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Educazione scolastica mediata dal computer e dal Web

Glenn Russell

Su gentile concessione dell'Autore, Glenn Russell e di Edward Valauskas, Editore di First Monday, su cui è stato pubblicato l'articolo per la prima volta nel numero di Novembre 2001, volume 6, numero 11 . Traduzione a cura di Anna Fata.

RIASSUNTO

L'aggiunta del Web alla serie di tecnologie che gli esseri umani hanno utilizzato tra loro ed il mondo ha contribuito ai problemi così come ai vantaggi nell'area dell'educazione scolastica. Gli antecedenti storici nelle aree come la scrittura, la stampa e l'industrializzazione forniscono un contesto in cui le esperienze mediate possono essere esaminate. Nel 21° secolo, la disponibilità dell'educazione online aumenta la possibilità che l'esperienza virtuale verrà utilizzata al posto della realtà. Esistono anche delle preoccupazioni circa il fatto che ci sarà confusione tra apparenza e realtà e che l'imperialismo culturale continuerà a diffondersi tramite l'utilizzo del Web. Insieme all'osservazione che la mediazione del computer attraverso il Web tende a re-inquadrare il ruolo centrale dell'insegnante nel processo educativo, questi fattori sono considerati nei termini della necessità di stabilire le linee guida future per ridurre l'impatto avverso del Web sull'educazione scolastica.

 

INTRODUZIONE: ANTECEDENTI STORICI

 

Storicamente, gli esseri umani, nel tempo, hanno utilizzato una serie di tecnologie per mediare tra loro stessi e le impressioni sensoriali del mondo reale. Le tecnologie come la scrittura, la stampa, il telegrafo, la radio, il cinema, la televisione e i computers hanno reso possibile il miglioramento delle comunicazioni e sono diventati un componente normale della vita quotidiana. Nel tardo 20° secolo, il rapido sviluppo dei computers ed il loro utilizzo nelle scuole ha fornito un'opportunità per realizzare l'educazione che era spesso mediata dal computer.

Il 21° secolo ha visto la crescita di una serie di tali applicazioni nelle scuole, incluse le simulazioni, i giochi ed il materiale trasmesso dal World Wide Web. In aggiunta, dei fornitori di educazione hanno lanciato varie forme di scuole virtuali, dove una parte o tutto il contenuto educativo viene trasmesso tramite computer ad un allievo più distante geograficamente. La lezione di scienze, che una volta avrebbe sezionato una rana in laboratorio, con l'insegnante che fornive una guida, ora ha la possibilità di scegliere di utilizzare un CD-ROM, o un sito Web. In alcuni casi in cui gli studenti non sono in grado di frequentare la scuola, lo studente può lavorare su una rana virtuale a casa senza alcun contatto faccia a faccia con un insegnante o i compagni.

Il processo per mezzo del quale i metodi educativi basati empiricamente vengono classificati dalle loro controparti mediate dal computer può essere considerato un sottoinsieme di tecnologie molto più remote. Queste, a volte, si sono evolute a dispetto della critica. Storicamente, il sostegno all'esperienza mediata o l'opposizione ad essa, qualche volta, è stato messo in relazione ai concetti di percezione e di apprendimento, ma, a volte, le nuove tecnologie hanno sfidato l'autorità, o gli stili più convenzionali di vita e di lavoro. Tali esempi posso essere visti nell'introduzione della scrittura, nella diffusione della stampa e nella meccanizzazione che ha accompagnato la Rivoluzione Industriale.

Più di 1.500 anni fa, Platone (1973) era critico della tecnologia della scrittura. Egli scrisse:

"Coloro che l'acquisiscono [la scrittura] cesseranno di esercitare la loro memoria e diventeranno smemorati; essi si affideranno alla scrittura per ricordarsi le cose, tramite segni esterni invece delle loro risorse interne …questo mostra una grande follia … supporre che uno possa trasmettere o acquisire una conoscenza chiara e certa di un'arte attraverso il mezzo della scrittura, o che le parole scritte possano fare di più che ricordare al lettore ciò che egli sa già su qualsiasi argomenti dato" [ ].

Le riserve di Platone circa la scrittura, che erano basate principalmente sulla convinzione che la nuova tecnologia avrebbe comportato degli svantaggi per l'allievo, per i proponenti della scrittura non erano sufficienti per abbandonarla. L'abilità della scrittura, tuttavia, non divenne comune ad Ovest per centinaia di anni.

