SEDE REFERENTE
Giovedì 18 ottobre 2001. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.
La seduta comincia alle 12.50.
Prevenzione e cura malattie mentali.
C. 152 Cè, C. 174 Burani Procaccini e C. 844 Cento.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, nella seduta di ieri.
Grazia LABATE (DS-U) ritiene importante intervenire con la mente sgombra da pregiudizi per evidenziare, anche alla luce dell'esperienza compiuta conla legge n.180 del 1978, i veri problemi che oggi vanno affrontati. Respingel'idea chel'obiettivo cui bisogna mirare è quello di riaffermare attraverso strumenti legislativi l'obbligatorietà delle cure e del ricovero prolungato in strutture residenziali terapeutiche per i malati gravi; quello su cui occorre invece riflettere insieme è come dare risposte efficaci ai tanti bisogni delle persone afflitte da patologie mentali gravi e dei loro familiari. Richiamata al riguardo la prima Conferenza nazionale per la salute mentale svoltasi nel gennaio del 2001,evidenzia le principali richieste avanzate in quella sede dai rappresentanti delle associazioni dei familiari: la proroga di un triennio del progetto obiettivo1998-2000; lo sviluppo dei centri di salute mentale,che devono diventare il fulcro del progetto terapeutico nell'assistenza ai malati psichici; una formazione adeguata degli operatori.
Fermo restando che è a suo avviso possibile discutere sul tipo di strutture cui ricorrere e anche sull'eventuale coesistenza di strutture pubbliche e private, ritiene però assurdo pensare di risolvere tutti i problemi con l'istituzionalizzazione dei malati gravi per un periodo predeterminato e con la sottoposizione degli stessi esclusivamente a cure farmacologiche. Ciò corrisponderebbe infatti ad una nuova ghettizzazione. Poiché negli ultimi anni si è registrato un aumento delle malattie psichiche definite gravi, è comunque indispensabile individuare un approccioche preveda un percorso terapeutico adeguato. Evidenzia quindi come un progetto sperimentale attivato negli ultimi tre anni avente ad oggetto la malattia mentale acuta o grave abbia portato gli studiosi a concludere che di fronte al malato cronico la soluzione terapeutica che prevede un'istituzionalizzazione di lungo periodo non è risolutiva, avendo l'esperienza dimostrato invece che i risultati migliori provengono da un approccio terapeutico integrato.
Per risolvere i problemi dell'assistenza ai malati psichici è allora indispensabile, a suo avviso, realizzare e dare piena attuazione al progetto-obiettivo e tenere in debito conto le evidenze scientifiche, si rischia altrimenti di portare avanti un provvedimento caratterizzato da una visione segregante e istituzionalizzante del malato psichico grave, che a suo avviso va assolutamente respinta, non per preconcetti ideologici ma appunto sulla base dell'esperienza compiuta finora.
Domenico DI VIRGILIO (FI) atteso che il superamento dell'istituzione manicomiale a favore di un modello d'intervento prevalentemente extramurario ha costituito una tappa necessaria di un processo evolutivo che ha contrassegnato il problema dell'assistenza psichiatrica, è indubbio che l'esperienza ha evidenziato, rispetto alla legge n. 180 del 1978, gravi carenze che le proposte di legge in esame mirano appunto a superare per offrire una migliore assistenza ai malati in questione. Rilevato che per anni i presupposti teorici, l'applicabilità e la validità della legge n. 180 sono stati al centro di un acceso dibattito spesso caratterizzato da contrapposizioni eccessivamente ideologiche, osserva come oggi, finalmente, grazie anche ai progressi scientifici compiuti nel settore, si sia giunti ad affermare l'essenza innegabile della psichiatria moderna come scienza medica e biologica, pur non negando l'importante influenza che i fattori ambientali, sociali e culturali esercitano su coloro che soffrono di disturbi psichici. Atteso che non si può più affrontare il problema della malattia mentale solo in termini sociologici, è stata quindi riconosciuta la validità di trattamenti combinati farmacologici e psicoterapeutici orientati verso la riabilitazione e la reintegrazione sociale.
