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PSICOPATOLOGIA E CRIMINALITA'.
L'ITINERARIO ITALIANO

Luciano Bonuzzi

 

INTRODUZIONE

UNA BREVE PREMESSA

LONTANE RADICI

DLAL'ETÀ DI MEZZO AI TEMPI MODERNI

VERSO L'ILLUMINISMO

FERMENTI DOTTRINALI ALLE ORIGINI DELL'ETÀ CONTEMPORANEA

CRIMINALITÀ E ORGANIZZAZIONE ANATOMICA

APPROCCI STORICISTI

L'ANTROPOLOGIA CRIMINALE

ACCANTO A LOMBROSO

CONTRIBUTI CLINICI ALLA CRIMINOLOGIA

NUOVI ORIZZONTI

UN TENTATIVO DI SINTESI

BIBLIOGRAFIA

 

Cirminalita' e organizzazione anatomica

Lo sviluppo settecentesco dell'anatomia, dell'anatomia comparata e soprattutto le raffinate ricerche neurofisiologiche di Haller impongono un nuovo statuto alla medicina che si configura sempre più chiaramente come medicina d'osservazione. In questo contesto affiora un modello antropologico caratterizzato dall'egemonia del sistema nervoso, mentre il metodo d'osservazione incoraggia approcci conoscitivi saldamente ancorati all'anatomia come la fisiognomica e la frenologia.

La fisiognomica, in verità, non sembra avere grande incisività nella medicina italiana del primo 800 nonostante il poderoso, recente impulso dato a questo tipo di studi da parte dello svizzero Gaspar Lavater. La disciplina, questa parodia dell'anatomia comparata, non riesce in effetti ad ottenere un apprezzamento scientifico che ricordi l'ampiezza dei consensi che, in Italia, aveva riscossi durante il 500. Il consenso, piuttosto, sembra essere più condiviso a livello della saggistica popolare che ama descrivere "il malvagio" con "viso deforme e scolorito... denti acuti alquanto sporgenti...", mentre "l'omicida" mostra "fronte bassa; folte sopracciglia che si congiungono..." etc. (73). L'anatomia comparata si risolve qui in superficiali analogie dove convergono esigenze estetiche ed ancestrali paure nei confronti del mondo animale. La fisiognomica peraltro esprime e trasmette un sapere che nella seconda metà del secolo contribuirà, almeno sul piano estetico, alla definizione dello stereotipo del criminale.

Di rilievo ben più forte, per lo studio dei disturbi psichici e della criminalità, sono le teorie maturate in margine alle ricerche condotte sul sistema nervoso dopo Haller (74), che introduce il concetto di irritabilità, e dopo Cullen (75), che parla di nevrosi per alludere a stati di alterata funzionalità del sistema nervoso. Con questi studi inizia infatti l'età d'oro dell'epilessia quale disturbo neuropsichico emblematico che oscura, dopo secoli e secoli, la fortuna della melancolia che anche nei decenni del romanticismo sembra affascinare più il mondo della letteratura che quello della medicina. E' poi evidente come l'attacco epilettico, con l'andamento accessionale che lo caratterizza e con l'indipendenza dalla volontà, possa invitare a facili confronti ed identificazioni con gli impulsi trasgressivi, improvvisi e irresponsabili, della criminalità.

Anche la frenologia va intesa come l'espressione di un momento particolarmente felice delle indagini condotte sul sistema nervoso. Secondo la frenologia, fondata da Gall, le varie inclinazioni personali trovano il loro concreto fondamento nello sviluppo, più o meno ampio, di un ben definito territorio cerebrale. Gall, secondo un'ipotesi rivelatasi errata, ritiene poi che esista un parallelismo fra lo sviluppo embriologico delle ossa craniche e la sottostante corteccia tanto che il differente sviluppo delle varie zone cerebrali, responsabili delle diverse inclinazioni individuali, comporterebbe analoghe modificazioni della volta cranica. Ne deriva pertanto che con la palpazione del cranio, secondo Gall, è possibile elaborare una topografia delle varie inclinazioni e facoltà personali (76).

Alla frenologia si interessano, in tutta Europa, biologi e medici, ma anche giuristi e teologi. In Italia, in particolare, fra i cultori più rappresentativi vanno ricordati Fossati e Miraglia. In una breve monografia edita a Bologna nel 1835 (77), con introduzione teorica di Fossati ed esposizione sintetica del pensiero di Gall, alcune ampie tabelle compendiano esemplarmente tutto il dottrinale cranioscopico indicando le connessioni fra gli organi encefalici, la sede e la forma esterna del cranio, la mimica ed il comportamento corrispondente, i possibili rimandi intellettuali e morali che è possibile instaurare fra uomo ed animale analizzando lo sviluppo degli organi cerebrali stessi. La mappa, che intende essere esauriente, considera, fra tanti aspetti, anche i comportamenti trasgressivi che si configurano come la manifestazione enfatica di inclinazioni normali. Così all'istinto della difesa dell'io e della proprietà, collocato nell' "organo del coraggio", corrisponde in caso di iperattività l'inclinazione alla rissa e al combattimento; l'organo in parola si trova a livello delle orecchie; quando è in funzione il corpo è raccolto, le gambe sono leggermente divaricate, i pugni serrati, gli occhi minacciosi. All'istinto carnivoro si ricollegano invece la crudeltà e l'inclinazione all'assassinio; l'organo è al di sopra del meato uditivo; la mimica è corrucciata mentre gli occhi spiano la vittima; si tratta di una inclinazione indispensabile agli animali predatori e l'uomo, che è onnivoro, partecipa di questa inclinazione con conseguenze che possono essere pericolose per l'ordine sociale. All'istinto di accumulare che sottende il sentimento della proprietà sono invece connessi l'inclinazione al furto, il ladroneccio, l'usura etc.

