CAMERA; CONTI (AN), NO A MANICOMI A VITA
ROMA, 18 DIC (ANSA)- Una legge di riforma della psichiatria che abolisca "il concetto di manicomio a vita", che sia adeguatamente finanziata e che lasci alle Regioni l' organizzazione dei servizi, ma sotto il controllo dello Stato. E' a questi principi, in sostanza, che, secondo il responsabile Sanita' di Alleanza Nazionale, Giulio Conti, dovrebbe ispirarsi la riforma dell' assistenza psichiatrica, che e' in discussione alla commissione Affari sociali della Camera.
In una conferenza stampa tenutasi oggi a Montecitorio insieme con altri parlamentari di An ed esperti del settore, Conti ha rilevato come in commissione non ci sia stato "un grande accordo ne' sui testi dei diversi deputati, ne' su quello proposto dal relatore", Maria Burani Procaccini (Fi). Quest' ultimo testo, in particolare, cosi' com' e' "non puo' passare", ha detto Conti e percio' andrebbe modificato. Per esempio, ha sostenuto, l' articolato sarebbe "antidevoluzione" e per questa ragione An ha chiesto di convocare un' audizione con le Regioni per chiarire le competenze di diversi livelli istituzionali. Da definire, per Conti, anche il ruolo del "privato" (imprenditoriale e sociale), che dovrebbe poter intervenire, attraverso apposite convenzioni, negli aspetti "residenziali" (come nella gestione dei centri diurni), ma non, per esempio, nel dipartimento di salute mentale che "deve essere gestito solo dal 'pubblico"'.
Il Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso) dovrebbe poi essere disposto soltanto dal medico e attuato dal personale sanitario, mentre le forze dell' ordine dovrebbero intervenire solo in casi particolari. La legge, infine, dovrebbe essere adeguatamente finanziata, cosa che non farebbe il testo del relatore dove non sono previste coperture economiche. Cio', secondo Conti, lascerebbe spazi non definiti a una imprenditorialita' privata che invece andrebbe indirizzata dalle Regioni sulla base della legge quadro nazionale.
Il "no" fermo ai manicomi di qualunque dimensione e' stato ribadito anche da Nicola Carlesi, psichiatra che nella scorsa legislatura, quando era deputato di An, coordino' un' indagine della commissione Affari sociali sulla questione. Su questo punto, ha sostenuto Carlesi, non si puo' tornare indietro cosi' come sul fatto che il centro dell' organizzazione assistenziale deve essere il territorio. Per Carlesi, inoltre, la psichiatria "non puo' essere considerata una branca emarginata dalla medicina" e dalla legge andrebbero tolte tutte le misure coercitive per non tornare alla legge del 1904 che, ha detto, era una "legge di polizia".
Le proposte precise di modifica, ha comunque preannunciato Conti, scaturiranno da un convegno che An ha organizzato per il prossimo febbraio.
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