No a modifiche della legge 180, si alla realizzazione di una rete di servizi pubblici di salute mentale di comunità
Comunicato stampa dell'11 luglio 2002 della Consulta Nazionale insieme ad altre associazioni in occasione dell'avvio della discussione nel Comitato Ristretto della Commissione Affari Sociali della Camera delle modifiche alla legge 180
Le iniziative parlamentari di modifica della 180, sia di cambiamento che di miglioramento, non costituiscono la vera risposta ai bisogni di salute mentale dei cittadini.
Pensare che con una nuova legge si possano evitare i drammi familiari e le tragedie, le cui notizie negli ultimi mesi hanno invaso i mass media, appare illusorio e fuorviante.
Le statistiche e le evidenze scientifiche dimostrano linfondatezza della correlazione tra violenza e malattia mentale.
Le proposte di Trattamento Sanitario Obbligatorio prolungato (Tsop) non costituiscono una soluzione ma portano inevitabilmente alla realizzazione di nuove strutture manicomiali. Infatti il Tsop potrà realizzarsi solo con porte chiuse e sbarre alle finestre, in contrasto con un appropriato processo terapeutico riabilitativo.
E innegabile, daltra parte, che molte famiglie si trovano troppo spesso ad affrontare da sole la grave sofferenza di un congiunto. Ma è altrettanto innegabile che, nelle realtà in cui i servizi di salute mentale hanno potuto farsi carico con continuità del disagio, i cittadini hanno ottenuto risposte adeguate e non si sono verificati fenomeni di abbandono.
La vera risposta, pertanto, è la realizzazione e lo sviluppo capillare di una rete di servizi pubblici di salute mentale di comunità.
Per far questo non serve una nuova legge, principalmente per due motivi:
1) Con la modifica del Titolo V della Costituzione lorganizzazione dei servizi di salute mentale è di competenza delle amministrazioni regionali, così come ribadito anche nel documento del 28 febbraio 2002 della Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
2) Il finanziamento per lassistenza psichiatrica viene definito in sede di Conferenza Stato Regioni, così come affermato dallo stesso Ministro della Salute.
E necessario, allora, che le Regioni elaborino e realizzino propri Progetti Obbiettivi che rispondano alle esigenze diversificate del territorio.
Concludendo, si ritiene sostanzialmente inutile e potenzialmente dannoso procedere a modifiche della legge 180.
Rimane, invece, la necessità di attuare il Progetto Obbiettivo nazionale, anche apportando i necessari miglioramenti, e diventa decisivo che le Regioni mantengano limpegno già assunto di destinare almeno il 5% dei fondi sanitari per la salute mentale, rendendo in primo luogo possibile lassunzione degli 8mila operatori mancanti.
Auser, Caritas Italiana, Cittadinanza Attiva, Conferenza per la Salute Mentale di Milano,Consulta nazionale per la salute mentale, Coordinamento nazionale delle Comunità di Accoglienza, Federconsumatori, Funzione Pubblica Cgil, Forum 32, Gruppo Abele, Comunità Capodarco ,Fondazione Basaglia, Emergency, Parsec, Lila, Fish, Legambiente, Psichiatria Democratica, Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale.
|
COLLABORAZIONI
Poche sezioni della rivista più del NOTIZIARIO possono trarre vantaggio dalla collaborazione attiva dei lettori di POL.it. Vi invitiamo caldamente a farci pervenire notizie ed informazioni che riteneste utile diffondere o far conoscere agli altri lettori. Carlo Gozio che cura questa rubrica sarà lieto di inserire le notizie che gli farete pervenire via email.
Scrivi a Carlo Gozio
|