Report del convegno Neuroscience and Psychoanalysis: Memory, emotions and dreams
Genova 4 Novembre 2004
A cura di: G. Mauceri, G. Fornaro, M. Senini, E. Fiscella
Intervista a M. Anderson
Potrebbe illustrarci più nel dettaglio quali sono risultati che ha ottenuto utilizzando le neuroimmagini?
Attraverso due trials, uno di soppressione, uno di risposta abbiamo cercato di stabilire se ci sono delle aree del cervello significativamente più attive quando è in atto il tentativo di reprimere i ricordi o di recuperarli. Il recupero dei ricordi è un processo molto intenso che attiva enormemente alcune aree del cervello. Esiste una certa sovrapposizione nelle aree interessate dalla soppressione e dal recupero, ma esistono sedi unicamente attivate dalla soppressione? La nostra ipotesi era che esiste un nesso tra le parti del cervello che controllano la rievocazione dei ricordi e quelle che controllano il comportamento, ovvero la corteccia prefrontale. Mi è capitato un giorno tempo fa di far cadere inavvertitamente una pianta dal davanzale. Con un gesto automatico ho cercato di evitarne la caduta, ma allultimo mi sono reso conto che si trattava di un cactus ed ho potuto evitare di toccarla. Questo è un esempio di controllo del comportamento. Ci sono molte prove in letteratura che non solo stabiliscono un nesso tra i due sistemi, ma sembrano indicare che la corteccia prefrontale sia coinvolta in entrambi i tipi di controllo. Anche il nostro studio funzionale lo dimostra: la risonanza magnetica funzionale ha mostrato una maggiore attivazione della corteccia prefrontale laterale nei trias di soppressione. Noi sappiamo inoltre che lippocampo è coinvolto nel recupero dei ricordi, quindi nella condizione in cui desideriamo impedire il richiamo di un ricordo alla coscienza possiamo ipotizzare che coinvolgeremo la corteccia prefontale dorso laterale allo scopo di inibire lippocampo. E questo è esattamente ciò cha abbiamo evidenziato alla fRMN. Nel corso delle sedute venivano compiute scansioni dellencefalo tramite Risonanza Magnetica Funzionale, attraverso le quali si è evidenziato che il controllo dei ricordi indesiderati è associato ad un attivazione della corteccia frontale (che rappresenterebbe dunque larea del cervello deputata alla repressione della memoria) e ad una ridotta attivazione dellippocampo (larea deputata al ricordo delle esperienze), a causa del controllo inibitorio dellarea frontale. Tale risultato rinforza la controversa tesi di Freud circa lesistenza di una soppressione volontaria della memoria. Esiste una notevole variabilità nella capacità di esercitare "lactive forgetting" nellambito del campione esaminato, tuttavia vi è una stretta correlazione tra il grado di attivazione della corteccia frontale durante lesperimento e il grado di abilità del soggetto nel sopprimere i ricordi indesiderati. Non solo, abbiamo anche rilevato che vi sono differenza qualitative tra i soggetti nellattivazione delle aree cerebrali, correlate anche queste con labilità nel sopprimere i ricordi. La regione maggiormente predittiva della capacità di soppressione era la regione prefrontale dorso laterale della corteccia.
Ritiene che questo stesso meccanismo di soppressione dei ricordi possa essere coinvolto nella soppressione delle emozioni?
Direi che probabilmente il circuito è diverso, ma lorganizzazione è la stessa probabilmente coinvolge la corteccia orbitofrontale o le aree frontali ventrolaterali. Il ruolo dellippocampo invece potrebbe essere svolto dallamigdala. Comunque si tratta di un sistema complesso in cui probabilmente vi è una combinazione dei due sistemi, quello per linibizione della memoria e quello per linibizione delle emozioni.
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