CRITERI PSICOPATOLOGICI E CLINICI NELLA DIAGNOSI DI SCHIZOFRENIA Eugenio Borgna, M.T.Ferla, Chiara Guglielmetti (Servizio di Psichiatria, Azienda Ospedaliera "Maggiore della Carità", Novara)
La psicopatologia non è clinica L'orizzonte di conoscenze della psichiatria clinica L'orizzonte di conoscenze della psicopatologia La psicopatologia non è la clinica Come ha scritto Karl Jaspers (3), la psichiatria clinica e la psicopatologia si distinguono essenzialmente per questa ragione: la prima è una prassi, una modalità di conoscenza pratica (una Kennerschaft come l'ha definita Klaus Conrad) (4), che si confronta con la psicopatologia e la somatologia che costituiscono invece discipline scientifiche: subordinate, cioè, ai criteri che modulano le scienze umane (la psicopatologia) e le scienze naturali (la somatologia). In ogni caso, anche al di là di distinzioni e di disgiunzioni di questa natura, il modello di conoscenza e le risultanze conoscitive della psichiatria clinica si differenziano profondamente da quelli della psicopatologia. La questione, e la esigenza, si realizzano in una prospettiva che, senza trionfalizzare enfaticamente e dogmaticamente psichiatria clinica o psicopatologia (e somatologia), sia consapevole fino in fondo delle diverse forme di conoscenza e delle diverse conseguenze non solo terapeutiche ma anche epistemologiche che stanno a fondamento dell'una e delle altre articolazioni costitutive della psichiatria tout court. Questa distinzione di linee conoscitive e applicative si riflette, del resto, sulla questione della tipicità e della atipicità della patologia schizofrenica: della fenomenologia schizofrenica; nel senso che una modalità di conoscenza elettivamente clinica (pratica e oggettivante) tende a cogliere ciò che c'è di comune, e cioè di tipico, nel contesto camaleontico delle espressioni (dei sintomi) della schizofrenia; mentre una modalità di conoscenza essenzialmente psicopatologica, indirizzata a cogliere gli elementi micromolecolari di una patologia, tende a fare riemergere ciò che c'è di mutevole, di trasformabile, di friabile, e cioè di a-tipico, nella forma di vita psicotica (schizofrenica). Certo, nel fare-psichiatria è necessario confrontarci con le emergenze sintomatologiche delle esperienze psicotiche cercando di sottrarsi alle spirali e agli artigli della ideologia che ci fanno perdere il senso preciso, reale, concreto, problematico e ambiguo ma, comunque, concretizzabile e delineabile della psichiatria. Solo ri-flettendo, e mettendo fra parentesi ogni ovvietà (5) del discorso, si fa una psichiatria rigorosa. © POL.it 2000 All Rights Reserved |