Evidenziato come le proposte di legge Burani Procaccini n. 174 e Cè
n. 152 non intendano assolutamente riproporre anacronistici ritorni a situazioni
manicomiali, osserva come la concezione fideistica della legge n. 180, che
negava la malattia mentale e pertanto l'esistenza di malati cronici, è
stata nei fatti smentita dall'esperienza compiuta in questi anni.
A suo avviso uno degli aspetti più carenti della legge n. 180 è
quello relativo al ricovero del malato mentale nell'ambito del trattamento
sanitario obbligatorio. Premesso che il ricovero è un momento fondamentale
nella lotta alla malattia mentale, non ritiene possibile fissarne per legge
la durata in quanto la stessa deve essere determinata esclusivamente dalle
condizioni cliniche del paziente. Osserva, tra l'altro, che sarebbe a suo
avviso necessario nel delineare un nuovo tipo di TSO - cui ricorrere in ogni
caso solo ove non sia stato possibile convincere il paziente a un ricovero
volontario - prevedere in caso di ricoveri d'urgenza che il paziente possa
essere collocato in spazi separati e adeguati, muniti anche di zone verdi,
possibilmente con l'assistenza di qualche familiare.
Nel sottolineare conclusivamente come la proposta di legge n. 174 consenta di affrontare in modo realistico il problema della gestione del malato psichiatrico anche prevedendo strutture e interventi terapeutici modulati a seconda della gravità della patologia, evidenzia in questa ottica l'importanza del day hospital psichiatrico e delle comunità protette residenziali per la gestione dei pazienti psichiatrici lungo degenti.
Giulio CONTI (AN), dopo aver ricordato il clima fortemente ideologizzato in cui fu varata la legge n. 180 del 1978, osserva che nell'affrontare il problema della tutela della salute mentale occorre riconoscere, al di là delle contrapposizioni di principio, l'innegabile merito della legge n. 180,che rese possibile la chiusura dei manicomi. Non possono quindi disconoscersi a suo avviso i principi positivi di quella legge né se ne devono ignorare gli errori, fermo restando però che la riforma dell'assistenza psichiatrica varata nel 1978 ha rappresentato indubbiamente un grande progresso.
Nell'evidenziare l'esigenza di affrontare questa delicata materia con spirito collaborativo e costruttivo, ritiene che sarebbe stato preferibile rinviare ad un altro momento la discussione, paventando il rischio che, stante il recente inizio della nuova legislatura, un simile argomento si presti a divenire oggetto di rivalse politiche, il che non sarebbe sicuramente positivo.
Esprime quindi perplessità su alcuni punti della proposta di legge
Burani Procaccini n. 174. Ritiene in primo luogo contraddittorio e inopportuno
prevedere al punto 4) della lettera a) del comma 3, dell'articolo 2 la possibilità
che i familiari scelgano la struttura in cui ricoverare il malato, dal momento
che questo era il principio sotteso all'idea del ricovero nei manicomi: in
una società democratica e civile l'artefice primo della cura del malato
non può che essere il medico. Per quanto riguarda il punto 7) della
lettera a) del comma 3 dell'articolo 2, occorre a suo avviso chiarire cosa
significhi l'espressione «organizzazioni convenzionate» e che
ruolo si intenda assegnare eventualmente alle associazioni di volontariato
nell'assistenza psichiatrica di emergenza a domicilio.
Quanto al trattamento sanitario obbligatorio, esprime innanzi tutto perplessità circa la scelta di prevedere, alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 3, che il TSO di urgenza possa essere richiesto da chiunque ne abbia interesse. Evidenziata, tra l'altro, l'incongruenza e l'ipocrisia di prevedere la possibilità per il malato di chiedere alla commissione appositamente istituita l'annullamento del TSO, esprime perplessità anche in ordine alla previsione contenuta nel comma 1 dell'articolo 4 con riferimento al consenso del malato, nonché sulla scelta di inserire i malati di mente nelle liste di collocamento obbligatorio per portatori di handicap, ritenendo contraddittorio mirare alla cura e alla guarigione del malato psichiatrico per poi considerarlo un disabile.
