CONGRESSO DELLA SOCIETA’ INTERNAZIONALE DI PSICONEUROENDOCRINOLOGIA:
Zyprexa riduce i sintomi delle fasi maniacali e della depressione nei pazienti bipolari
Fonte: http://www.pslgroup.com/dg/10981e.htm
Traduzione a cura di Maria Giovanna Bassi
INDIANAPOLIS, IN – 18 giugno, 1999 – Nuovi dati presentati oggi alla Terza Conferenza Internazionale sui Disturbi Bipolari di Pittsburgh, PA, mostrano che il farmaco antipsicotico Zyprexa di Ely Lilly e Co. (olanzapina) è in grado di migliorare la sintomatologia delle fasi maniacali in pazienti affetti da disturbo bipolare; inoltre gli effetti posotivi della terapia risultano apprezzabili già dopo la prima settimana di trattamento.
Uno studio in doppio cieco di quanttro settimane che ha coinvolto 115 pazienti bipolari in fase maniacale o mista (con o senza sintomi psicotici) ha dimostrato che l’olanzapina non è solo in grado di trattare la sintomatologia maniacale, ma anche i sintomi della grave depressione associata alla mania. In totale il 65% dei pazienti trattati con olanzapina ha mostrato un miglioramento sintomatologico del 50% o maggiore, mentre solo il 42% dei pazienti trattati con placebo ha avuto un miglioramento sintomatologico. I risultati dello studio suggeriscono che l’olanzapina potrebbe avere un’azione stabilizzatrice sul tono dell’umore e che quindi potrebbe potenzialmente essere utilizzata come monoterapia in pazienti affetti da disturbo bipolare.
Il disturbo bipolare, anche conosciuto come psicosi maniaco-depressiva, colpisce approssimativamente l’1-2% della popolazione mondiale. Le persone affette da questa patologia soffrono di invalidanti oscillazioni del tono dell’umore che assumono la configurazione di episodi maniacali, caratterizzati da euforia ed irritabilità eccessive, o di fasi depressive. Questi sintomi possono avere un impatto estremamente negativo sul benessere e sulla qualità di vita di una persona e possono risultare devastanti sia per il paziente che per i suoi familiari. Si stima che tra le persone affette da tale patologia una su quattro tenti il suicidio.
Attualmente non sono disponibili sul meracto farmaci utilizzabili come monoterapia nel trattamento del disturbo bipolare. I farmaci più comunemente usati per trattare tale patologia comprendono i sali di litio, gli anticonvulsivanti, gli antidepressivi e gli antipsicotici. La velocità con la quale questi farmaci agiscono è molto varia. Il litio, ad esempio, uno dei più comuni stabilizzatori del tono dell’umore, impiega generalmente da 10 a 14 giorni per avere degli effetti terapeutici.
"Gli psichiatri devono affidarsi all’azione di diversi farmaci per trattare i pazienti affetti da disturbo bipolare," dice la dottoressa Susan McElroy, docente di Psichiatria dell’Università di Cincinnati. "devono costantemente monitorare il livello ematico dei farmaci somministrati e devono tenere conto delle possibili interazioni che possono avere luogo in presenza d tali associazioni farmacologiche.
"Questi nuovi dati evidenziano l’efficacia dell’olanzapina nel controllare la sintomatologia maniacale e la rapidità del suo effetto terapeutico, caratterstica positiva apprezzata sia dai medici che dai pazienti."
Lo studio in doppio cieco ha coinvolto 115 pazienti con diagnosi di disturbo bipolare in fase maniacale o mista con o senza aspetti psicotici. I dosaggi dell’olanzapina variavano da 5 a 20 mg/die. Tutti i pazienti soddisfacevano i criteri del DSM IV per il disturbo bipolare tipo I in fase maniacale e dovevano avere un punteggio totale alla Y-MRS (Young-Mania Rating Scale) di almeno 20. I sintomi sia maniacali che depressivi dei pazienti sono stati valutati con cadenza settimanale utilizzando molte delle più comuni scale di valutazione psichiatriche, in particolare la Y-MRS, la CGI-BP, la PANSS e la HAM-D.
I risultati fondamentali dello studio sono stati i seguenti:
-- I pazienti che hanno ricevuto olanzapina hanno avuto un miglioramento statisticamente significativo della sintomatologia maniacale dopo una sola settimana di trattamento, e tale significatività è rimasta apprezzabile durante tutto il corso dello studio, come è stato valutato attraverso la Y-MRS.
-- I pazienti che hanno ricevuto olanzapina hanno manifestato un miglioramento significativo soprattutto per quanto riguarda l’eccessiva elevazione del tono dell’umore, sintomo cardine della mania, cosa che è stata dimostratat dall’analisi della Y-MRS.
– I pazienti maniacali assegnati al gruppo dell’olanzapina che mostravano anche seintomi di grave depressione secondo la HAM-D (punteggio totale maggiore di 20) hanno mostrato, rispetto ai pazienti trattati con placebo, anche un miglioramento statsisticamente significativo della sintomatologia depressiva (-12.29, olanzapina; -6.81, placebo).
I pazienti trattati con olanzapina hanno avuto un miglioramento medio statisticamente significativo e maggiore rispetto al gruppo di controllo che assumeva placebo in tutti gli aspetti sintomatologici della mania, a prescindere dalla presenza o meno dei sintomi psicotici. Statisticamente la sonnolenza si è manifestata più spesso nei pazienti che assumevano olanzapina rispetto a quelli trattati con placebo (38.2% contro 8.3%). Inoltre, nei pazienti trattati con olanzapina c’è stato un maggiore aumento di peso (2.11kg contro 0.45kg). Sono giunti al termine dello studio il 62% dei pazienti che assumevano olanzapina ed il 42% di quelli che assumevano placebo.
Gemeralmente, l’olanzapina è messa in commercio col nome di Zyprexa e negli Stati Uniti è indicata per il trattamento dei sintomi psicotici, come è stato dimostrato da trial farmacologici effettuati su pazienti schizofrenici. Da quando è stata introdotta, nel 1996, è stata prescritta a più di 2,8 milioni di persone in tutto il mondo.
Fin dai primi trial effettuati, l’olanzapina è risultata un farmaco generalmente ben tollerato. Comunque, come accade per tutti gli antipsicotici, anche all’olanzapina sono associati alcuni effetti collaterali. Nel primo trial di sei settimane su pazienti in scompenso psicotico acuto, l’effetto collaterale più comunemente associato all’assunzione di olanzapina era la sonnolenza. Altri effetti comuni erano vertigini, aumento di peso, stipsi, acatisia ed ipotensione ortostatica. Sono stati osservati anche modesti aumenti dei livelli ematici di prolattina, benchè le variazioni tra i livelli di prolattina misurati all’inizio e alla fine del trial non risultassero diverse in maniera statisticamente significativa tra olanzapina e placebo. Un piccolo numero di pazienti ha mostrato aumenti sintomatici delle transaminasi, anche se nessuno di essi ha sviluppato ittero o epatite farmaco-indotta.
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