Lettera aperta del Forum al Ministro della Salute, al Sottosegretario del Ministro della Salute, alla conferenza Stato Regioni, ai/lle Presedenti delle Regioni
Premesso che liniziativa ministeriale ci trova consenzienti e che la direzione intrapresa dal governo nel contrastare i percorsi di controriforma psichiatrica mostra che non occorre mutare le leggi ma devono essere esplicitate e rese operative procedure e linee guida; premesso ancora che 26 anni di riforma hanno dimostrato che è possibile curare garantendo i diritti anche nelle situazioni di non consenso alla cura e che nelle pratiche di molti servizi di salute mentale si sono consolidati strumenti che permettono di non abbandonare e di esercitare responsabilità e presa in carico verso le persone con grave disturbo mentale, ancorché non consenzienti, tutto ciò premesso, alcuni punti della bozza ci appaiono inaccettabili e su ciò il Forum decide di intervenire chiedendo gli opportuni emendamenti
· punto a) quando viene indicata la sede dove si può attuare lASO va sostituita alla parola ambulatorio (non previsto nel Progetto Obiettivo Nazionale Tutela della salute mentale 1998-2000) la dizione Centro di Salute Mentale (CSM);
· punto b) è bene indicare che il medico del servizio pubblico per la convalida del TSO, in prima istanza, debba essere lo/a psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale e solo nellimpossibilità della sua attivazione può essere un medico di altra struttura pubblica;
· punto c) il TSO extraospedaliero non corrisponde alla necessità di assicurare la continuità della presa in carico.., ma è trattamento contro la volontà della persona che non richiede la degenza ospedaliera. Può essere attuato nei CSM dotati di posto letto o, in particolari situazioni, presso il domicilio della persona con il supporto continuato degli operatori del servizio. Esso deve intendersi come lavvio di un percorso di cura e non solamente un atto di somministrazione coatta dei farmaci, i quali non possono esaurire lintervento di cura. Il TSO, fino a quando non si produce il consenso alla cura e persistono le condizione psicopatologiche che lhanno determinato, può/deve continuare; in altre parole la sua durata non può essere burocraticamente definita ma va commisurata con il tempo necessario alla presa in carico.
Per tanto, è totalmente inaccettabile la proposta di attuare il TSO nelle residenze o nei centri semiresidenziali in quanto i programmiterapeutico-riabilitativi che si attuano in questi luoghi si fondano sulladesione al trattamento da parte della persona, sul suo protagonismo, pena la loro inefficacia; fanno leva sulla parte sana dei soggetti e mobilizzano le risorse della comunità locale. Non si capisce dunque il senso di ricorrere alla struttura residenziale vista per altro la temporaneità del TSO e la disponibilità, per il breve periodo, di altri luoghi deputati (SPDC, CSM, domicilio). E maggiormente inaccettabile quando si dice struttura residenziale afferente al DSM includendo in questa dizione strutture spesso gestite dal privato col rischio di produrre disarticolazioni, fratture e deleghe sicuramente dannose per il percorso terapeutico riabilitativo per le persone con disturbo mentale;
· punto e) il tutore e/o lamministratore di sostegno non può indicare la sede del TSO extraospedaliero in cui proseguire la cura, dal momento che la scelta del luogo è limitata alle opzioni precedentemente segnalate e perché la scelta resta comunque un atto tecnico legato alle condizioni psicopatologiche, organiche, di contesto della persona. E bene invece che sia informato, coinvolto nelle decisioni e partecipe al percorso terapeutico riabilitativo;
· punto f) va precisato che è prioritario che la continuità terapeutica venga garantita allinterno del territorio di residenza e che le regioni assicurino, attraverso limpegno del 5%, lerogazione delle risposte necessarie allattuazione del progetto terapeutico individuale. I Dipartimenti di Salute Mentale devono essere dotati di tutte le strutture che possano garantire le risposte differenziate ai percorsi di salute, di cura e di riabilitazione. I Direttori dei DSM che, pur disponendo di budget adeguato non costruiscono queste risposte, vanno disincentivati. In nome di una falsa libera scelta, risorse vengono dislocate verso altre regioni impoverendo i sistemi locali, abbandonando le persone in luoghi senza ritorno. La mobilita extra regionale favorisce la de-responsabilizzazione e in nessun caso risponde al bisogno di continuità terapeutica.
Il Forum Salute Mentale ritiene inoltre necessario che sul tema dei Trattamenti Sanitari Obbligatori siano sentiti i sindaci che li dispongono e i giudici tutelari che li convalidano. Si impegna perciò a sollecitare il loro parere anche in occasioni pubbliche di dibattito con gli operatori, i sindacati, i familiari, gli utenti e le associazioni impegnate nel campo della salute mentale.
La portavoce del Forum: Giovanna Del Giudice