CONCLUSIONI4) CONCLUSIONI
Il problema della metodologia peritale, così posto, sembra riflettere equazioni semplici, che invece sono destinate a rivelarsi complesse, nei singoli casi concreti, nei riguardi degli autori di delitti "sessuali" multipli. Tenuto peraltro conto che, in casi siffatti, si delinea il concreto rischio che la perizia psichiatrica venga sovradeterminata da suggestioni che rinviano sia alla fase precedente che alla fase successiva all'identificazione dell'autore dei delitti. Rischi che occorre assolutamente evitare, dovendosi pertanto chiarire che in casi del genere la valutazione peritale non potrà far riferimento a "linee guida" rintracciabili nella abbondante letteratura pseudoscientifica in tema di rapporti tra sessualità ed omicidi seriali.
In casi del genere, l'indagine peritale non si esaurisce nella pur necessaria ed indispensabile impostazione nosografica, estendendosi al più ampio ambito della valutazione psicopatologica, alla ricerca delle motivazioni che possono aver concorso alla preparazione ed alla esecuzione dei delitti, alla ricostruzione della "carriera criminale" del soggetto. Ed occorre tener conto che ai fini psichiatrico-forensi, più ed oltre che i riferimenti alla sessualità di per sé stessa in astratto considerata, assume grande significato l'analisi della storia individuale del periziando, che è indispensabile per tentare di cogliere il senso degli atti delittuosi e la coerenza o meno di tali atti con il senso di altri atti non delittuosi che possono rivestire valenze psicologiche e motivazionali nel contesto della sua biografia.
Occorre infine ricordare, per quanto concerne i delitti etichettati come sessuali e convenzionalmente ascrivibili ai cc.dd Serial Killers, che l'"operazione" volta a cogliere il nesso tra i delitti messi in atto in successione cronologica va tenuta debitamente distinta dalla valutazione volta a stabilire l'esistenza o meno della imputabilità del soggetto, la quale deve necessariamente far riferimento ai diversificati momenti in cui il soggetto ha commesso gli omicidi. Tenuto peraltro conto, al riguardo, che l'imputabilità deve essere esclusa o deve essere ritenuta grandemente scemata, di volta in volta, con riferimento a parametri che chiamano unicamente in causa la capacità di intendere e la capacità di volere.
In sintesi, l'operazione diretta a cogliere il senso ed il significato dei cc.dd. delitti sessuali può chiamare in causa vicende morbose, con conseguente compromissione totale o parziale della capacità di intendere e/o di volere, e con conseguente conferimento di un valore di malattia ai singoli atti delittuosi di volta in volta considerati. Ma può anche chiamare in causa le modalità di "funzionamento mentale" del soggetto, le quali possono aver condizionato, anche cospicuamente, i suoi comportamenti, senza che fosse necessariamente compromesso l'"intendere" ed il "volere" nella misura stabilita dai parametri ai quali il Diritto penale vincola la valutazione dell'imputabilità.
Ne consegue che i risultati dell'operazione volta a cogliere il significato dei delitti in rapporto non solo alle "caratteristiche", ma anche alle "esigenze" della personalità dell'autore dei reati, non incidono sempre e comunque significativamente sulla valutazione dell'imputabilità. Pur rivelandosi utili e talvolta indispensabili, da un lato ai fini della necessaria interpretazione della genesi e della dinamica dei reati; e, dall'altro, in prospettiva, anche ai fini dei piani di trattamento risocializzativi, che, ai sensi della legislazione vigente, si imporranno (o dovrebbero imporsi) in sede di esecuzione penitenziaria, nei casi in cui il soggetto verrà condannato.
In conclusione, questa sintetica nota, redatta quale premessa alla segnalazione casistica che compare in questo stesso numero della Rivista, persegue l'intento di segnalare che nei riguardi degli omicidi sessuali multipli o "seriali" si realizza sovente un vero e proprio "corto circuito", che induce l'opinione pubblica, con il concorso rilevante dei mass media, ad una semplificazione dei problemi psichiatrico-forensi nei riguardi di delitti che chiamano (o sembrano chiamare in causa) la sessualità.
Ciò postula l'esigenza di un adeguato e sereno approfondimento del tema, tenendo conto da un lato che in sede peritale risulta difficile risalire dalla complessità dei problemi che ogni singolo caso propone alla complessa e variegata e problematica dei rapporti tra sessualità e delitti; e dall'altro che occorre sceverare quanto realmente hanno a che fare con la sessualità delitti il cui riferimento alla sessualità è sovente "meramente circostanziale" e stereotipico e che, tuttavia, al di fuori del riferimento alla sessualità, non trovano alcuna "apparente" spiegazione.
Il tema appare meritevole di approfondimenti al fine di esplicitare e delimitare, nei riguardi degli autori di omicidi sessuali multipli, il "terreno" dell'indagine psichiatrico-forense, con riferimento sia all'aspetto sostanziale che a quello metodologico. Indagine che, sulla base di una impostazione convenzionale e predeterminata delle nozioni di "delitto sessuale" ed in specie di "delitti sessuali multipli", parrebbe riflettere equazioni semplici, essendo invece decisamente problematica e tale da comportare difficili e delicati problemi sia nella instaurazione che nel mantenimento di un corretto rapporto con il periziando, sia in sede di valutazione dell'imputabilità e della pericolosità sociale dell'autore dei reati.
A parte, in linea generale, la già sottolineata esigenza di evitare arbitrarie e generalizzazioni in tema di omicidi seriali, per non snaturare il concetto di sessualità, che, com'è noto, si inscrive elettivamente sul piano dell'affettività e non su quello dell'aggressività e della violenza.