- TRENT'ANNI
DI PSICOTERAPIA COGNITIVA E COMPORTAMENTALE
- IN ITALIA
- Ezio Sanavio
- Professore di Psicologia Clinica, Università
di Padova
- con un commento critico
di Giovanni Liotti,
- una replica di Ezio Sanavio,
- e il dibattito
avvenuto in rete
- Terza parte di sei parti:
- 1. Ezio Sanavio, "Trent'anni di
psicoterapia cognitiva e comportamentale in Italia"
- 2. TABELLA: Principali tappe dello
sviluppo della psicoterapia comportamentale e cognitiva in Italia
- 3. Commento critico di Giovanni Liotti
- 4. Replica di Ezio Sanavio
- 5. Bibliografia
- 6. Dibattito avvenuto in rete
Commento di
Giovanni
Liotti:
- Alcune note all'articolo di Ezio Sanavio
- "Trent'anni di psicoterapia cognitiva e
comportamentale in Italia"
Sanavio afferma che le due Società scientifiche italiane
interessate alla psicoterapia cognitivo-comportamentale (SITCC e AIAMC)
perseguono finalità statutarie pressoché identiche, e insinua il
dubbio che l'esistenza di tali due distinte Società nel nostro Paese
sia dovuta a problemi di leadership. Dissento energicamente, e
affermo che dallo scritto stesso di Sanavio emergono abbastanza chiaramente
le differenze fondamentali di finalità e di percorso conoscitivo
perseguite dalla SITCC e dall'AIAMC. Tali differenze sono evidenziate dai
contributi della SITCC all'integrazione fra cognitivismo clinico e teoria
dell'attaccamento da una parte, e fra cognitivismo e costruttivismo dall'altra. A
queste integrazioni l'AIAMC non ha invece prestato interesse. E' legittimo
che Sanavio, come socio dell'AIAMC, critichi severamente tali contributi
(e guardi con sospetto al collegamento concettuale che essi pongono fra
il cognitivismo clinico ed alcuni settori della ricerca psicoanalitica)
ma non è legittimo che eviti di evidenziarli appunto come
concreti esempi delle radicali differenze fra gli interessi concettuali della
SITCC e quelli dell'AIAMC. Proverò qui ad argomentare in che senso
si tratta di differenze radicali, e dunque tali da giustificare
l'esistenza di due Società distinte nonostante siano accomunate
dall'interesse per le applicazioni cliniche del cognitivismo e del comportamentismo.
Fin dalla sua fondazione, la SITCC prese posizione, a grande
maggioranza dei suoi membri, a favore della tesi che le applicazioni cliniche del
comportamentismo andavano intese solo come il primo tentativo di un progetto culturale più
ampio: il progetto di istituire stretti rapporti fra la ricerca
sperimentale in psicologia da una parte, e la psicoterapia dall'altra. All'inizio
degli anni '70, l'interesse per i rapporti con la psicologia sperimentale
era assai scarso nel mondo della psicoterapia in generale, e della
psicoterapia italiana in particolare. Il comportamentismo era, all'epoca, ancora
il paradigma principale nell'ambito della ricerca sperimentale in
psicologia, mentre erano appena agli inizi le rivoluzioni paradigmatiche del
cognitivismo, dell'etologia e della psicologia evoluzionista. Dunque, il clinico
che, nei primi anni '70, desiderava contribuire all'edificazione di una
psicoterapia in stretto rapporto con la ricerca sperimentale, doveva
necessariamente rivolgersi alle tecniche della terapia del comportamento. Tale
clinico non doveva però considerarsi vincolato al paradigma teorico
del comportamentismo per il solo fatto di utilizzare, nella sua
pratica psicoterapeutica, le tecniche della behavior therapy .
Se l'interesse fondamentale è rivolto alla relazione stretta fra
psicoterapia e ricerca di base in psicologia sperimentale, anziché al
comportamentismo metodologico ed ideologico, allora ci si può sentire liberi di
esplorare l'uso clinico dei contributi di altre branche, non comportamentiste,
della psicologia sperimentale (cognitivismo, etologia, evoluzionismo) non
appena questi contributi si prestino alla fecondazione del pensiero
psicoterapeutico e psicopatologico.