Dopo aver auspicato che le sue argomentazioni, frutto esclusivamente di un
approccio al problema scevro da ogni preconcetto ideologico, non siano strumentalizzate
per fini politici, rileva gli ingenti oneri economici cui bisognerebbe far
fronte per l'attuazione dei provvedimenti in esame. Ribadita l'opportunità
di rinviare ad un momento successivo il varo di questa legge, per consentire
una maggiore riflessione sull'intera problematica, sottolinea l'esigenzadi
operare insieme con spirito costruttivo per varare una legge che risponda
all'obiettivo della promozione di una maggiore civiltà nel trattamento
dei malati psichiatrici.
Tiziana VALPIANA (RC), atteso che condivide le considerazioni già svolte in alcuni interventi precedenti, ritiene che a suo avviso le proposte di legge presentate dalla maggioranza, di cui respinge la logica di fondo- caratterizzata da una mentalità escludente e segregativa nei confronti del malato di mente - rappresentino un vero e proprio ritorno al passato. Atteso che considera demagogico strumentalizzare il disagio e la disperazione di molte famiglie costrette a misurarsi con problemi a volte drammatici, rileva come le attuali disfunzioni non dipendano a suo avviso dall'impostazione della legge n. 180del 1978 quanto piuttosto dalla mancata applicazione di quel provvedimento, di cui vengono ignorate le esperienze positive.
Nel soffermarsi poi su alcuni punti specifici, esprime forti rilievi critici
sulla scelta compiuta in ordine al trattamento sanitario obbligatorio, paventando
il rischio che con le strutture residenziali protette si finisca per ricostituire
tanti
piccoli manicomi. Osservato quindi come le proposte di legge in esame diano
eccessivo spazio al privato - che spesso agisce esclusivamente per fini di
lucro - vanificando in tal modo tutto il lavoro di integrazione tra pubblico
e privato svolto negli ultimi venti anni, ritiene incongruo, a fronte dei
progetti federalisti della maggioranza, l'eccessivo centralismo che, nelle
proposte di legge in questione, caratterizza il rapporto Stato-regioni.
Ben consapevole dell'esigenza di porre rimedio alle carenze tuttora esistenti sul territorio nel campo dell'assistenza psichiatrica, considera necessario, più che smantellare la legge n. 180, superare gli ostacoli che ne hanno finora impedito la completa attuazione individuando i gangli in cuisi annidano le resistenze maggiori, atteso che i progetti-obiettivo 1994-1996e 1998-2000 che dovevano dare attuazione alla legge quadro sono stati disattesi.
Dopo aver sottolineato l'esigenza di fare specifico riferimento anche al dipartimento di salute mentale dell'età evolutiva, che può a suo avviso svolgere un ruolo importante soprattutto sul piano della prevenzione, auspica, conclusivamente, che dopo il necessario approfondimento cui si darà luogo con lentiggine conoscitiva che si sta per avviare, si arrivi ad un testo equilibrato che tenga conto dei rischi insiti in alcuni punti delle proposte di legge in esame.
Augusto BATTAGLIA (DS-U) premesso che, parlando di assistenza psichiatrica, occorre superare visioni preconcette basate su posizioni ideologiche e che non è sua intenzione entrare nel merito delle proposte di legge in esame, di cui del resto il deputato Conti ha messo in luce alcuni punti critici rispetto ai quali è necessario che tutti riflettano, ritiene innegabile che la legge n. 180 del 1978 abbia avuto il merito di introdurre nuovi concetti di cura più moderni e più adeguati, in gran parte tuttora validi, che puntavano alla prevenzione, alla cura e al reinserimento nel suo ambiente del malato psichico, superando la vecchia concezione basata invece sulla sua istituzionalizzazione. Sottolineato come la richiesta proveniente dai cittadini abbia ad oggetto a suo avviso, non tanto la modifica dei principi costitutivi della legge n. 180, quanto piuttosto interventi volti a consentirne la piena attuazione, sottolinea l'impegno profuso in materia dal centro sinistra, caratterizzato dalla volontà di indagare sull'esperienza compiuta, mettendone in luce le carenze e affrontando il problema senza preconcetti. Ricorda al riguardo il varo dei progetti-obiettivo, volti a consentire la piena attuazione della legge e la creazione di una rete efficiente di servizi, nonché le risorse stanziate a favore delle regioni. Si tratta ora di scegliere se approfondire e portare avanti il lavoro già avviato oppure, cambiando ottica, puntare a un sistema fondato sul ricovero in strutture protette da cui sarà sicuramente molto difficile uscire.
