| PREMESSA di Carlo Viganò Oggi Tronconi dirà alcune sue elaborazioni sul modello psicoanalitico nella contaminazione con il cognitivismo. Dal punto di vista epistemologico altri hanno altri orientamenti. Il fatto che si possa discutere di clinica utilizzando diversi modelli teorici mi sembra un'acquisizione fondamentale, perché viene a dire che è la clinica stessa a fare da quadro epistemologico nel nostro dibattito. Non c'è bisogno di fondare una teoria a livello universale, a livello filosofico, di fondamento filosofico, per utilizzare la teoria nella clinica... Non è un'esigenza che si sia dimostrata necessaria alla discussione empirica, quella di ridurre i modelli teorici ad uno, ad un universo di riferimento fondativo. Si può fare della clinica utilizzando differenti strutture teoriche di riferimento, differenti concettualizzazioni. E' chiaro che nel fare questo si deve, ogni volta che si usano i concetti, chiarirli, spiegarli, in modo che siano utilizzabili anche da chi partecipa al dibattito. Quindi che la clinica faccia da riferimento epistemologico distintamente dalla filosofia mi sembra un'acquisizione non da poco e... nel dibattito clinico il fatto che si abbiano riferimenti teorici concettuali differenti è di volta in volta spesso origine di una maggiore apertura, di una maggiore illuminazione sul campo del fenomeno clinico stesso, se il sintomo può essere illuminato di volta in volta meglio da un differente riferimento concettuale. Questo sposta l'esigenza dell'uno, perché è un'esigenza innata dell'uomo quella di fare unità, dalla fondazione filosofica ad un altro tipo di fondazione. Per poter fare questa discussione che usi la teoria come uno strumento e non come una metafisica, non come una fondazione filosofica, occorre essere disposti a questo compito, occorre avere una particolare pazienza, generosità nell'ascolto del concetto utilizzato dal collega, per poterlo utilizzare nella pianificazione clinica. Quindi, "l'uno" è questa pazienza, questa disponibilità che, in termini più precisi io qualificherei come "disposizione etica". Se non c'è bisogno di una fondazione filosofica epistemologica, c'è bisogno di un'etica comune, per poter instaurare un dibattito clinico, che utilizzi concettualizzazioni tratte da linee transferali di gruppi, di scuole di ricerca differenti. Tronconi ci ha dato il testo che stava alla base della sua esposizione: [ TORNA ALL'INDICE DEL SEMINARIO ]
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