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NielsenNielsPeter 
Pilloleo parole? Relazione verbale e rapporto psicofarmacologico, 
Milano, RaffaelloCortina, pp.270, 1998, £ 42.000 

  
 


Inquesto volume l'autore raccoglie riflessioni su un argomento che èdi grande attualità sia per la rilevanza sociale che stanno assumendooggi i disturbi della psiche, sia perché i pazienti che fanno usodi sostanze chimiche e che sollecitano anche un intervento psicologicosono in grande aumento. Lo studio di Nielsen parte anche dal suo percorsoprofessionale, che include sia la formazione psicoanalitica che l'esperienzadi psichiatra e psicofarmacologo. Come lui stesso ci segnala nell'introduzioneall'inizio aveva affrontato la malattia mentale come psicofarmacologo,poi ha integrato i due tipi di intervento: quello farmacologico e quellopsicologico. Inoltre ha avuto l'occasione di seguire dal punto di vistafarmacologico pazienti che erano in analisi da colleghi e infine di condividerecon qualche suo analizzando i vissuti relativi alle esperienze farmacologichecondotte da altri psichiatri. 
L'autorestesso non nasconde le difficoltà che ha dovuto affrontare nellasua pratica professionale per integrare questi due poli divergenti dellaprofessione medica. 
Pilloleo parole? È indubbiamente una vera questione, ma posta malecon quell' "o" disgiuntivo che trascura ogni articolazione. Ma soprattutto- come sottolinea l'autore - questione da trasformare, da "farlavorare" nell'ottica di quel tentativo di teorizzazione problematica delpensiero analitico dove le "contraddizioni e le difficoltà non possonoessere eluse, perché sono legate alle difficoltà dell'oggettostesso". Lo scopo di questo libro non è di cristallizzare delleposizioni ma bensì di "far lavorare i concetti", portando anchele contraddizioni all'estremo per tentare di trovare, ad un altro livello,una formulazione che modifica la posizione stessa del problema. Entranopoi in gioco i concetti di "relazione" terapeutica mediata dalle parole- quindi più propriamente psicoaterapeutica e analitica - caratterizzatadalla condivisione e dalla sincronia e quello di "rapporto" con il farmacoche attiene invece al momento della distinzione e della diacronia nellarelazione medico-paziente. 
Dopo unabreve rivisitazione del pensiero di Freud fra biologia e psicologia, haraccolto in singoli capitoli gli elementi essenziali che possono definirei concetti di "parola"(cap.I) e di  "farmaco" (cap. II). 
Ha messopoi a confronto le tesi dei fautori dell'intervento separato (cap V) equelli che fanno dell'integrazione un momento privilegiato della cura (cap.IV). 
Fanno poiseguito gli innumerevoli quesiti relativi ai significati dinamici dellaprescrizione, senza evitare la domanda cruciale su a chi eventualmentespetti il compito di somministrare un farmaco in corso di psicoterapia,cercando di rispondere al seguente interrogativo  Per chi si prescriveo non si prescrive un farmaco? e analogamente, A chi si proponeo si rifiuta un discorso? La domanda, così formulata ha condottol'Autore a riflettere sull'origine storica del trattamento fondato sulfarmaco e di quello fondato sulla parola. 
Il volumeè diviso in due parti: nella prima sono raccolte e sistematizzatele posizioni di autori che si sono interessati a vario titolo al tema,che fino a questo momento non era mai stato raccolto in un'unico testo. 
La secondaparte si riferisce invece più specificamente, all'esperienza personaledell'Autore, in cui racconta, attraverso esemplificazioni cliniche, comeha affrontato i problemi che i pazienti di volta in volta gli ponevano.  

 


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