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LA COMUNICAZIONE NELLE LISTE DI DISCUSSIONE ON LINE: VANTAGGI, LIMITI, PROSPETTIVE, ILCONSUNTIVO DELL'ESPERIENZA DI UNA OWNER DI FORUM.
IPOTESI SULLA GRUPPALITA' VIRTUALE

Dr.ssa Rossella Valdre' - Direttore Comunita' Terapeutica-

Responsabile Internet Fenascop

 

"In psychoanalytic terms, computers and cyberspace may become a type of 'transitional space' …..the intermediate zone between the Self and the other which is a part of Self and a part of the other"

(John Suller)

 

 

Ipotesi di analisi sul gruppo virtuale. Il IV e il V assunto di base.

Come in tutti i gruppi allargati, sono in opera nelle mailing-list fenomeni assai intensi, che derivano dalla partecipazione di aspetti della personalita' dei suoi membri spesso inconsapevoli. Secondo la maggior parte degli AA, sarebbe proprio la mancanza di fisicita', di confini concreti e sensoriali che forniscano contenimento e limiti, a rendere del tutto nuova e originale la gruppalita' on line. Si attivano qui moltecipli fantasie:

  • la fantasia inconscia di parlare al mondo ( e non ad un forum di individui, per quanto numeroso)e di poter dire qualunque cosa, in totale liberta'. Il rischio qui, ovvio, e' l'onnipotenza, fino alla crudelta' e ad una sorta di 'mancanza di coscienza'. Come scrive Young: "internet pone nuovi problemi circa il rapporto tra relazioni oggettuali e moralita'- non, forse, una moralita' virtuale ma una moralita' del virtuale - in quanto l'assenza di fisicita' ci lascia pericolosamente e primitivamente dentro il dominio delle fantasie inconscie che sempre appartengono ai gruppi" (corsivo mio)
  • la fantasia di essere assorbiti, risucchiati, invasi dal gruppo, con le ansie paranoidi che ne conseguono (motivo questo, verosimilmente, di molte delle avversita' viste sopra)
  • la possibilita' di proiettare, in questo infinito mondo " invisibile, inconoscibile" che e' la massa mediatica (massa che, come dice John Carey, "e' una metafora", nessuno la vede, nessuno la conosce, e' l'anonimato assoluto), alcuni aspetti di Se' che possono non rappresentare affatto come si e' in realta e per intero. Trovo questo un punto di grande interesse che, sebbene presente in ogni gruppo, mi pare qui assuma un'intensita' diversa. Ancora Young "le persone possono essere coinvolte in un intricato controllo su cosa esporre o celare di Se' alla rete. Puo' essere una parte di Se' altamente selezionata. Puo' essere un Se' falso, deviante o idealizzato (….) Cosa e' notevole e' l'illusione che compaia in rete il Se' reale, quando e' ovvio che si tratta di un'altamente selezionata versione del Se' (hightly selected versione of the self) (corsivo mio). E' chiaro che tutte queste fantasie, e rischi di regressione, sono piu' forti nella liste generaliste, laddove il compito primario, che e' importante fattore di coagulo sulla realta', e' piu' vasto e indefinito.

Torquet (1974) ha ipotizzato che nei grandi gruppi configurati come masse, sia attivo quello che, un po' arbitrariamente, chiama IV assunto di base: l'ONE-NESS, il sentirsi tut'uno col gruppo. Come avviene nell'individuo trascinato in folle religiose, ad esempio, lo stato mentale che qui si attiva e' di totale perdita del senso della propria soggettivita' e del proprio Se', a favore di una totale fusionalita' di esso con la massa. E' tipica dell'ONE-NESS la partecipazione passiva.

In totale contrapposizione al ONE-NESS, altri hanno recentemente ipotizzato l'esistenza di uno specifico stato mentale dell'uomo del nostro tempo, il ME-NESS (Lawrence, Bain e Gould, 1997). Qui siamo invece nell'impero della pura soggettivita', dell'individualismo e di quella particolare forma di egosimo e indifferenza al gruppo che viene oggi in taluni contesti approvata e persino incentivata. "L'individuo e' compresso sempre piu' nella sua realta' interna, che puo' escludere e negare la realta' dell'ambiente esterno percepita come disturbante. Il mondo interno diventa cosi' un mondo confortevole che offre aiuto". E ancora "il gruppo basato su questo assunto diventa un mondo di autodidatti autosufficienti che selezionano cio' che vogliono sapere da coloreo che essi scelgono". Non vi e' quindi vera appartenenza al gruppo (il gruppo, anzi, e' temuto), non vi e' contatto con altri membri ne' col conduttore. Questi e' in posizione difficile: "Come conduttori si e' portati a pensare di non essere in contatto con nessun membro del gruppo; ci si sente isolati, estraniati, alienati. Nei fatti il conduttore e' sentito o come non presente da parte dei membri del gruppo in una cultura basata su questo assunto, o come una minaccia alla sopravvivenza individuale, ad esempio al mantenimento del Me-Ness" (ib.)

Entro certi limiti, lo stato mentale che questo assunto comporta e', se temporaneo, evolutivo, in quanto favorisce l'insight, la meditazione e il ritirarsi dentro di Se' per cercare nuove soluzioni.

Questi due assunti, osservati dagli AA nei grandi gruppi e considerati peculiari dell'individuo contemporaneo, non sono applicabili tout court alla virtualita', se non in via ipotetica. Sembra cioe' di grande interesse ipotizzare che il gruppo virtuale si arricchisca, e si complichi, anche di queste carattersitcihe (per continuita' con Bion chiamati IV e V assunto di base), che aprono un nuovo e fertile campo di indagini per chi si occupa di gruppi e volgia rintracciare al'interno dei gruppi, le espressioni piu' potenti delle fantasie inconscie dell'umo (dalla famiglia allla metafora della massa).

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