Immagini della melanconia dall'Antichità all'Età Moderna di Antonella Mancini Indice: 1. Introduzione 2. L'ambiguità originaria della melanconia 3. La melanconia nella medicina medievale 4. La melanconia come Vizio 5 . La melanconia nella poetica cavalleresca e nella cultura folklorica 6. La melanconia nella nuova pastorale cristiana 7. La melanconia come "male di vivere" 6. La melanconia nella nuova pastorale cristiana Torniamo alla Chiesa. Per dare un'idea di come si è compiuto il processo di interiorizzazione nella pastorale cristiana dopo il 1000, vi mostrerò come è cambiata l'iconografia del Cristo: da entità distaccata e giudicante a uomo tra gli uomini. [vedi immagine n° 8, Dürer, La piccola Passione ] Con i mutamenti economici, sociali e politici, successivi al 1000, volti a valorizzare la vita terrena e i beni mondani, la strategia pedagogica della Chiesa passa da un sistema basato sul controllo dei comportamenti del corpo a un sistema orientato sul controllo dei moti dell'animo: dalla condanna dei vizi alla condanna delle intenzioni che conducono ai vizi. E' un passo decisivo verso la formazione dell'interiorità, che vede la melanconia protagonista dell'esame di coscienza e della nuova teologia della contrizione. Da adesso, la melanconia diviene l'abito mentale "giusto", richiesto al penitente. Il fedele è spinto all'introspezione e a un dialogo continuo con le proprie fantasie e angosce interiori, proprio quelle che prima, come "tentazioni" del demonio, attribuiva ad entità esterne e ora invece riconduce a se stesso. Questa promozione della riflessione psicologica di massa fa leva su due strumenti: a) Il rinnovamento del sacramento della Confessione. Col Concilio Laterano IV (1215) viene infatti esteso ai laici l'obbligo annuale della confessione col proprio parroco, il quale è tenuto ad indagare moventi e circostanze dell'azione peccaminosa, in relazione alla personalità del peccatore. b) La formulazione del Purgatorio (ufficializzato nel Concilio di Lione del 1274). Col Purgatorio si apre uno spazio nuovo per l'espiazione e il riscatto, dove si piange per il male commesso e ci si macera per la nostalgia di Dio (come in Dante). Dal Giudizio Universale si passa ora al giudizio individuale e si sviluppano le "arti del ben morire", che consentono un riscatto in articulo mortis. Si rimodella un discorso morale sul senso della vita a partire dalla paura della morte. Rispetto alla rigida suddivisione precedente tra eletti e dannati, tra Paradiso e Inferno, il Purgatorio si configura come luogo intermedio, come spazio per il possibile e per il probabile: due nuove categorie mentali che aprono vie inedite all'autonomia dell'individuo. Col Purgatorio la Chiesa dà una risposta agli interrogativi e ai dubbi del fedele, la cui vita è sempre più impostata su valori mondani. In questa fase della pastorale cristiana, la melanconia si insedia come interrogativo sul senso dell'esistenza.
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