'.

Ad esse si devono aggiungere quelle patologie in cui sono compresenti entrambe le tipologie, come nel gioco, nella chat e nella information overload.

Nardone parte dal presupposto che la famiglia sia sempre coinvolta e protagonista, insieme al soggetto, in tutte le patologie indotte dall'utilizzo della Rete.

Per questo, è necessario, prima di tutto, intervenire sul sistema di comunicazione familiare, con prescrizioni specifiche.

La famiglia stessa dovrebbe essere sempre presente agli incontri terapeutici, se possibile, fin dal primo.

Innanzi tutto, si prescrive la cosiddetta ‘congiura del silenzio', cioè si evita di parlare del problema in questione.

Successivamente, l'intervento si diversifica secondo il meccanismo specifico che sta alla base della patologia.

 

  1. Patologie basate sul meccanismo compulsivo ‘perverso':
  2. Nel caso delle patologie basate sul piacere, che costituiscono la maggioranza in tale ambito, si prescrive il rituale, ma con una diversa sequenza o struttura.

    In concreto, nel caso, ad esempio, di dipendenza da gioco d'azzardo online, si impone al soggetto di puntare ogni giorno una somma prestabilita, anche se lui non avrebbe avuto tale intenzione, ma molto limitata, quindi insoddisfacente. La ripetizione di tale prescrizione induce un livello di frustrazione tale da trasformare il piacere originario in tortura.

    Tale prescrizione permette di aggirare la resistenza, imponendo al soggetto di eseguire quanto già mette in atto, ma smontando a sua insaputa la struttura piacevole su cui si è radicato.

    Questo risultato sarebbe difficilmente attuabile impedendo l'attuazione del rituale, perché aumenterebbe la resistenza del soggetto e, quindi, il sintomo.

    A questo punto si procede con le prescrizioni, ma volgendole in positivo.

    Ad esempio, si può prescrivere la tecnica definita del ‘come se', che consiste nell'invitare il paziente a chiedersi come si comporterebbe se non avesse più il problema in questione e spronandolo a realizzare un piccolo proposito ogni giorno.

    Questo gli consente di sfruttare il meccanismo della profezia che si autoavvera, in base alla quale potrà iniziare a vivere in modo diverso dalla situazione problematica, ad esempio dedicandosi ad hobbies e/o attività fino a quel momento trascurate o mai realizzate.

    Nel caso dello shopping compulsivo, oppure del gioco d'azzardo online, si può prescrivere al soggetto di investire il denaro risparmiato per acquistare piccoli doni per i propri cari, per tornare così a percepire il piacere di fare qualcosa di gradito nei loro confronti, oltre che per sentirsi meglio con se stesso.

    Una variante di tale intervento consiste nell'"inserimento di un po' di reale nel virtuale".

    L'esperienza che si viene a creare, nella maggior parte dei casi, risulta talmente sgradevole da indurre il soggetto a preferire ciò che aveva evitato fino a quel momento.

    Esempi concreti di attuazione, ad esempio, possono essere il fare partecipare un familiare alle proprie attività svolte online, oppure l'organizzare un incontro offline tra amanti virtuali, in modo da disgregare le piacevoli fantasie sorrette dalla immaginazione.

     

  3. Patologie basate sul meccanismo ‘ossessivo-compulsivo'

 

In questo caso, il meccanismo fondamentale non è basato sul piacere, ma sul tentativo di mantenere il controllo.

Per questo, si prescrive al soggetto di compiere il rituale in questione in precise circostanze di spazio e tempo. Questo fa sì che il compito venga percepito in modo gravoso, per le imposizioni prescritte.

Un esempio può essere rappresentato da un aspetto del trading online.

La Rete aumenta la sensazione di poter tenere sotto controllo la situazione, in quanto offre la possibilità di monitorare l'andamento dei mercati 24 ore su 24, oltre che di compiere transazioni online.

Da una parte, quindi, si vive una piacevole angoscia—eccitazione legata alla possibilità o meno di portare a compimento un buon affare, dall'altra si avverte la necessità di mantenere un controllo, che, inevitabilmente, non può essere mai completo.

 

CONCLUSIONI

Il modello elaborato da Nardone è il frutto di una prima fase esplorativa di una ricerca-intervento da lui condotta con i suoi collaboratori su 71 pazienti nel corso del 2001.

Secondo l'Autore, nonostante si sia giunti alla formulazione di una idea di funzionamento del problema, si devono ancora conseguire dati di "efficacia ed efficienza", relativi al superamento del problema e al mantenimento dei risultati raggiunti nel tempo, e durata media dell'intervento.

Il presente modello si distacca dalla definizione diagnostica di ‘dipendenza da Internet', perché il funzionamento del disturbo si distanzia, secondo l'Autore, dalla definizione di dipendenza presente nella letteratura, nella quale vengono addotti tre meccanismi: tolleranza, astinenza e craving.

Nelle patologie legate all'uso di Internet, secondo Nardone, ciò che perpetra il ‘legame' alla Rete non è l'astinenza, cioè il bisogno di attenuare le sensazioni negative derivanti dalla sospensione dell'oggetto in questione, ma la ricerca di sensazioni piacevoli.

Dal momento che questo tipo di compulsione si basa sul piacere e non sulla sofferenza, che risulta molto difficile eliminarlo.

Esiste, tuttavia, come sopra accennato, anche un altro meccanismo, basato sul controllo, che la Rete sembra favorire.

A conclusione, si riporta lo schema dei casi trattati e dell'esito terapeutico.

 

 

Tipo di patologia

N° casi visti

N° casi trattati

N° casi drop out

Shopping compulsivo

7

5

2

Information overload

11

9

2

Gioco d'azzardo

7

5

2

Trading online

8

7

1

Cybersex

5

3

2

Chat (tipologia pura)

14

12

2

Chat (tipologia contaminata)

19

18

1

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