logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina

Enrico Molinari e Giuseppe Riva — Psicologia clinica dell'obesità. Ricerche e interventi — Bollati Boringhieri, Torino, 2004. Pagg. 338, Euro 30

Gli autori

Enrico Molinari è professore di Psicologia clinica dell’handicap e della riabilitazione alla Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Giuseppe Riva è ricercatore in Psicologia generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È docente di Psicologia sociale dei media nella stessa Università.

Anche nel nostro paese l’obesità è in costante crescita, con rilevanza clinica e sociale importante, configurando una questione sanitaria di difficile ma non rinviabile soluzione, alla luce dei fattori etiopatogenetici coinvolti (genetici, biologici, ambientali, cognitivi, affettivi, relazionali e comportamentali) e delle gravi complicanze ad essa associate (ipertensione arteriosa, aterosclerosi, cardiopatia ischemica, sindrome di Pickwick, sindrome dell’apnea da sonno, epatopatia cronica steatosica, alterazioni endocrine, diabete mellito tipo II, osteoartrosi, neoplasie).

Si comprende quindi l’interesse che suscita la pubblicazione di testi come quello che qui viene preso in esame e che contiene i risultati degli ultimi dieci anni di ricerca del Laboratorio di Ricerche Psicologiche dell’Istituto Auxologico Italiano, presso il quale entrambi gli autori svolgono la loro attività di ricerca, una fondazione senza scopo di lucro la cui finalità consiste nella ricerca, nella cura e nella formazione in campo biomedico e medico-chirurgico, con particolare attenzione alle malattie auxologiche, endocrino-metaboliche, cardiovascolari, pneumologiche, reumatologiche e neurologiche.

"L’obesità è oggi considerata una malattia cronica da prevenire e curare con decisione", scrive Michele Carubba nella prefazione del volume, auspicando il ricorso al lavoro di équipe e il coinvolgimento del paziente quali momenti significativi di un trattamento per il quale si sottolinea l’importanza dell’individualizzazione e dell’integrazione tra diverse figure professionali.

Il volume può essere sommariamente scomposto in tre diverse sezioni.

La prima contiene considerazioni teoriche e derivate da studi clinici sulla psicologia dell’obesità (nosografia attuale; paradigmi teorici di riferimento, concetti di schema corporeo ed immagine corporea, aspetti psicologici dell’obesità nell’infanzia e nell’adolescenza con riferimento alla relazione madre-bambino, tratti di personalità, alessitimia).

Nella seconda sono presentati gli studi di validazione di alcuni strumenti psicometrici utili per la valutazione degli aspetti psicopatologici dell’obesità (Dieter’s Inventory Eating Temptations, Body Satisfaction Scale, Body Image Avoidance Questionnaire).

Nell’ultima sezione, infine, vengono proposte due nuove prospettive di intervento terapeutico (il Biofeedback Training e la Terapia Cognitivo-Esperienziale).

Preciso nei riferimenti teorici, il libro contiene anche informazioni recentissime sugli aspetti neurochimici dell’obesità (articoli relativi al numero dei recettori dopaminergici, diminuiti nei soggetti obesi in modo direttamente proporzionale al loro BMI, ed al ruolo della dopamina nella motivazione al cibo, pubblicati dal gruppo di Wong negli anni 2001-2003), che si coniugano con "classici" nel campo dei disturbi del comportamento alimentare (Bruch), in quello dei disturbi psicosomatici (Minuchin), in quello della teoria dell’attaccamento.

Dal punto di vista psicopatologico, l’obesità non può essere considerata un fenomeno unitario e "molti autori sembrano concordare sul fatto che esista una parte dei soggetti obesi con elevata psicopatologia, ma che questa sia secondaria all’obesità stessa e molto probabilmente collegata anche al pregiudizio e alla discriminazione che i soggetti obesi subiscono". Inoltre "l’obesità può assumere diverse forme in relazione alla struttura di personalità dei soggetti nei quali si presenta". Entrambe queste considerazioni valgono a ricordare l’importanza di uno screening psicopatologico prima di intraprendere un trattamento e la necessità di un supporto psicologico a qualunque dietoterapia.

Nel complesso il volume si presta ad una lettura agevole, il che non implica la banalizzazione dei temi presentati che, anzi, vengono puntualizzati con i risultati delle ricerche eseguite dal gruppo di lavoro dell’Istituto Auxologico Italiano.

Nello stesso modo è sempre preciso il riferimento alla valutazione psicometrica adottata ed ai metodi statistici impiegati nei diversi studi presentati.

Le ricerche cui si fa riferimento spaziano dalle valutazioni sull’impatto della psicopatologia nei disturbi del comportamento alimentare a quelle relative a due innovativi approcci terapeutici, il Biofeedback Training e la Terapia Cognitivo-Esperienziale.

Tra le une e le altre si situano, tra gli altri, studi su rappresentazioni corporee e comportamento evitativo, relazioni di potere nella diade madre-figlio obeso, rapporto tra soddisfazione di vita e obesità e tra alessitimia e obesità.

Gli spunti, come si vede, sono numerosi e il campo di ricerca molto ampio; ciò consente al lettore di acquisire informazioni attinenti il suo ambito, suscitando nel contempo la sua curiosità su argomenti meno noti e praticati.

In tal senso l’ultimo capitolo, quello dedicato all’utilizzo della Terapia Cognitivo-Esperienziale (TCE) nel trattamento delle persone obese, appare sicuramente innovativo e stimolante.

La TCE è una terapia cognitiva integrata che, nelle attività individuali, prevede anche l’impiego della realtà virtuale quale strumento per affrontare i disturbi dell’immagine corporea e la motivazione al cambiamento.

Come più volte sottolineato dagli autori, nel trattamento dei soggetti obesi è di fondamentale importanza il coinvolgimento attivo del paziente. Ciò si realizza nella TCE ("Il paziente non semplicemente un osservatore esterno di immagini che subisce passivamente la realtà creata dal computer. Al contrario, può attivamente modificare il mondo tridimensionale nel quale agisce, in una condizione di completa immersione sensoriale"), ed è comunque in primo piano nei diversi approcci terapeutici, come ad esempio in esperienze di motivazione al cambiamento o di assertività, sebbene la forte ambivalenza che talvolta il paziente manifesta possa renderne difficile la mobilitazione. Il soggetto obeso, infatti, "da una parte vorrebbe risolvere il suo problema con un intervento medico di tipo "magico", dall’altra è consapevole, anche per la storia di precedenti fallimenti, che la dimensione soggettiva di assunzione di responsabilità, di scelta personale di cambiamento svolge un ruolo importante nella possibilità di risolvere il problema obesità o quanto meno nella riduzione del danno".

Il volume è completato da un Cd-Rom che contiene tavole, questionari e strumenti di valutazione e autovalutazione.

LINKS CORRELATI ALLA RECENSIONE

LINKS

CERCHI UN LIBRO?

CERCHI UNA RECENSIONE?

FEED-BACK:
SUGGERIMENTI E COLLABORAZIONI

La sezione di POL.it dedicata alle recensioni librarie è aperta alla collaborazione dei lettori che volessero inviare loro contributi per la pubbllicazione.
Se sei interessato a collaborare o se vuoi fare segnalazioni o inviare suggerimenti non esitare a scrivere al Responsabile di questa rubrica Mario Galzigna.

spazio bianco
POL COPYRIGHTS