Nel sottolineare l'esigenza di ascoltare con umiltà le sollecitazioni
provenienti dalle famiglie e dagli operatori, auspica che, dopo il necessario
approfondimento delle problematiche anche nell'ambito dell'indagine conoscitiva
che si intende avviare, si riesca insieme ad individuare le iniziative più
adeguate per migliorare l'assistenza psichiatrica e dare maggiori garanzie
di tutela, ove si ritenga ciò necessario, ai malati psichiatrici e
alle loro famiglie.
Maura COSSUTTA (Misto-Com.it), dopo aver sottolineato la rilevanza e la delicatezza
della problematica oggetto delle proposte di legge in esame, su cui ritiene
necessaria la massima attenzione della Commissione e della società
civile, si riserva di depositare presso la segreteria della Commissione un
intervento scritto da porre eventualmente in distribuzione insieme agli atti
parlamentari relativi alle proposte di legge in esame.
Maria BURANI PROCACCINI (FI), relatore, intervenendo in replica, si riallaccia a quanto detto da ultimo dal deputato Battaglia; premesso che, data la delicatezza dell'argomento, occorre affrontare la discussione con lealtà, anche a suo avviso l'obiettivo cui si deve mirare è quello di procedere ad un attento esame della situazione attuale per poi porre rimedio alle gravi carenze che si registrano sul territorio nel campo dell'assistenza psichiatrica. È sua intenzione procedere ad un esame serio e approfondito delle problematiche in questione e pertanto si dichiara favorevole ad avviare un'indagine conoscitiva nell'ambito della fase istruttoria del provvedimento, come richiesto da alcuni deputati dell'opposizione, fermo restando che la maggioranza si riserva di proporre l'audizione di ulteriori soggetti oltre a quelli già segnalati.
Dopo aver ricordato che la sua proposta di legge n. 174 ripropone il testo di una proposta di legge presentata nella scorsa legislatura che recava la firma di tutti gli esponenti dell'allora Polo delle libertà e che la proposta di legge Cè n. 152, per i suoi contenuti molto simili, può essere integrata utilmente alla sua, evidenzia come il mondo della psichiatria rivendichi il suo ruolo nel trattamento delle malattie mentali sottolineando ormai l'esigenza di recuperare la dimensione biologica e medica di tali patologie. Nel sottolineare l'esigenza di prestare la dovuta attenzione alle richieste che provengono dai familiari dei malati e dagli operatori, evidenzia la sostanziale insufficienza dimostrata dal sistema pubblico nell'affrontare il problema dell'assistenza ai malati psichiatrici. Al riguardo precisa che non vi è da parte della maggioranza alcuna posizione preconcetta a favore delle strutture private: quello che si vuole realizzare è un sistema integrato in grado di dare risposte efficaci anche per quanto riguarda l'obbligatorietà e la gradualità dei percorsi terapeutici, nonché la cronicità della malattia.
È oggi indispensabile a suo avviso arrivare ad una revisione della
legge n. 180 del 1978 dal momento che è ormai evidente che l'attuale
situazione è insostenibile e che i tanto sbandierati progetti-obiettivo
non sono in grado di dare risposte efficaci. Ritiene inopportuna in questa
fase la scelta del deputato Conti di entrare eccessivamente nel merito di
alcune delle disposizioni proposte, dal momento che, dopo i dovuti approfondimenti,
si procederà eventualmente, nel merito, alle modifiche che si riterranno
necessarie, fermo restando che è dovere morale e civile di tutta la
Commissione cercare di varare un provvedimento che consenta di risolverei
problemi dell'attuale situazione.
Giuseppe PALUMBO, presidente, dichiara concluso l'esame preliminare, preannunziando
lo svolgimento, nell'ambito della fase istruttoria dei provvedimenti in esame,
di un'indagine conoscitiva.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.25.
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Laura Saiani Consolati - BRESCIA
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