Secondo la frenologia il comportamento dipende, insomma, da un ben preciso substrato anatomico; una prospettiva che mette in discussione la concezione tradizionale dell'anima e il libero arbitrio, aprendo le porte al materialismo. La questione è di evidente interesse per la criminologia in quanto fa del criminale una figura determinata da ineluttabili cogenze di ordine naturale. Miraglia (78), uno studioso meridionale che muove sulla scia di Gall, si sforza peraltro di mediare le posizioni più radicali, sia pure riconoscendo che esistono inclinazioni tanto forti da rendere "irresistibili" certi comportamenti trasgressivi che vanno pertanto intesi come l'espressione di uno stato di alienazione inaccessibile al controllo della ragione.

Dall'impostazione frenologica classica, che ha per caposaldo la cranioscopia, si allontana Lussana per il quale "i cervelli bisogna cavarli dal cranio e non indovinarli attraverso le ossa; bisogna studiare e mostrarci le circonvoluzioni cerebrali..."

Le ricerche vanno poi attuate, secondo le tecniche più promettenti della neurologia ottocentesca, ricorrendo ad esperimenti di distruzione delle varie regioni encefaliche "onde positivamente verificare quale di loro colla propria oblazione apporti l'annichilamento delle facoltà intellettive o, in altri più espliciti termini, quali delle diverse facoltà psicologiche vengono a mancare col mancare di questa o di quella parte dei centri nervosi". Lussana, che si occupa di tutti gli organi psicologici, guarda anche all'"organo istintivo del distruggere" la cui presenza solleva molteplici problemi sociali. Nota al proposito che "quasi tutti gli uomini, che lasciano la vita sul patibolo o nelle galere, quasi tutti offrono uno sviluppo eccessivo della regione temporale del cranio"; è pertanto legittimo chiedersi "se propriamente esistano animali ed uomini, cui la Natura col dotarli di un organo distruttivo assai energico, abbia destinati per fatale necessità ad essere crudeli e sanguinari". In altre parole, il frenologo potrebbe dire: "L'uomo fornito di un enorme sviluppo della 1 circonvaluzione temporale è spinto facilmente a distruggere esseri inanimati od animati". Ma Lussana non è del tutto pessimista: bisogna infatti considerare "come anche l'organo distruttivo possa subire la influenza della sua denutrizione, allorquando per una ginnastica morale di antagonistici affetti lo si condanna ad un minore esercizio. Tutto ciò è possibile a meno che lo sviluppo dell'organo distruttivo non sia spinto a tal grado violento che ci conduca alla Monomania". Per dimostrare la fondatezza delle proprie tesi Lussana invita a confrontare un "cervello di cane selvaggio coi cervelli delle razze da lungo tempo addomesticate per cogliere la grande differenza di sviluppo nella 1 circonvaluzione temporale, pronunciata assai nel primo, pochissimo nelle seconde" e più oltre ricorda che "la testa delle Nazioni incivilite offre un minore sviluppo delle regioni temporali, anziché quelle dei popoli selvaggi" (79).

La frenologia, sospesa fra medicina mentale criminologia e studio delle razze, costituisce un sapere tanto coerente quanto fragile. I tempi d'oro della disciplina vanno però rapidamente esaurendosi alla metà del secolo sia con il progresso dell'embriologia che dimostra infondata la convinzione che il cranio si modelli sull'encefalo, sia con l'affinamento delle ricerche morfologiche quando diventa palese che gli esperimenti per distruzione inducono crolli funzionali e compensi imprevedibili che vanno ben oltre la sede d'intervento. Dalle ceneri della fenologia si sviluppano peraltro non pochi motivi destinati a confluire nell'antropologia del positivismo che, del resto, coagula anche altri aspetti della complessa ricerca biologica ottocentesca.

La battaglia per la causa frenologica, ad ogni modo, non ha esclusivo sapore scientifico ma si accompagna a complessi risvolti ideologici e politici dal sapore rivoluzionario: Gall è ben presto in difficoltà con la Corona austriaca, Fossati è costantemente alle prese con l'ostilità dei governanti, Miraglia è perseguitato dai Borboni. Ma se è vero che la dottrina, con la negazione del libero arbitrio, solleva indubbie perplessità sociali e morali si deve prendere atto che nel contempo raccoglie anche profondi consensi, come quello di Comte per il quale la frenologia "favorisce la rivoluzione generale dello spirito umano per la fondazione di una filosofia completamente positiva" (80).

Al di là della tenuta scientifica, la frenologia, in realtà, propone un'immagine dell'uomo ricca di motivi destinati a confluire nell'antropologia positivista accanto alle suggestioni indotte dall'evoluzionismo. Assai significativa, in ogni caso, è la convergenza ideologica fra frenologia ed evoluzionismo che, negando il libero arbitrio, influenzano, ad un tempo, sia la criminologia che la medicina mentale.

Fra dissenso etico, nel clima della Restaurazione, e consenso metafisico, all'insegna del positivismo, trova peraltro ampio spazio anche l'ironia: Hegel scrive, infatti, che per Gall lo spirito è un osso. Secondo Hegel "dobbiamo guardarci dal procedere alla maniera di Gall, che fa dello spirito una semplice questione di localizzazione cranica" (81): al sostanzialismo anatomico della frenologia contrappone la filosofia dello Spirito.



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