La diffusione della tecnologia della stampa in Europa nel 16° secolo fornisce un esempio non solo di sfida alle strutture di potere esistenti, ma di un movimento guidato da un maggiore apprendimento e scolarizzazione. In un tempo precedente, la Chiesa ed i suoi rappresentanti, i sacerdoti, erano stati in grado di interpretare la Bibbia e di controllarne l'accesso, perché i libri erano scritti a mano e poco numerosi. Senza la stampa, gli ampi cambiamenti che accompagnarono la Riforma avrebbero ben dovuto essere cancellati per lungo tempo. Tuttavia, per alcuni, l'importanza della stampa sta nel suo potenziale educativo. Einstein (1979) cita un commento da Thomas Elyot nel 1531:

"Io oso affermare che un uomo trarrà più profitto in una settimana tramite cifre e grafici creati in modo perfetto di quello che otterrebbe leggendo o ascoltando le regole di quella scienza in un periodo di almeno sei mesi" [ ].

Quando la Rivoluzione Industriale aumentò la velocità in Gran Bretagna durante i primi anni del 19° secolo, Thomas Carlyle si sentì a disagio per i modi in cui il macchinario stava sostituendo il lavoro umano. Egli credeva che la gente tendeva a perdere qualcosa di importante nel momento in cui diventava sempre più dipendente dalla tecnologia. In un articolo pubblicato originariamente su Edinburgh Review nel 1829, Carlyle scrisse:

"Per definire questa nostra epoca con un singolo epiteto, saremmo tentati di chiamarla … l'Era Meccanica … Niente ora viene fatto … a mano … I nostri vecchi modi di creare sono tutti screditati e messi da parte. In tutte le direzioni, l'artigiano viene guidato dalla sua bottega a creare una stanza per una più veloce ed inanimata. Non c'è alcuna fine al macchinario … Gli uomini sono cresciuti meccanici nella testa e nel cuore, come pure nella mano" [ ].

Ciò che gli esempi precedenti illustrano è che c'è una tendenza per una nuova tecnologia che distrugge le pratiche abituali, l'esercizio del potere ed i modi in cui le persone vivono le loro vite. Questa tendenza può essere osservata anche in una serie di tecnologie che sono state introdotte nel tardo 19° secolo e nei primi anni del 20° secolo. Una precedente relazione americana (Technological Trends, 1937) esamina il modo in cui le nuove tecnologie hanno sfidato le tecnologie allora esistenti. L'automobile era una minaccia economica alle ferrovie, i giornali temevano la perdita dell'entrata economica della pubblicità con lo sviluppo della radio e la macchina da scrivere rendeva possibile l'assunzione di dattilografe. A volte, come fa notare Technological Trends, la ragione reale di opposizione ad una tecnologia potrebbe non essere esplicita. Non è sorprendente che le aziende del telegrafo ricordassero alle persone gli svantaggi del telefono, o che le aziende dell'illuminazione a gas, che sono interessate al valore delle loro azioni nella borsa valori, ricordassero al pubblico i rischi dell'elettricità.

Forniti tali resoconti del perché le tecnologie possono essere viste come vantaggi e svantaggi, non è sorprendente che l'utilizzo che le tecnologie mediate dal computer nell'educazione scolastica potrebbero seguire uno schema simile. L'introduzione dei computers è considerata spesso benefica e c'è una ricerca considerevole a sostegno del fatto che è vantaggiosa, quando utilizzata con le classi. Shelton (1993) ha riportato una ricerca che indicava che il multimedia accresce la comunicazione e che gli utilizzatori imparano con il multimedia.

Khalili e Shashaani (1994) hanno condotto una meta-analisi di 36 studi indipendenti che dimostravano che le applicazioni del computer hanno un effetto positivo sul conseguimento accademico degli studenti dalla scuola elementare al college. Tuttavia, i benefici rivendicati non sempre vengono accettati senza critiche. Clark (1983; 1994) ha sostenuto che i media di per se stessi non influenzano l'apprendimento e che, di conseguenza, i vantaggi rivendicati per l'utilizzo dei media avrebbero dovuto essere esaminati più criticamente.

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