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Psichiatria Democratica denuncia in una sua nota un tentativo di controriforma strisciante della 180, dopo il fallimento della proposta di legge a firma Procaccini Burani.

Riportiamo di seguito il testo della denuncia di Psichiatria Democratica.

 
PSICHIATRIA DEMOCRATICA
 
IL GOVERNO CI  RIPROVA CON LA CONTRORIFORMA PSICHIATRICA, ma sulla sua strada trova sempre Psichiatria Democratica che ancora una volta grida NO !

Il 19 maggio 2004 la Segreteria della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome inviava a tutti i Presidenti delle Regioni un documento recante "Linee guida sull'applicazione di accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori per la malattia mentale ai sensi degli articoli 34 e 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833".
Psichiatria Democratica (P.D.) ritiene che questo documento sia di eccezionale gravità, per i seguenti motivi:

1.   Lo strumento dell'Accertamento Sanitario Obbligatorio (ASO) può essere utilizzato dallo psichiatra - secondo le suddette linee- guida- anche quando si verifica "il rifiuto del soggetto interessato a recarsi presso il Servizio…, laddove si sia realizzata un'interruzione non concordata del programma terapeutico e ciò possa determinare una prevedibile riacutizzazione o ricaduta sintomatologica". A quali strumenti , ci chiediamo, ci si affiderebbe  perchè si possa determinare la "prevedibile riacutizzazione" :secondo quali parametri? con quali certezze?.

2.   Basterebbe, inoltre, che il paziente si rifiuti di recarsi al servizio, per costringerlo a sottoporsi obbligatoriamente all'accertamento sanitario: un'illegalità enorme, che non necessita di commento, poiché è in gioco la libertà personale.

3.   E' previsto che "il TSO extraospedaliero possa realizzarsi presso strutture semiresidenziali o residenziali afferenti al Dipartimento di Salute Mentale".  Siamo di fronte all'ignoranza ( da ignoro) delle più elementari regole di applicazione di una legge e delle  funzioni svolte dalle strutture di un DSM. Possono mai essere trattati i pazienti acuti (per definizione quelli in TSO) in strutture deputate alla riabilitazione, come sono appunto quelle residenziali e semiresidenziali? Come può una struttura semiresidenziale, che è attiva solo di giorno, trattare un paziente in TSO che necessita di cure 24 ore su 24?

4.   La legge vigente parla, inoltre, dell'impossibilità "di adottare tempestive e idonee misure sanitarie extraospedaliere" per effettuare un TSO, laddove le suddette misure sono considerate come trattamento volontario. Con un'acrobazia lessicale, che, di fatto, stravolge lo spirito della legge, si fa coincidere la possibilità di adottare le suddette misure con "gli estremi per il TSO extraospedaliero": bizantinismo stupefacente, ma drammatico per la libertà della persona.

5.   Le "Linee guida" prevedono: "Nei casi di interdicendo o di interdetto, il tutore, sentiti i curanti, può chiedere al giudice tutelare la collocazione dell'infermo di mente in una struttura extraospedaliera in cui proseguire il TSO". Il tutore, per legge, non può farlo, poiché solo il medico può proporre la prosecuzione del TSO, ma non in una struttura extraospedaliera, per giunta. A questo proposito P.D. rileva una intrinseca quanto stridente contraddittorietà tra queste indicazioni governative e il trend legislativo espresso dalla legge 6/2004 (quella sull'amministratore di sostegno) che ha iniziato a valorizzare anche per i soggetti con forti problemi di tipo psichico (gli interdicendi e gli inabilitandi) le loro capacità cognitive e volitive allorché ha introdotto disposizioni che comportano il loro "coinvolgimento" in quanto beneficiari dell'amministratore di sostegno sulle modalità di "tutela" da accordare loro.
6.   E' previsto che laddove le prestazioni contenute nei LEA "non siano fruibili nella regione di  residenza…le stesse possono essere usufruite, previa attestazione del DSM competente, presso i Servizi pubblici o privati accreditati sul territorio nazionale". Questo è in contrasto con lo spirito delle leggi vigenti nazionali e regionali in materia psichiatrica, con i due Progetti- Obiettivo "Tutela della Salute Mentale". Tutta la normativa ha sempre evidenziato l'importanza di assicurare la continuità terapeutica nel trattare il disagio là dove nasce, di sviluppare un rapporto costante con il territorio d'appartenenza, per favorire i processi d'inserimento sociale e lavorativo e per lottare contro il pregiudizio. Ciò non è possibile se si afferma la tendenza a deportare gli utenti in luoghi lontani dalla propria comunità e dai propri affetti. L'emigrazione ha già arrecato tanti danni, quella psichiatrica può causarne ancora di più.
 
 Psichiatria Democratica denuncia, dunque, il tentativo da parte del Governo di introdurre attraverso queste assurde "linee- guida", quelle misure già contenutenella    proposta di legge Burani- Procaccini, caratterizzate da aspetti pesantemente illiberali, che rilanciano le strutture della cronicità, insieme agli interessi dei privati. Una proposta, quella della parlamentare di Forza Italia, ampiamente respinta dalle associazioni di familiari, di utenti, dalla larghissima maggioranza delle società scientifiche, dagli operatori del privato sociale, criticata da molti deputati e senatori della stessa maggioranza, dall'On. Guidi e dal Ministro Sirchia.
Queste linee guida riprendono gli aspetti peggiori dell'elaborato della Burani - Procaccini: sono di un'ingenua furbizia (ci si permetta l'ossimoro). Ciò che è stato gettato dalla porta attraverso la reazione di tante persone di buon senso, si tenta scopertamente di far rientrare dalla finestra.
E', necessario, allora, che le stesse organizzazioni e gli stessi cittadini che si sono opposti alla revisione della legge 180 e che in  migliaia e migliaia  hanno sottoscritto, nei mesi addietro, l'appelllo di Psichiatria Democratica, insieme a tutti coloro che hanno a cuore le libertà sancite dalla nostra Costituzione, boccino con forza queste indicazioni governative palesemente contrarie ai più elementari diritti delle persone.
In un momento in cui è in discussione in sede di Comitato ristretto della Commissione Affari Sociali della Camera il testo Burani - Procaccini, la proposizione delle suddette linee- guida esprime il tentativo maldestro di aggirare le regole del processo democratico di discussione di una proposta di legge, in un'ottica preoccupante di decisionismo autoritario, che va stigmatizzato e battuto.
Psichiatria Democratica invita le Regioni, cui è diretto il documento governativo, ad assumersi la responsabilità di respingerne i contenuti, tutti protesi ad enfatizzare il potere psichiatrico e delle sue istituzioni, nello spregio della dignità e della soggettività di chi soffre.
 
Matera, Napoli, 23. 06. 04
 
Rocco Canosa, Presidente Nazionale di Psichiatria Democratica
Emilio Lupo, Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica

La rubrica realizzata in collaborazione con
Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA

http://www.psichiatriabrescia.it


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Carlo Gozio, psichiatra e psicoterapeuta, lavora a Brescia ed è responsabile del Centro Residenziale Terapeutico e del Centro Diurno degli Spedali Civili di Brescia.
Cura per conto dell'Associazione Laura Saiani Consolati il sito www.psichiatriabrescia.it. e le News Territorio di Pol.it

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