Il punto nel settore della salute mentale
di Ernesto Muggia
(Presidente UNASAM - Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale)
Milano. 7 dicembre 2002
A oltre un anno dalla presentazione, il progetto di legge Burani-Procaccini è ancora fermo in Commissione Affari Sociali, anzi in Commissione ristretta. Infatti in data 27 novembre u.s. il testo unico proposto, che era sostanzialmente rimasto tal quale, pur contenendo alcune modifiche, è stato respinto con diverse motivazioni ed i lavori sono stati rinviati al prossimo gennaio 2003. Vale la pena a questo punto di tentare un'analisi di quanto sta succedendo. Senza entrare nel dettaglio dell'articolato, è chiaro a tutti gli addetti che il pdl si propone di scardinare l'impianto della riforma psichiatrica, con l'abrogazione della legge 180/833 ( legge Basaglia ), per tornare alle vecchie logiche coercitive, tutte basate su obblighi, ricoveri a tempo indeterminato, enfasi eccessiva sul TSO, Forze dell'ordine ecc....
Quanto sopra è l'evidente conseguenza di tristi logiche politico-mediatiche, televisive e scritte, che hanno bersagliato l'opinione pubblica fin dalla campagna elettorale: si semina paura per vendere sicurezza, se no perché?
Ma c'è chi la compra questa sicurezza, costruita sulla pelle di chi soffre di disturbi mentali, delle famiglie più consapevoli e di tanti buoni operatori impegnati in tutt'altra direzione?
Qui sta il problema.
In Commissione il fronte dei proponenti appare diviso fin da subito, con AN che prende le distanze, e l'opposizione è totalmente sulla negativa. Gran parte delle Associazioni dei famigliari dicono di no, e così le società scientifiche con la SIP ( Società Italiana Psichiatria ) in testa, le Regioni rifiutano qualunque intromissione in un territorio " di loro esclusiva competenza ", pure negativamente si sono espresse Psichiatria Democratica, Sindacati, Carìlas, Cittadinanza Attiva e numerose altre voci.
Allora il Governo? No, neppure il Governo è favorevole.
Rimane dunque una domanda: perché si vuole imporre al paese una legge che nessuno vuole?"
Di tutto c'è bisogno, fuorché di una nuova legge ", recita un appello che sta raccogliendo firme su internet, sostenendo la tesi largamente condivisa dal fronte del no, che il Progetto Obbiettivo vigente in regime di prorogatio è un'ottima legge, bisognosa se mai di finanziamenti certi e di robusta cogenza.
Si può allora tentare di abbozzare una risposta di questo tipo. Innestandosi su un bisogno reale di operatori (ne mancano circa 8000) di strutture adatte, di risorse certe per far fronte alle giuste richieste di aiuto di tantissime sofferenze abbandonate anche da anni in situazioni indegne di un paese civile, si tenta un ritorno al passato, una svolta autoritaria fondata sull'atavica paura del diverso, una vendetta postuma di tanti oppositori della 180 che pensano sia finalmente giunto il loro momento, e infine, perché no, la solita spinta alla privatizzazione ed ai " letti d'oro". Ma non di letti c'è bisogno, forse di biciclette, per tornare fra la gente, per andare a lavorare e per tornare ad una casa vera e non ad un manicomietto.
Ernesto Muggia
(presidente Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale)
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