CONCLUSIONI
1) INTRODUZIONE
Com'è noto, l'ordinamento penale non prevede le specifiche configurazioni dell'omicidio sessuale e tanto meno degli omicidi sessuali multipli, attribuibili ad un unico autore in rapporto ad analogie inerenti a circostanze di tempo, di luogo e di modus operandi.
Si tratta di reati che assumono tuttavia particolare rilievo nel campo della Psichiatria forense: posto che, una volta identificato, l'autore di delitti siffatti viene pressoché sistematicamente sottoposto a perizia psichiatrica. Perizia che, più che dai riferimenti anamnestici a pregressa patologia mentale o a pregressi comportamenti abnormi dell'autore dei reati, è il più delle volte motivata dai fattireati di per sé stessi considerati, con particolare riguardo alla tipologia delle vittime ed alle circostanze in cui i delitti sono stati realizzati.
Il problema della qualificazione "aprioristica" di determinati omicidi come "sessuali" e del presunto autore degli stessi come "delinquente sessuale" rinvia ai complessi rapporti tra "Sessualità" e "Cultura" da un lato e tra "Sessualità" e "Diritto" dall'altro. Rapporti che riflettono il modo di porsi della collettività nei riguardi della sessualità, e, di riflesso, il modo di porsi del Legislatore (per quanto concerne la produzione legislativa) e dei Magistrati (per quanto attiene all'attività giurisdizionale) nei settori che direttamente o indirettamente chiamano in causa la sessualità. Si pensi, ad esempio, alle travagliate vicende legislative ed alle altrettanto travagliate vicende giurisdizionali in ordine ai problemi del controllo e della soppressione della fertilità, del danno alla funzione sessuale ed alla capacità di procreare, del transessualismo e della rettifica di sesso anagrafico, alle norme contro la violenza sessuale di cui alla L. n. 66/96, ecc. (cfr., al riguardo, per quanto concerne gli aspetti di rilevanza medico-legale, "Sessualità e Diritto", Atti del XXXII Congresso nazionale S.I.M.L.A., Tipolitografia Artestampa, Modena, 1996).
Senza alcuna pretesa di approfondire in questa sede l'ampio e variegato tema dei rapporti tra sessualità e cultura da un lato e fra sessualità e diritto dall'altro, ci si limita unicamente a rilevare che in questi ultimi anni si è realizzato, nel campo della "divulgazione criminologica", quanto si era verificato in passato in altri settori (letteratura, attività artistiche, ecc
), ovvero una "proposizione" ed una "lettura" per c.d. aperta della nozione di "sessualità": la quale, per quanto concerne i delitti ad ipotetica matrice sessuale, per effetto della suggestione operata dai mass media si è progressivamente caratterizzata come nozione alla quale sarebbero sottese rilevanti quote di morbosità e di violenza. In questo contesto, hanno assunto particolare pregnanza emozionale per l'opinione pubblica i delitti che vengono attribuiti ai cc.dd. "Serial Killers", e, più recentemente, anche i delitti che rinviano alla pedofilia (ai quali non si farà riferimento in questa nota, in quanto meritevoli di autonoma separata trattazione).