Proprio questo rifiuto di privilegiare il comportamentismo,
rispetto ad altri paradigmi della psicologia sperimentale, come base teorica e
metodologica per le applicazioni cliniche, permise ad alcuni soci della SITCC di
esplorare rapidamente, appena queste divennero disponibili, non solo le
tecniche terapeutiche derivate dal cognitivismo (cognitive therapy) ma
anche applicazioni alla psicopatologia dell'etologia e dell'evoluzionismo
come la teoria dell'attaccamento di Bowlby. Quando l'AIAMC (Associazione
Italiana per l'Analisi e la Modificazione del Comportamento) venne
alla luce, i suoi Soci fondatori dichiararono esplicitamente la propria
adesione al "credo" teorico e metodologico comportamentista,
tanto da escludere dal nome dell'Associazione persino il termine "terapia"
a cui venne preferito, secondo la lezione del comportamentismo radicale
Skinneriano, appunto il termine "modificazione". Contro prove
storiche di questa scelta radicalmente comportamentista dell'AIAMC sono
il forte ritardo nell'inserire nel nome dell'Associazione la dizione "terapia"
e l'aggettivo "cognitiva" (che avvenne solo nel 1992, a 16 annidi distanza dalla pubblicazione del testo di Aaron Beck in cui per la
prima volta compare il termine "terapia cognitiva"), e la tuttora
perdurante diffidenza per gli apporti dell'etologia e dell'evoluzionismo alla
psicoterapia e alla psicopatologia (diffidenza che chiaramente traspare dallo
scritto di Sanavio: si ricordi, a questo riguardo, che proprio dall'etologia
vennero alcune fra le critiche più severe al comportamentismo di Skinnere che etologia e comportamentismo Skinneriano sono rivali storici
inconciliabili, mentre non sono inconciliabili cognitivismo e comportamentismo).
Dunque, per la maggior parte dei soci SITCC aderire alle finalità
statutarie dell'AIAMC avrebbe significato - almeno per il periodo che va
dalla fondazione dell'AIAMC nel 1977 al 1992 (anno in cui l'AIAMC
dichiara di accettare le tecniche cognitiviste) - rinunciare alla libertà
di non considerarsi comportamentisti. Si noti che ai soci SITCC non è neppure richiesto, a rigore, di sentirsi vincolati al
cognitivismo ,o all'evoluzionismo. L'unico vincolo ideologico richiesto al socio SITCC
è aderire all'idea che la psicoterapia deve continuamente
aspirare al rapporto stretto con la ricerca di base in psicologia sperimentale
e alla riflessione epistemologica proposta dalla filosofia della
scienza. Dunque non da questioni di leadership, ma dalla necessità
di preservare la libertà di pensiero teorico che l'adesione alla
SITCC ha sempre comportato, è nata la separazione fra SITCC e AIAMC.
Fra le conseguenze della libertà di pensiero - rispetto
alle ideologie della psicologia - permessa dalla SITCC, c'è
l'interesse di molti dei suoi soci per la filosofia della scienza come uno dei
possibili fondamenti nell'edificazione di sistemi di psicoterapia e di modelli
di psicopatologia. Di qui l'attenzione rivolta al costruttivismo da
molti soci SITCC dopo che le tesi costruttiviste sono state evidenziate e
discusse da alcuni importanti epistemologi contemporanei. Altra conseguenza è
che alcuni soci SITCC si sono sentiti del tutto liberi di instaurare un
dialogo e un confronto con quei settori della psicoanalisi contemporanea
che pure hanno recentemente rivolto il loro interesse
all'epistemologia, all'evoluzionismo e alla ricerca in psicoterapia. Ciò, mi
sembra, non è avvenuto in eguale misura fra i soci AIAMC. Il motivo di
questa differenza è forse che non vi è difficoltà nel
confronto con altre Scuole di psicoterapia se il confronto si svolge attorno ad idee
comuni (ad esempio, le idee fornite dallo studio sperimentale dei
processi di pensiero, delle relazioni interpersonali o dello sviluppo sono di
interesse per psicoterapeuti di diversa formazione), mentre tale confronto può
essere ostacolato dall'adesione rigida ad una ideologia (che
sia essa comportamentista, cognitivista o psicoanalitica). Come socio
della SITCC, rivendico il mio interesse per le idee che abbiano forte
rapporto col mondo della ricerca sperimentale e col mondo della filosofia
della scienza, e rivendico il mio diritto a non aderire rigidamente ad
alcuna ideologia che emerga nel mondo della psicoterapia e della psicologia.
Non so se avrei potuto rivendicare tale interesse e tale diritto, senza
essere minacciato di espulsione, qualora fossi stato membro di altre Società
di psicoterapia o di modificazione del comportamento.
- Giovanni Liotti
- Didatta SITCC, Roma
- Via Tespi, 194
- 00125 Roma
- Tel. 06-52363686
- E-Mail <Giovanni.Liotti@libero.it>
- Fine
della Terza parte:
- 1. Ezio Sanavio, "Trent'anni di
psicoterapia cognitiva e comportamentale in Italia"
- 2. TABELLA: Principali tappe dello
sviluppo della psicoterapia comportamentale e cognitiva in Italia
- 3. Commento critico di Giovanni Liotti
- 4. Replica di Ezio Sanavio
- 5. Bibliografia
- 6. Dibattito avvenuto in rete