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SKIPPER

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La ComunitàTerapeutica Skipper nascenel marzo 1998 per effetto delladefinitiva chiusura degli ex Ospedali Psichiatricidella Provincia diGenova, Quarto e Cogoleto.

A vent'annidalla Legge 180, gli ex Ospedali Psichiatrici,ospitavano ancora al lorointerno un certo numero di pazienti non piccolissimoche erano statilì ricoverati prima della Legge e che per varie ragioni,prima fratutte, la mancanza di altri luoghi di cura, hanno continuato adabitarli:il cosiddetto "residuo" manicomiale.

Lo smantellamento definitivo avviene soltantovent'annipiù tardi in conseguenza ad un'ulteriore normativa dilegge che prevedeammende pecuniarie per le Regioni che non provvedano,entro l'anno, allachiusura degli ex OO.PP.

La globalità di tale delicato e tempestivoprocessoche ha previsto la dismissione dei singoli pazienti e l'individuazioneo lacreazione ex novo di strutture residenziali idonee ad accoglierli,prendeil nome di superamento.

LaComunità Skipper si inseriscenella rete territoriale delsuperamento in modo del tutto nuovo e originale:essa è l'unicastruttura residenziale, all'interno della nostra Provincia,creataappositamente per accogliere pazienti provenienti dai due ex OO.PP.Ilgruppo di lavoro impegnato in questo particolare compitoprovienedal mondo delle cooperative sociali non profit e si ispira, inquanto adorientamento culturale, al modello della ComunitàTerapeutica; sitratta pertanto di un gruppo giovane, altamente motivato,professionalmenteaperto e privo di "competenze" o fantasmimanicomialisti. Potremmopertanto, con un po' di immaginazione e di gustoper le idee, definire loSkipper come il risultato tecnicosicuramente originale, ciauguriamo efficace, di questo intreccio, diquesto incontro tra unapopolazione di pazienti portatori dellamassima cronicità istituzionalepossibile con un gruppo di lavoro adorientamento comunitario portatoredi un progetto riabilitativo sullapersona.

 

L'utenza

LoSkipper nasce come una struttura ad utenzabimodulare: sonocioè previsti due moduli da venti pazienti ciascuno,uno perpazienti psichiatrici e uno per disabili.Èperòevidente che, nella quotidianità, tutti gli ospiticonvivonoinsieme.Questa copresenza di pazienti così diversi, peresigenzee caratteristiche cliniche, deriva dalla vecchia impostazionemanicomialistache non prevedeva la differenziazione clinica e iltrattamento personalizzatoche invece caratterizzano la psichiatriamoderna. Va inoltre detto che ladistinzione tra i due gruppi non è,nella realtà dell'assistenza,sempre così marcata, i confinisono spesso indistinti.È comese avessimo in realtà tregruppi: gli psichiatrici puri (prevalentementepsicosi residuali), idisabili puri (pochi portatori di handicap gravissimi),e un terzo gruppoin cui convivono i due aspetti, in cui cioè ildeterioramentodisabilizza&nbspgli aspetti che furono psicopatologicie caricadi sintomi psichiatrici quei pazienti inizialmente diagnosticaticome medio lievi oligofrenici.

In una parola,la nostra utenza specifica èla cronicità.Intendiamocon questo termine unconcetto compositoche non si esaurisce nel"residuo" con cui attualmente lavoriamo,ma che comprende la fasecronicizzata delle malattie psichiatriche gravianche nonistituzionalizzate in precedenza o che lo sono state pertempi brevi eche ora necessitino di una permanenza residenziale a lungotermine.Sappiamoche la cronicità è lo "zoccolo duro"dell'attualesituazione dell'assistenza psichiatrica nel nostro Paese: neldesiderio dieliminarla con un colpo di spugna, le varie amministrazionile hanno sempreriservato scarsi investimenti sia economici che tecnici,relegandola in unvasto indistinto assistenziale che riguarda tutti enessuno.

Sappiamo anche che,sfortunatamente, molti pazientipsichiatrici rientrano nel concetto di"cronico": pazienti, cioèche, indipendentementedall'età (cronico non è sinonimo divecchio) vanno incontroad un rapido decadimento delle proprie condizionipsichiche globali per ilconvergere di diversi fattori (malignitàdella patologia, carenzedell'ambiente, solitudine, ecc.) In una psichiatriache voglia dirsimoderna, anche la cronicità deve essere oggettodi un lavorotecnico specifico non casuale, mirato e non custodialistico,usando almeglio le opportunità che la ComunitàTerapeutica,così rivisitata, puòoffrire.

 

L'offerta: assistenza completa a lungotermine

Il paziente psichiatrico cronico è portatoredidiversi bisogni: alcuni li condivide con quelli del pazientepiùgiovane e sintomaticamente florido (bisogno di relazionisignificative congli operatori, di una giusta miscela tra rispettodell'individualitàe comunanza con cui gli altri, di ascolto, e viadicendo), altri sono invecebisogni più specifici, e vengonocosì a costituire il nostrotargetelettivo.

I più importantifra questi sono:

Il progetto riabilitativo

Come in ogniComunità Terapeutica, èla relazione dei pazienti con glioperatori il perno del lavoro.Difronte al paziente cronico, ènecessario che il gruppo adattilo strumento relazionale comunitarioai bisogni particolari di chi haperso, almeno in parte, la propriaautonomia, il riconoscimento del proprioSé, la volitività ela progettualità dell'esistenza.Occorreuna sensibilità e unacompetenza che riteniamo debba essere frutto,anch'essa, di una sceltatecnica precisa.Potremmo dire che la nostra missionconsistenelcontrastare gradualmente il "danno" istituzionale residuatonellungo periodo e che si è sovrapposto ed intrecciato con lapatologiadi base, e pertanto:

Moltissimi sono gli aspetti che rientrano nelprogetto.Nonultimo, i rapporti con l'esterno, le uscite in paese, irapporti con ilvolontariato locale, il servirsi come normali cittadini deinegozi, delparrucchiere, e così via.Nel paziente cronico nonistituzionalizzato,il progetto verrà personalizzato e adeguato allivello di abilitàe risorse dell'Io che sono statemantenute.

Sono pertanto previstinumerosi momenti di gruppo(riunioni, uscite, visioni di film, ascolto dimusica), intercalati ad altrettantimomenti di rapporto individualizzato(uscite singole con l'operatore, attivitàsvolte singolarmente colterapista del caso, ecc.).

Oltre alpersonale della struttura, l'interventoriabilitativo così compositosi avvale della presenza di terapistio consulenti esterni che prestanoservizio con frequenza mono o bisettimanalee partecipano, restituendocosì il loro operato, alle riunionidi staff.

Dott.ssa RossellaValdré

Direttore Medico

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