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CONVERSAZIONE CON MARCO BELLOCCHIO SUL SUO ULTIMO FILM: "LA BALIA"

Albertina Seta

Pessimismo e caratterizzazione del protagonista maschile: il prof.Mori

D. Nel suo film, come lei stesso ha avuto modo di dire, tutti i personaggi, in particolare Mori, pur investiti da eventi drammatici, si limitano a "micromovimenti", impercettibili spostamenti, che alludono a possibilità che non portano a conclusione. Si rimane incerti se questi movimenti alludono a una speranza, molto simbolica, molto flebile, o siano da far rientrare nella rappresentazione, terribile, di qualcosa che in definitiva non può sostanzialmente trasformarsi. Come poi più' esplicitamente si vede nel personaggio interpretato da Michele Placido.

In che modo questa proposizione, in un certo senso pessimistica, rientra oggi nella sua ricerca di autore?

R. Qui però lo scavo è molto profondo. Potrei fare delle ipotesi, ma non so quanto contino. Nel senso che questo pessimismo può anche corrispondere, magari in uno stato di salute eccellente, a una situazione depressiva che uno attraversa malgrado i riconoscimenti alla propria identità. E' quasi che la tua identità di artista, di autore, di cineasta tendesse a crescere in questi ultimi anni, ma ci fosse in questo un elemento di crisi, che si rivela proprio nel film.
Le cose non si sanno lucidamente; si può pensare: - ma perché e cosa?- e magari si scopre dopo.
Da parte mia, come ho già avuto modo di dire, ho cercato sempre di contenere il personaggio di Mori, perché trovo assolutamente peggio creare un eroe inesistente, un eroe positivo che non è reale. E' meglio stare nella realtà.
"A posteriori" mi sono detto - poiché io non credo a una trasformazione all'americana degli attori - che se ho scelto quell'ottimo attore che è Bentivoglio, che però ha quelle caratteristiche: quel movimento, quella voce, quel passo, evidentemente ci sarà un motivo.
In tutto il film, prima un pochino nella sceneggiatura, poi nel film, ho cercato di animare il personaggio quanto sono riuscito a fare. Lì certamente c'è il personaggio della balia, che arriva con un suo coraggio, con una sua sicurezza interna ed è l'elemento che si contrappone all'immobilità e alla rigidità di Mori. Lui fa quel tentativo - alla fine - che è sincero, vero, reale di scrivere una lettera; più per sé stesso che per lei, che ormai è partita. Quasi a dire che la sua agitazione, la sua crisi continua. Non è uno che ritorna dentro la famiglia come se niente fosse. Ma poi di lui, di quale sarà il suo futuro, importa poco.
Infine, è chiaro: il sentimento di pessimismo, o di non pessimismo, è ancora una volta lo spettatore a sentirlo e a comunicare un suo stato d'animo.

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